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La crisi del debito sovrano e l'evoluzione del rischio paese

L’esposizione ai titoli dei Piigs e l’effetto contagio

Le turbolenze finanziarie che stanno interessando i paesi sviluppati, stanno dimostrando che esistono dei forti legami tra i rischi di credito degli Stati e quelli delle banche. Infatti con la crisi finanziaria del 2008, attraverso i piani di salvataggio e le iniezioni di liquidità da parte delle Banche Centrali in favore degli istituiti di credito prossimi al fallimento, si è originata la trasmissione del rischio di credito delle banche agli Stati.
Questo non ha fatto altro che aggravare la situazione debitoria degli Stati, generando così un impatto negativo sul rischio di credito dei titoli pubblici.
La crisi del debito sovrano ha provocato la trasmissione del rischio di credito dal sistema pubblico al sistema bancario.
Come è stato osservato nei precedenti paragrafi, il peggioramento del debito pubblico degli Stati e l’aggravarsi delle condizioni economiche dei Piigs hanno incrementato la rischiosità delle emissioni statali.
Questo è stato un duro colpo per le banche e per tutto il sistema finanziario, in quanto i titoli pubblici rappresentano una buona quota dei portafogli finanziari degli istituti di credito, delle assicurazioni, dei fondi mobiliari e degli altri investitori; così le forti oscillazioni dei prezzi dei titoli di stato hanno impattato negativamente sugli attivi delle banche facendo registrare delle ingenti perdite.
In questo ambito, la crisi del debito sovrano costituisce la chiusura del circolo vizioso introdotto dalla crisi finanziaria del 2008, quest’ultima partita dal sistema bancario si è estesa al sistema finanziario e poi a quello pubblico, attraverso la crisi del debito, invece, si percorre la strada inversa perché la crisi degli Stati impatta sulle banche.
Oggi le banche si ritrovano in una difficile situazione, in quanto i loro bilanci sono ancora appesantiti dalle svalutazioni dei mutui subprime e dei titoli tossici e in aggiunta devono fare i conti con l’alto volume di titoli pubblici che non solo si sono svalutati, ma stanno diventando sempre più rischiosi e illiquidi.
Il principale problema che interessa i mercati e gli Stati è quello di capire quanto le banche siano esposte ai titoli dei Piigs.
L’esposizione è il termine che in gergo finanziario indica la scelta di “esporsi” ad un certo rischio. In sostanza indica il bene o l’asset in cui si è scelto di investire e la quantità di questo asset presente nel proprio portafoglio.
In questi mesi di tensione sui mercati finanziari, è fondamentale valutare l’esposizione ai titoli di stato dei Piigs, perché la loro eccessiva presenza in portafoglio è percepita dai mercati come un potenziale pericoloso.
Quindi, la crisi del debito sovrano sta mettendo sotto pressione i mercati finanziari, e in particolare il settore bancario, a causa dell’esposizione delle banche ai titoli dei Piigs, soprattutto quelli ellenici dato che, l’impatto che il default della Grecia potrebbe avere sull’intero sistema economico (con conseguenze simili se non peggiori di quelle del default Lehman) sarebbe disastroso.
A fine 2010 gli istituti bancari francesi e tedeschi detenevano titoli del debito pubblico greco rispettivamente per 15 e 23 miliardi di dollari, infatti alla luce della significativa esposizione delle banche francesi, il 15 giugno 2011 l’agenzia di rating Moody’s ha posto sotto osservazione i rating delle tre principali banche della Francia per un possibile downgrade, annunciando allo stesso tempo l’intenzione di estendere il provvedimento ad altri istituti nelle medesime condizioni. A fine 2010, le banche italiane, invece, mostravano un’esposizione verso la Grecia di appena 2 miliardi di dollari: il dato non desta preoccupazioni; tuttavia, la situazione delle finanze pubbliche e le basse prospettive di crescita del nostro paese rappresentano fattori di debolezza che, nonostante la solidità dei fondamentali del settore bancario, ci rendono vulnerabili al rischio di contagio della crisi greca.
Le maggiori banche europee sono esposte verso titoli di Stato dei paesi europei a rischio: Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna per oltre 340 miliardi di euro e più della metà (186 miliardi) sono bond italiani.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La crisi del debito sovrano e l'evoluzione del rischio paese

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Informazioni tesi

  Autore: Antonella Susca
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Libera Università Mediterranea "Jean Monnet"
  Facoltà: Economia
  Corso: Consulenza aziendale e management
  Relatore: Giuseppe Madaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 147

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