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Qualità: nuovi orizzonti tra norme tecniche, Corte di Giustizia CE e strumenti di tutela.

L’origine in etichetta

Con l’espressione «Made in Italy» s’intende quel processo di rivalutazione che ha visto, dagli anni ’80 in poi, diversi prodotti italiani legati all’industria alimentare, ma anche inerenti a diversi settori dell’economia italiana, protagonisti di un continuo incremento delle vendite all’estero.
Questo aumento nelle vendite ha fatto in modo che il prodotto “Made in Italy” si creasse una certa fama al di fuori dei confini nazionali con conseguente vantaggio commerciale. Per tutelare questo marchio e di conseguenza il nostro prodotto venne emanata nel 2004 la legge 204 che contemplava l’obbligo di indicare l’origine, o la provenienza, dei prodotti alimentari in etichetta, così da difendere e valorizzare il “Made in Italy”. Dopo attenta analisi la Commissione Europea reputò che la legge 204/04 fosse in contrasto con l’art.28 del Trattato perché ostacolerebbe gli scambi intercomunitari in quanto inciterebbe il consumatore a preferire prodotti nazionali. Per questo motivo Bruxelles “obbligò” l’Italia ad abrogare gli artt. 1/bis e 1/ter della L. 204/04 (che di fatto venne bloccata con alcune Circolari pubblicate successivamente nella Gazzetta Ufficiale) con il disegno di legge “Comunitaria 2007”.
Per risolvere il problema il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha presentato recentemente un disegno di legge che si rifà all’art.1/bis precedentemente citato: dall’articolo 7 del disegno di legge 2008 si può infatti leggere che il fine è quello di “assicurare un elevato livello di tutela dei consumatori finali […]” rispetto a quello del precedente articolo dove il fine era quello di “consentire al consumatore finale di compiere scelte consapevoli sulle caratteristiche dei prodotti alimentari posti in vendita […]”. In pratica è cambiata la forma, ma la sostanza è la stessa. Quello che cambia invece è proprio il punto centrale della questione. Nella legge del 2004 “l’etichettatura dei prodotti medesimi deve riportare obbligatoriamente, […], l’indicazione del luogo di origine o provenienza”, nel decreto 2008, invece, “l’etichettatura dei prodotti alimentari, nei casi in cui l’omissione di tale indicazione possa indurre in errore il consumatore circa l’origine o la provenienza del prodotto alimentare, deve riportare l’indicazione del luogo di origine o provenienza”, riprendendo il concetto dalla Direttiva comunitaria 2000/13. Si nota in modo specifico che nella prima versione bisognava indicare in tutti i casi l’origine o la provenienza in etichetta, mentre nella versione 2008 la questione è più generalizzata soprattutto per non contrastare le disposizioni UE.
Infine, la legge 2004 individuava semplicemente le “modalità” per l’indicazione di origine (o provenienza) del prodotto, nel caso più recente invece si deve valutare, caso per caso, quali prodotti possano indurre in errore il consumatore nel caso di omissione dell’indicazione.
Oggi la situazione in Europa prevede che “l’origine in etichetta” sia regolata da una normativa comunitaria solo nel caso di ortofrutta fresca, miele, uova e pesce, mentre latte fresco, passata di pomodoro, carne avicola e olio d’oliva sono regolamentati da normative nazionali. I prodotti per i quali non esiste alcuna normativa sono: carni di suino, coniglio, latte Uht e derivati lattiero-caseari, insaccati, prodotti trasformati a base di cereali e prodotti trasformati a base di prodotti ortofrutticoli.
Con la legge 204/2004 si prevedeva l’obbligo di origine per tutti i prodotti, ma mancano i decreti attuativi. Per l’olio d’oliva inoltre c’è la proposta della Commissione comunitaria perché sia obbligatorio l’indicazione del paese d’origine in etichetta. Con una circolare emanata il 1° aprile 2008 l’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità dei Prodotti Agroalimentari ha fatto chiarezza sulle etichette da aggiungere ai vari tipi di oli. Queste precisazioni risultano necessarie per consentire un controllo efficace (evitando interpretazioni personali) da parte dei controllori e per rendere più semplici le etichette per i consumatori, che venendo informati correttamente possono essere in grado di fare scelte più consapevoli. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Qualità: nuovi orizzonti tra norme tecniche, Corte di Giustizia CE e strumenti di tutela.

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Informazioni tesi

  Autore: Elena Pivetta
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Udine
  Corso: Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali
  Relatore: Gioietta Maccioni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 39

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