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L'evoluzione del settore calcistico fino ad arrivare ai tempi del Covid

L’impatto del Covid sui ricavi dei biglietti

La panademia, per il mondo del calcio, ha creato enormi disagi ai ricavi provenienti dalla vendita dei biglietti delle partite, infatti, per poter far continuare lo svolgimento dei campionati e delle competizioni internazionali, si è deciso di far giocare le partite a porte chiuse, cioè senza tifosi. Le società di calcio, da un giorno all’altro, si sono ritrovate senza una delle tre principali fonti di guadagno che tutti i club possiedono, la quale, a differenza di altre entrate, per molti mesi tale voce ha raggiunto il valore zero. Tutto questo è iniziato a marzo del 2020, con la sospensione temporanea dei campionati e la loro ripresa in estate ma, senza tifosi, fatta eccezione per il campionato francese che, invece, non ha più ripreso, terminando la stagione in anticipo. In verità, questo vale per i top 5 campionati, se si considerano tutti i 54 campionati europei, ben 16 di essi non hanno più ripreso, ovvero quasi il 30%, mentre altri undici campionati (circa il 20%) hanno ripreso ma, hanno cambiato la formula del campionato, riducendo il numero di partite da disputare. Stesso discorso vale per le competizioni europee, la UEFA, per la Champions League e per l’Europa League, ha eliminato i match di andata e di ritorno per le fasi ad eliminazione diretta, facendo disputare solo una partita secca, tali match sono stati giocati in due Paesi scelti dalla federazione, ovvero Germania e Portogallo, mentre la Supercoppa Europea è stata posticipata di un mese e mezzo ed è stata svolta a Budapest. Osservando il numero di spettatori presenti negli stadi dei top campionati europei, per la stagione 2019-20, tale valore è pari a 73,8 milioni. Se comparato con l’anno precedente in cui non c’era la pandemia, vi è una diminuzione del 30% più o meno, infatti nella stagione 2018-19 il numero totale di spettatori allo stadio era di 105,2 milioni, in generale, negli ultimi dieci anni si aggirava attorno ai 100 milioni. Nella stagione 2020-21, in alcuni campionati si è iniziato gradualmente e con forti limitazioni ad aprire nuovamente gli stadi al pubblico, con i dati aggiornati ad aprile 2021, tale valore corrisponde a 3,6 milioni, ovvero un -95%. Come visto nei paragrafi precedenti, tale voce, per un top club, ha un peso che può variare dall'11% del Bayern Monaco, ad un 24,5% dell’Arsenal, in generale, in base al campionato, se si considerano le 5 top leghe, in media tale valore ha un range che va da un minimo dell’11% ad un massimo del 16% circa dei ricavi totali. Secondo uno studio effettuato da Deloitte, se si considerano i primi venti club d’Europa per ricavi della stagione 2019-20, essi hanno prodotto assieme 8,2 miliardi di euro, cifra inferiore del 12% rispetto alla stagione precedente, la quale corrispondeva a 9,3 miliardi, quindi vi è stata una diminuzione di -1,1 miliardi. Se si considerano solo i ricavi provenienti dalla vendita dei biglietti, essi sono diminuiti del -17%, ovvero di -237 milioni di euro, cifra importante ma sicuramente meno rilevante rispetto ai -937 milioni dei diritti televisivi, in aggiunta c’è da ricordare che buona parte della stagione è stata giocata a porte aperte.

Considerando i primi dieci club che, nella stagione antecedente al Covid hanno guadagnato di più grazie alla vendita dei biglietti, come è ben facile da intuire tutti i club hanno avuto un calo di ricavi per questa voce nella stagione 2019-20, fatta ad eccezione del Tottenham che, invece, ha registrato un aumento grazie all’inaugurazione del nuovo stadio di proprietà avvenuta proprio per la stagione 2019-20. Nella figura 4.5 presente sotto, viene evidenziata al meglio la differenza dei ricavi da stadio tra le stagioni 2018- 19 (in azzurro) e 2019-20 (in rosso) di questi top 10 club.

Osservando la figura 4.5 si nota che, in generale c’è stato un sostanzioso calo dei ricavi, se si analizzano le singole squadre, il Real Madrid è quella che ha la differenza maggiore tra le due stagioni, con -37 milioni di euro, seguita poi dal Barcellona con -33 milioni, mentre al terzo posto si trovano Paris Saint Germain e Juventus, con entrambe che hanno registrato una differenza di -24 milioni. Come si nota vi è il caso speciale del Tottenham che, per la stagione 2019-20, ha ottenuto +15 milioni. Poiché la Juventus, tra i 10 club, è quella che ha meno ricavi in termini di biglietti venduti, questi 24 milioni in meno fanno sì che, a livello percentuale, la differenza tra le due annate sia la più drammatica, con un calo superiore al -36%, mentre il PSG, nonostante abbia perso la stessa somma, la percentuale di differenza è poco più del 20% (quinta posizione). In questa speciale classifica, in cui vi è una differenza percentuale dei ricavi tra le due stagioni, al secondo posto si trova il Real Madrid, con un -25,5% mentre, al terzo posto, vi è il Barcellona con un -20,8%. Un altro danno economico causato della pandemia è la perdita di alcune opportunità legate al naming rights, nel paragrafo precedente sono stati fatti gli esempi del Tottenham e del Barcellona che erano alla ricerca di uno sponsor ma, a causa della pandemia, le aziende interessate hanno fatto un passo indietro. Un altro esempio collegato al naming rights è il caso del Los Angeles Fc con la Banc of California, contratto terminato in anticipo, infatti tale accordo era stato firmato nel 2018 con una durata di ben quindici anni ma, nel giro di tre anni, la banca ha concluso in anticipo il rapporto in cambio di 20,1 milioni di dollari come risarcimento. Il contratto aveva un valore di 100 milioni, quindi annualmente il club di Los Angeles guadagnava 6,67 milioni, con il pagamento di questa penale, la società di calcio ci ha guadagnato, infatti se la sommiamo alle rate annuali, alla fine il club per tre anni ha ottenuto in media una cifra equivalente al doppio rispetto a quella pattuita. Gli stadi sono diventati un luogo simbolico per la costruzione del brand calcistico del club e degli annessi sponsor, inoltre sono importanti per il marchio di una città e sono di aiuto per l’attrazione di turisti e nuovi investitori, oltre che un simbolo religioso per i tifosi. Il lockdown ha fatto ricordare ai club l’importanza dei proventi delle partite, senza i tifosi allo stadio il clima è diverso, sia per i giocatori (il pubblico viene considerato come il dodicesimo uomo in campo), sia per gli spettatori in TV e, in ultimo, per gli sponsor. Il presidente della Juventus Andrea Agnelli, che è anche presindente dell’ECA (European club association) in un’intervista ha dichiarato: “Chiudere le porte del nostro stadio non è qualcosa che il calcio aveva mai previsto ed è, francamente, qualcosa per cui non eravamo adeguatamente preparati. Da un punto di vista sportivo, nessuno vuole stadi vuoti: i nostri fan rendono il gioco quello che è, dando ai nostri giocatori l'ispirazione per riuscire a vincere”.

La chiusura degli stadi, come si è visto, ha causato diversi danni economici, vi è però un piccolo lato positivo, cioè la riduzione dei costi durante le partite. Ad esempio, senza tifosi non vi è bisogno di un grande numero di stewards e di sicurezza in generale, in aggiunta c’è stata la riduzione degli stipendi dello staff e, visto lo straordinario periodo, in molti club, il pagamento del salario dei calciatori è stato posticipato all’esercizio successivo. Chiaramente, questi risparmi non sono stati sufficienti ad eliminare i problemi economici scatenati dalla pandemia. Il rientro in sicurezza dei tifosi negli stadi è una delle massime priorità nel calcio globale, dato che le attività collegate al matchday rappresentano un elemento fondamentale per il business model dei club. La dimensione dell’impatto finanziario globale della pandemia sull’industria del calcio dipenderà quindi in larga misura dal ritorno dei tifosi allo stadio, per questo motivo si sta cercando di reintrodurre gradualmente il pubblico in presenza. Il campionato inglese è stato uno dei primi a fare ciò, infatti a metà maggio del 2021, il primo ministro inglese Boris Johnson, ha dato il via libera ai primi test pilota in cui vi erano al massimo 10.000 persone ad assistere le partite di Premier League, in modo tale da capire se fosse stato possibile riaprire gli stadi. Un grande passo per la riapertura degli stadi è stato fatto in occasione di Euro 2020 (posticipati al 2021), nel prossimo capitolo verranno evidenziate nel dettaglio come gli stadi stanno pian piano riaprendo in tutte le competizioni.
In conclusione, si è visto che i ricavi provenienti dallo stadio sono mancati con l’arrivo della pandemia, con i club che si sono ritrovati senza una delle loro tre entrate principali. Per fortuna una buona parte della stagione era stata giocata, quindi per il 2019-20 le squadre hanno perso in media il 20% dei ricavi rispetto alla stagione precedente, caso eccezionale per il Tottenham che proprio in quell’anno aveva inaugurato il nuovo stadio. 


Per la stagione 2020-21 non vi sono ancora i dati ufficiali ma, come ci si può immaginare, sono prossimi allo zero, infatti tutti i campionati si sono svolti a porte chiuse, tranne in alcuni che sono stati riaperti parzialmente per le ultime giornate di campionato. La presenza dei tifosi allo stadio è scesa del 95% in questo ultimo anno per ovvie ragioni, per fortuna nelle grandi società di calcio, il peso dei ricavi provenienti dalla vendita dei biglietti è di solito in ultima posizione, ma ricopre comunque un ruolo importante per la salute economica del club. Durante la presentazione del libro visioni di gioco, il giornalista e sociologo Pippo Russo ha affermato che, secondo lui, il calcio italiano è stato colpito dal Covid in maniera inferiore rispetto ad altri top campionati come quello inglese, spagnolo e tedesco. Questo perché la frequentazione degli stadi in Serie A era già una pratica in declino prima che arrivasse la pandemia cioè, a differenza di questi altri campionati, spesso vi erano molti biglietti invenduti, con un numero di presenze allo stadio di gran lunga inferiore rispetto alla capacità massima della struttura. In verità, tra i top 10 club europei, la Juventus è quella che ne ha risentito di più della mancanza del pubblico, con dei ricavi inferiori rispetto all’anno passato del -36%. Probabilmente anche altri club italiani ne hanno risentito molto ma, se paragonati agli altri club d’Europa, fatta qualche piccola eccezione, per la maggior parte di essi la voce dei ricavi da stadio è inferiore. In media tale voce per la Serie A equivale all’11,4%, mentre in Inghilterra vi sono due punti percentuali in più (con la maggior parte degli stadi che sono più capienti), mentre in Spagna e Germania, il peso percentuale è superiore al 15%. Senza ombra di dubbio, l’assenza dei tifosi negli stadi di calcio si fa sentire nelle casse delle società sportive e, in generale, per la bellezza dello sport in sé, infatti secondo il romanzo hooligans di John King: “senza l’urlo e il movimento del pubblico, il calcio sarebbe uno zero assoluto”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'evoluzione del settore calcistico fino ad arrivare ai tempi del Covid

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Informazioni tesi

  Autore: Angelo Di Francesco
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dell'economia
  Relatore: Donatella Strangio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 103

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Parole chiave

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marketing
sport
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diritti televisivi
settore calcistico
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