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Lo "spettacolo" della guerra in Goldoni

"L'amante militare": fra Commedia dell'Arte e Riforma

Guardando alla scansione temporale con cui le due opere qui presentate vengono scritte e proposte al pubblico, dobbiamo fare, come ci avverte Ludovico Zorzi, attenzione al significativo errore di Goldoni, che nelle Memorie ricorda che L'amante militare, del 1751, sostituì addirittura La locandiera, in realtà del 1753. Questo errore mette in luce il fatto che la commedia militare dell'autore veneziano ha molto in comune, nonostante la presenza delle maschere, con la serietà delle commedie riformate. L'amante militare, commedia in tre atti, si lega per molti aspetti ancora alla Commedia dell'Arte, ma anche se ne distacca, predisponendo l'animo del pubblico ad accogliere gradualmente le sue innovazioni: "Essa si pone come un esempio del procedimento seguito dal Goldoni per operare il passaggio dall'impianto tradizionale dell'Arte a quello di una commedia "regolare", ispessendo con vari artifici la trama del canovaccio". Quando si parla di legami con la Commedia dell'Arte, ci si riferisce principalmente al codice binario che il canovaccio persegue e che impone anche una notevole rigidità di schemi ed espedienti teatrali, soprattutto a causa delle parti fisse divise in "comiche" e "serie", della serialità delle situazioni e della simmetria dei rapporti. Riferendoci alla Commedia dell'Arte, si intende anche l'uso delle maschere: ne L'amante militare ne troviamo quattro ereditate dalla tradizione. La prima maschera è Pantalone, borghese e prudente, capostipite di tutta quella "generazione" di borghesi con la testa sulle spalle (opposti ai più "malati" di debito e d'apparenza, che Goldoni mortificherà ad esempio nelle Trilogia della villeggiatura) e lascito della tradizione mercantile veneziana, al quale si affianca, nella simmetria delle coppie, don Sancio, personaggio "nuovo", che nella Commedia era il secondo "vecchio" (solitamente il Dottore), e che qui, animato da ferrei principi, assume anche un ruolo serio. Zorzi, attenendosi allo schema delle parti fisse, divide i personaggi in quattro "seri" (le due coppie di innamorati) e quattro 'comici' (i due vecchi e i due zanni), ma guardando più precisamente al comportamento del capitano Sancio, del modo fermo e risoluto di rapportarsi con il nipote alfiere, non pare che in lui si possano trovare troppi spunti comici. Egli fa il suo dovere, senza eccessi, ma anche senza favoritismi: "Chi serve il Sovrano, dee spogliarsi d'ogni parzialità" (I, 11) dice don Sancio al nipote, rifiutandogli l'addolcimento della pena. La minore spaccatura fra le parti, che concede respiro al testo e innovazioni ai caratteri, è un dato ulteriore del distacco dalla tradizione. Troviamo poi la coppia di zanni, formata dall'ingenuo Arlecchino e da Brighella, che qui è diventato sergente. Arlecchino, che senza riflettere si fa arruolare persuaso dai caporali di trovare nell'esercito un futuro diverso dalla sua vita di servo, pieno di soldi, allegria e cibo in quantità, è il reagente con cui il meccanismo militare viene inceppato, rivelando la crudeltà e l'assurdità di tale mestiere, in cui l'inferiore è sottomesso alle peggiori punizioni, secondo i capricci di chi lo comanda: le bastonate prima dei caporali poi quelle di don Garzia possono sembrare solo lazzi, ma in realtà rivelano che un superiore ha la possibilità di umiliare e bastonare un subalterno e poi "gli perdona dopo che gli ha bastonato" (II, 5), come dice Corallina, parente stretta di Colombina e di tutte le servette della Commedia, che qui assume un ruolo più forte, deciso, pronto alla dura realtà, dove una donna deve lottare per non farsi sopraffare dalle angherie e dai soprusi degli uomini e soprattutto non si deve lasciar vincere dalle false promesse dei militari. La fucilazione di Arlecchino, causata dalla diserzione tentata in abiti femminili, naturalmente non avviene per intervento di Pantalone (deus ex machina, che sarebbe stato un generale a cavallo per intervenire in difesa di un personaggio importante, qui di ceto medio e a piedi adattato all'umile Arlecchino); essa è il deterrente con cui l'esercito tenta di eliminare dal proprio organismo colui che ne sovverte l'ordine e che rifiuta di porre fine ai propri giorni sotto i colpi di bombarda; anche se ciò non avviene per suo ragionamento, ma su esortazione di Corallina, voce consapevole dei rischi della vita militare. Ad Arlecchino si pone in parallelo il secondo zanni Brighella, il quale si fa portavoce di tutti gli interessati a far carriera, che non hanno certamente niente in comune con coloro, ai quali sta a cuore il senso dell'onore e il servizio per un sovrano. Dalla stesura de L'amante militare nasce un ibrido, una via di mezzo; Goldoni crea un ponte fra la Commedia dell'Arte e la Commedia 'rinnovata', essa si avvia e praticamente arriva ad essere una commedia di "carattere'", dove le maschere iniziano a rappresentare solo esteriormente se stesse, mentre al loro interno nascondono nuovi personaggi. Lo schema binario del canovaccio è sfruttato anche per il modo in cui le semplici relazioni simmetriche si complicano ed intrecciano con nuove soluzioni; anche gli altri personaggi divengono nuovi, mutuando le parti fisse sempre dalla Commedia, come ad esempio il primo e il secondo 'amoroso', che divengono qui don Alonso e don Garzia, dando vita a figure riscontrabili sempre più nel Mondo; anche il ruolo 'asimmetrico' del Generale, fa da spezzatura e promuove lo scioglimento di un'azione statica. Il quadro si articola anche riguardo alla varietà dei ceti presenti nella commedia: gli ufficiali appartenenti alla nobiltà (il titolo 'don' lo esplicita), Pantalone, borghese insieme alla figlia Rosaura e la vedova Beatrice; Brighella sul confine fra borghesia e popolo (infatti è d'estrazione popolare, ma sta lentamente risalendo le cariche dell'esercito); infine Arlecchino e Corallina, rappresentanti schietti del ceto popolare. "L'indagine dei tre 'stati' […] e la loro virtuale giustapposizione vi sono sottilmente adombrate: il ribaltamento di prospettiva proprio del comico […] arretra ancora una volta i potenti sullo sfondo (il Generale, capo di un esercito di comparse), mentre sospinge alla ribalta i mediani e gli umili"; questi ultimi hanno il compito di sottolineare il carattere irrazionale dell'aristocrazia detentrice del comando; comando che sottostà ad ogni sorta di capriccio e moto d'ira dei soldati: condanne casuali di innocenti e duelli solitamente a discapito degli inermi. Dallo scontro fra il mondo borghese e quello militare risulta che Alonso, rappresentate della nobiltà militare, abbandona la divisa per sposarsi, così che il ceto più alto venga estromesso e rimanga un mondo isolato rispetto alla società civile.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Lo "spettacolo" della guerra in Goldoni

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Informazioni tesi

  Autore: Cecilia Ferretti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Paola Luciani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 132

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