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Il ruolo della comunicazione nella valorizzazione di una marca di nicchia del sistema moda. Il caso Elena Mirò.

L’evoluzione sociologica circa il conformato

L’interesse verso l’abbigliamento conformato è nato di recente, in quanto in precedenza le donne over size venivano “ghettizzate”: gli abiti per loro erano considerati di secondo livello e venivano semplicemente proposti gli stessi modelli regolari in taglie più grosse oppure, spesso, i capi erano degli enormi pezzi di stoffa, senza forma, che servivano a “coprire” piuttosto che a “vestire”. In pratica, non veniva fatto alcuno studio sulla vestibilità conformata e non si prestava attenzione a seguire le tendenze della moda per questi capi. Da circa vent’anni la situazione è cambiata: si sta assistendo a un riscatto delle taglie mediterranee, come simbolo di una vera bellezza, sana. A titolo esemplificativo riporto alcuni titoli di giornali in uscita durante la settimana della moda di Milano: “La rivincita delle ragazze morbide” (Lina Sotis, Corriere della Sera del 15 settembre 2005), “Elogio della rotondità” (Lucia Serlenga, Fashion del 24 Settembre 2005), “Ma qui succede una 48: le grandi forme fanno moda, piacciono agli uomini e si abbandonano ai piaceri della vita: «grissini» addio, è il momento delle donne «croissant»” (Chiara Moniaci, Oggi del 4 ottobre 2005). La concezione del corpo è cambiata. In passato con il culmine degli anni Ottanta, era il corpo magro ad imporsi, come segno al tempo stesso di corpo bello e modernità culturale: niente appare tanto esteticamente disturbante e culturalmente “out” del corpo sovrappeso; le stesse curve fisiche delle rappresentanti dello star system del nostro Paese, le cosiddette maggiorate, che tanto successo avevano riscosso negli anni del secondo dopoguerra, vengono guardate con sospetto. Questo perché il prototipo di bellezza seguito a partire dagli anni Settanta è la modella delle passerelle: altezza, magrezza ed eleganza, sono i canoni a cui si ispirano molte ragazze e costituiscono il modello che le riviste patinate e i media forniscono, spesso, di una donna vincente, con un look sempre perfetto. Oggi si riscopre la propria fisicità: si scopre di avere un corpo da amare, da vezzeggiare, da coccolare, a cui voler bene. La tendenza che va emergendo in questi anni è non adeguare il corpo a un modello esterno, ma al proprio vissuto interiore. Se il corpo esprime vitalità e salute può avere anche qualche chilo in più ed essere considerato bello. Come sostiene la scrittrice e giornalista americana Wendy Shaker, “si può essere seducenti per come si è, valorizzando le proprie rotondità e senza rincorrere un modello di bellezza che non è il nostro; si può essere orgogliose del proprio corpo a prescindere dal peso” . Le donne che non hanno la 42 piacciono, eccome se piacciono! Soprattutto quando sono le prime a comunicare l’allegria dei chili in più, se ne sono orgogliose, se sanno sorridere, se hanno imparato a sottolineare il loro grande appeal con un tailleur, una scollatura o uno spacco strategico, o con la lingerie che le valorizzi: insomma, se amano sedurre rimanendo sempre loro stesse. A dimostrazione di quanto affermato poc’anzi, si possono citare alcuni film come “Il diario di Bridget Jones” (regia di Sharon Macguire) e il suo seguito “Che pasticcio Bridget Jones” (di Beeban Kidron), dove la protagonista, Renée Zellweger, nei panni di una ragazza cicciotella fa perdere la testa a Hugh Grant e nella vita reale ha affascinato tutti. Anche in televisione è iniziata la “guerra” alle supermagre; quante star della Tv possono facilmente dimostrare che non bisogna essere delle modelle per avere fascino, da Valeria Marini, a Mara Venier, Barbara De Rossi, Antonella Clerici, Luisa Corna, senza dimenticare Sabrina Ferilli, considerata una delle donne italiane più affascinanti.
A dispetto degli stilisti che continuano ad esaltare la “donna acciuga”, anche la moda tonda ha i suoi sostenitori. Tra questi, Elena Mirò, che ha battuto tutti sul tempo sfilando per la prima volta nella storia della moda con modelle over 46 a Milano Moda Donna. Una piccola ma significativa rivoluzione socio-culturale!

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il ruolo della comunicazione nella valorizzazione di una marca di nicchia del sistema moda. Il caso Elena Mirò.

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Informazioni tesi

  Autore: Lorena Milazzo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2004-05
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Esperto Linguistico di Impresa
  Relatore: Edoardo Teodoro Brioschi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 124

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