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Il circuito del come se: Husserl, Merleau-Ponty e i neuroni specchio

L’eredità e il superamento di Husserl nella filosofia di Maurice Merleau-Ponty

L’autore che più di qualsiasi altro ha fatto propria l’eredità del padre della fenomenologia è stato senza dubbio Maurice Merleau-Ponty. Il tema dell’empatia nella filosofia merleaupontiana si declina attraverso la particolare accezione di comportamento.
Termine quest’ultimo che, come scopriremo al momento opportuno, per Merleau-Ponty non si limita a significare quell’insieme di manifestazioni esteriori e direttamente osservabili con cui un individuo risponde a determinate situazioni psicologiche, ma include anche l’insieme delle sue emozioni e dei suoi sentimenti (con le modificazioni corporee sia interne che esterne ad esso correlate) oltre che quella particolare esperienza – per l’appunto empatica - mediante la quale due o più individui riescono a comunicare e a condividere questi stati d’animo tra loro pur non identificandosi mai del tutto.
Nondimeno, se nella riflessione husserliana l’esperienza empatica era limitata ad essere un mero scambio spaziale realizzato tra un Leib e un altro; al contrario, Merleau-Ponty – utilizzando come punto di partenza della sua riflessione quello che era stato il punto d’arrivo della fenomenologia di Husserl– ha ricostruito, analogamente al suo predecessore, quelle strutture universali e invarianti mediante le quali si realizza costantemente l’intersoggettività e, a partire da queste, si è spinto oltre Husserl indagando fenomenologicamente anche le strutture universali e invarianti attraverso le quali si connota un determinato comportamento e/o si contraddistinguono abitualmente diverse emozioni. In tal modo Merleau-Ponty, perseguendo costantemente l’obiettivo di critica e superamento della prospettiva empirica e di quella intellettualistica, ha sostituito - sulla scia del suo predecessore - alla dicotomia classica soggetto-oggetto la relazione – già fenomenologicamente indagata da Husserl - Io, Altro, Mondo.

Questa relazione anche per Merleau-Ponty non va pensata nel senso di una giustapposizione reciproca (secondo un andamento per cui al momento dell’io seguirebbe quello dell’altro e poi ancora quello del mondo come momento finale separato dall’io e dall’altro); piuttosto questi tre momenti vanno immaginati come punti differenti di un unico cerchio all’interno del quale, ciascuno di essi si costituisce in virtù della relazione che lo lega a quello precedente e contemporaneamente a quello successivo.
Grazie alla riflessione fenomenologica io trovo la visione, non come pensiero di vedere, secondo l’espressione di Cartesio, ma come uno sguardo in presa su un mondo visibile: ecco perché per me può esserci uno sguardo altrui, perché quello strumento espressivo che chiamiamo volto può essere portatore di un’esistenza nello stesso modo in cui la mia esistenza è portata all’apparato conoscitivo che è il mio corpo (Merleau-Ponty M., "Fenomenologia della percezione")

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il circuito del come se: Husserl, Merleau-Ponty e i neuroni specchio

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Informazioni tesi

  Autore: Filomena Talento
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Filosofia
  Corso: Filosofia teoretica, morale, politica ed estetica
  Relatore: Gabriele Perrotti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 97

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