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L'intelligenza artificiale: sfide etiche e implicazioni democratiche

L’IA al servizio della democrazia

L’IA può rappresentare non solo un rischio, ma anche un’opportunità per migliorare e rafforzare la democrazia. Potrebbe essere usata per educare i cittadini e aiutarli a prendere decisioni collettive o per aiutare i politici a conoscere le volontà dei cittadini. Si immagini un LLM progettato appositamente per rispondere in maniera esperta (adattando la risposta alle esigenze specifiche dell’interlocutore) a qualsiasi domanda su un partito politico, o su una nuova legge. Invece di doversi riferire a informazioni destinate a un vasto pubblico, i singoli cittadini potrebbero rivolgere le proprie specifiche domande direttamente a un assistente virtuale esperto sempre disponibile. Inoltre, le potenzialità dei LLM per la scrittura di discorsi è evidente, e se oggi i politici si affidano a scrittori professionisti per esprimere al meglio i propri pensieri, un domani potrebbero affidarsi all’IA, e potrebbero farlo anche i comuni cittadini in modo da comunicare in maniera più efficiente con i politici1.

L’IA potrebbe anche rendere possibile una democrazia più partecipativa e diretta su scala più ampia, anche globale. Molte delle questioni salienti del mondo contemporaneo, infatti, sono di scala globale. L’inquinamento, il terrorismo, le pandemie, le migrazioni e il cambiamento climatico vanno oltre i confini nazionali. L’IA, grazie alla capacità di elaborare e sintetizzare dati provenienti da tutto il mondo, potrebbe fornire un quadro informativo completo per le decisioni globali. Ciò permetterebbe una partecipazione più equa e rappresentativa, poichè verrebbe data voce anche a comunità che solitamente non hanno il potere di influenzare le questioni globali che, tuttavia, coinvolgono tutti indiscriminatamente.
L’IA potrebbe anche rendere obsoleta la rappresentanza politica umana, attraverso un sistema di raccoglimento di dati su opinioni e preferenze di un intero stato in tempo reale. Il sistema politico, in questo modo, rifletterebbe gli interessi del popolo immediatamente, non con una cadenza fissa di diversi anni. Si tratta di una forma di democrazia immediata. Solitamente, con democrazia immediata si intende un sistema in cui il cittadino è messo nelle condizioni di potersi esprimere sulle questioni di interesse pubblico velocemente, partecipando alle decisioni collettive con l’aiuto delle moderne tecnologie di comunicazione. Con l’IA, potrebbe non essere neanche necessario un coinvolgimento diretto del cittadino, in quanto sarebbe possibile prevedere le sue preferenze in maniera piuttosto accurata. Infatti, secondo uno studio2, i computer hanno migliori capacità di prevedere la personalità di un individuo delle persone che lo conoscono.

Naturalmente, un sistema simile dovrebbe essere immune da ogni manipolazione e rischio di hackeraggio, e non presentare problemi di trasparenza (dovrebbe risultare chiaro in che modo esattamente il sistema giunge alle sue conclusioni)3.
Un’interessante proposta mirata a rinforzare la capacità partecipativa dei cittadini è quella della democrazia aumentata. I sistemi democratici attuali (quelli fondati sulla rappresentanza, ossia la maggior parte), infatti, presentano debolezze come l’astensionismo elettorale in aumento. Siccome non è materialmente possibile che ogni singolo cittadino si esprima su ogni decisione da prendere, è necessario delegare il potere politico a pochi rappresentanti. Un uomo politico, tuttavia, può rappresentare la volontà di migliaia di cittadini solo in maniera approssimativa.
Una possibile soluzione a questo problema è la democrazia diretta, senza rappresentanza. In una democrazia diretta, ogni cittadino si esprime, votando, su ogni problema. Questo sistema è poco realizzabile nella pratica, o almeno su vasta scala, perchè il cittadino medio non ha nè tempo, nè energie per informarsi e per formulare decisioni su ogni problema. Vi è un problema in termini di capacità cognitiva. Sarebbe necessario l’aiuto di un assistente che, conoscendo alla perfezione il cittadino, si occupasse di prendere le decisioni al posto suo. Questo naturalmente non è possibile, a meno che non si pensi a un assistente virtuale.
La democrazia aumentata punta proprio a questo: rendere realizzabile una democrazia diretta reintroducendo la rappresentanza, ma portando il rapporto tra rappresentanti e cittadini a 1:1. L’IA, in questo caso, servirebbe per creare degli avatar politici, uno per ogni cittadino, addestrati per agire secondo le idee politiche specifiche di ciascuno, grazie ai dati personali forniti. Gli avatar potrebbero predire come un cittadino voterebbe in qualsiasi situazione, e agire di conseguenza. Ogni cittadino sarebbe libero di scegliere se e quando utilizzare il sistema politico virtuale: un cittadino particolarmente attivo potrebbe scegliere di voler dare la propria conferma su ogni decisione, qualcun altro potrebbe lasciare l’avatar completamente libero di votare al posto suo, qualcuno potrebbe invece votare personalmente solo per le questioni che più lo interessano e lasciare tutte le altre scelte all’assistente virtuale. In questo modo, la voce di tutti verrebbe ascoltata, anche quella di chi non avesse tempo, energia o interesse per occuparsi di una determinata questione. L’agente basato su IA saprebbe concludere, senza difficoltà, quali sarebbero state le opinioni di qualcuno se si fosse preso il tempo di riflettere4.
E' stato così mostrato che l’IA potrebbe essere utilizzata per il bene pubblico, e non solo per il profitto di aziende private, e sostenere la democrazia invece di indebolirla5.
Fare delle considerazioni sulla democrazia aumentata è sicuramente interessante, e la sola speculazione teorica aiuta a mettere in luce i problemi delle democrazie attuali, a partire dall’importanza della partecipazione attiva dei cittadini, ma va ribadito che i sistemi proposti presentano gravi rischi (legali, etici, di manipolazione, di privacy, ecc.) e che cambiamenti importanti, come la votazione assistita o completamente controllata da un avatar virtuale, potrebbero avere conseguenze distruttive per il sistema politico. Ammesso che l’IA si riveli essere veramente la tecnologia rivoluzionaria che pare essere, è importante considerarne le potenzialità nel processo democratico. Quelle proposte sono considerazioni ipotetiche e vanno intese più come esperimenti mentali. Un’eventuale applicazione pratica esigerebbe una più profonda riflessione sulle conseguenze di sistemi che vanno a mutare le tempistiche e le modalità del processo democratico.









[1] Cfr. B. Schneier, H. Farrell, N. E. Sanders, How Artificial Intelligence Can Aid Democracy, 2023, da https://slate.com/technology/2023/04/ai-public-option.html, ultimo accesso 29.08.2023.
[2] W. Youyou, M. Kosinski, D. Stillwell, Computer-based personality judgments are more accurate than those made by humans, in «Proceedings of the National Academy of Sciences», vol. 112, no. 4, 2015, pp. 1036-1040.
[3] A. Kaplan, Artificial intelligence, social media, and fake news: Is this the end of democracy? in «IN MEDIA & SOCIETY», vol. 149, 2020, pp. 158-159.
[4] Cfr. M. Brabant, O. Pereira, P. Mèaux, Homomorphic encryption for privacy-friendly augmented democracy, 2022 IEEE 21st Mediterranean Electrotechnical Conference (MELECON), Palermo, 2022, pp. 18-23; TED, A bold idea to replace politicians — Cèsar Hidalgo, 3 aprile 2019, video disponibile su YouTube, https://www.youtube. com/watch?v=CyGWML6cI k, ultimo accesso 29.08.2023; B. Schneier, H. Farrell, N. E. Sanders, How Artificial Intelligence Can Aid Democracy, cit.
[5] Cfr. B. Schneier, H. Farrell, N. E. Sanders, How Artificial Intelligence Can Aid Democracy, cit.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'intelligenza artificiale: sfide etiche e implicazioni democratiche

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Longo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Marco Mazzone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 56

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