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Criticità tecniche ed economiche nella diffusione dell'auto elettrica

L'auto elettrica oggi

Nel mondo della mobilità, ed in particolare nel settore delle auto, il 2010 verrà ricordato come l’anno in cui è iniziata la commercializzazione dell’auto elettrica.
A partire dalle case costruttrici giapponesi, da sempre all’avanguardia nelle tecnologie “verdi”, passando per quelle europee ed in fine alle statunitensi, tutte hanno presentato negli ultimi mesi un’auto elettrica, che non rappresenta solo un investimento di facciata per gli azionisti o per la quotazione del titolo in borsa, ma una concreta alternativa alle auto a combustibili fossili nell’insegna dell’abbattimento dei consumi e dell’inquinamento.
In questo contesto l’auto elettrica non rappresenta una tecnologia di transazione verso alternative differenti, come l’idrogeno, ma una vero e proprio punto d’arrivo sul quale investire fortemente alla ricerca di soluzioni sempre più efficienti.
I miglioramenti continui nei sistemi di accumulo e nella componentistica hanno permesso che negli ultimi mesi si possa considerare questa tecnologia come vera e propria antagonista alle auto a combustibili fossili, anche se l’arrivo nel mercato mondiale è ormai alle porte non tutti i problemi sono stati ancora risolti.
Le auto elettriche presentano il vantaggio di essere a emissioni “zero” nella fase Pump to Wheel, utilizzando semplicemente energia elettrica accumulata nelle batterie, senza rilasciare sostanze inquinanti. Considerando l’intero ciclo di produzione energetica, spostandosi alla fonte, con i metodi attuali di produzione energetica basati principalmente sulla combustione di gas, petrolio e carbone si scopre che nella fase di ricarica le auto elettriche inquinano.
Esaminando il caso italiano, secondo i dati resi noti da TERNA (il gestore della Rete di Trasmissione Nazionale di Energia Elettrica); negli ultimi anni solo il 18,687% della corrente è generato da fonti rinnovabili come l’idroelettrico, geotermico, fotovoltaico, eolico e biomasse. Il restante 81,4% è prodotto bruciando combustibili fossili che di conseguenza producono CO2. Secondo il rapporto sull’emissione dei gas serra redatto nel 2008 dall’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente per i servizi Tecnici del Ministero dell’Ambiente), nel 2006 ogni kWh di corrente distribuito in Italia è costato l’emissione di 473 grammi di CO2. Considerando questi dati la guida di un’auto elettrica comporta l’inquinamento indiretto di 78 gr di CO2 per ogni chilometro percorso, contro i 119 della medesima auto a diesel di nuova generazione. Osservando inoltre che l’auto termica più ecologica attualmente in commercio è la Smart ForTwo 800 CDI, una citycar a due posti estremamente leggera con un motore turbo diesel che emette CO2 per 88 gr/km.
Da questo esempio è facile notare come sia molto più conveniente utilizzare i combustibili fossili per creare energia elettrica piuttosto che come combustibile per i motori termici, poiché l’efficienza energetica di un motore elettrico è superiore al 90%, contro i valori compresi tra 25% e 38% per i motori a benzina e diesel.
Oltre ai già citati vantaggi, se considerassimo una filiera sostenibile, che utilizza elettricità proveniente esclusivamente da fonti quali: il solare, l’eolico o ancora l’idroelettrico il computo totale di filiera di CO2 emessa sarebbe vicino allo “zero”. Detto ciò le auto a propulsione elettrica, oltre ad essere tuttora meno inquinanti di una qualsiasi auto tradizionale, presentano margini di miglioramento enormi.
Tra gli inquinanti indiretti dell’auto elettrica vi sono anche le batterie. Dal momento in cui questi accumulatori non sono più utilizzabili, per evitare che i materiali di cui sono composte si disperdano nell'ambiente, occorre smaltirle secondo i criteri e dettati dal nuovo decreto legislativo n°188 del 20 novembre 2008. Questa nuova legge, composta da ben 29 articoli, è rivolta sia ai produttori che hai consumatori finali, con l’obiettivo si sensibilizzazione, alla ricerca di una migliore gestione di materiali, che se trattati in modo scorretto comporterebbe gravi danni dal punto di vista ambientale.
Le batterie agli ioni di litio possiedono un valore di mercato anche se riutilizzate, un aspetto che le rende economicamente convenienti ed agevola il riciclaggio. Al termine del ciclo vitale una batteria al litio conserva il 70-80% della propria capacità di immagazzinare energia, pertanto può essere rigenerata per il settore della componentistica delle auto elettriche o in altri settori industriali.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Criticità tecniche ed economiche nella diffusione dell'auto elettrica

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Appolonio
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Gestione delle Aziende
  Relatore: Andrea Stocchetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 166

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