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Veicoli Elettrici: Potenzialità o collo di bottiglia?

L'autonomia e la disponibilità di infrastrutture di ricarica

L'autonomia rappresenta uno dei punti critici per la diffusione dei veicoli elettrici. (Enea, 2017)
L'ansia da autonomia, infatti, legata alla limitata autonomia dei veicoli elettrici ed alla ridotta diffusione delle infrastrutture di ricarica nel territorio, ferma alcuni potenziali acquirenti di auto elettriche. I veicoli oggi presenti nel mercato garantiscono un'autonomia di almeno 100km con una ricarica completa, con una direzione verso un'autonomia di 300km.

Il National Household Travel Survey riporta che secondo alcuni studi scientifici il 95% degli spostamenti non supera i 200km, quindi sono ampiamente percorribili dal parco di auto elettriche presenti sul mercato attualmente. È comunque necessario ridurre le sensazioni riconducibili allo stato d'ansia per favorire la diffusione delle auto a trazione elettrica. (National Household Travel Survey, citato da Enea nel 2017)

Questo è possibile in primis grazie:
• al miglioramento della visibilità delle stazioni di ricarica necessarie ad indurre maggior sicurezza;
• ad una garanzia di informazione da parte delle concessionarie legate alle case automobilistiche sul consumo energetico provocato in base allo stile di guida utilizzato;
• alla possibilità di aumentare le conoscenze di guida dei veicoli elettrici attraverso dei corsi specifici di gestione del mezzo su strada per migliorare la guida in un'ottica di efficienza dal punto di vista energetico;
• al sistema BMS che consente di tenere sotto controllo lo stato della batteria per informarsi delle esigenze di ricarica lungo il tragitto;
• al battery swapping;
• alla disponibilità di un'infrastruttura adeguata alle esigenze dei cittadini.

Particolare attenzione meritano il battery swapping e la disponibilità di infrastrutture di ricarica: difatti una soluzione attualmente già esistente che permette di aggirare entrambi i problemi di autonomia e tempi di ricarica è quella del battery swapping, cioè della sostituzione della batteria esausta con una carica presso un'apposita stazione dotata di una piattaforma in grado di eseguire l'operazione in maniera automatizzata. Il battery swapping è un metodo introdotto nel mercato delle auto elettriche dalla Israeliana Better Place. Mentre in Italia la Logiss srl ha ideato una stazione (EES) trasportabile con facilità ed installabile al bisogno, permette però la sostituzione solo di un pacco di batterie standard non adottato da tutte le case automobilistiche.

Questa tecnica produce diversi vantaggi come il ritiro di batterie non più a norma che provocherebbero problemi alle prestazioni del veicolo, e la possibilità di separare l'età del veicolo con quello della batteria. Permette così nel medio-lungo termine di rinnovare la tecnologia della batteria quando quella utilizzata è obsoleta.

Infine, di rilevanza notevole è la possibilità introdotta dalla soluzione di separare la proprietà del veicolo con quella della batteria. L'auto può essere così acquistata, mentre per le batterie viene usato il noleggio. Con questa soluzione il prezzo delle auto elettriche sarà ridotto, demolendo così la barriera del costo fisso dell'auto. Inoltre l'intero mercato ne sarebbe beneficiato, con la creazione di diversi tipi di economie di scala, nel caso in cui venissero adottate batterie di formato standard e scambiabili fra loro tra le diverse tipologie di auto.

Necessaria per limitare l'ansia da autonomia è inoltre la disponibilità di una rete di infrastruttura adeguata, in diversi paesi questo obiettivo non è stato ancora raggiunto.
Ad esempio in Italia nel 2015 erano presenti 1740 stazioni di ricarica, solo 70 delle quali di ricarica rapida lungo la rete autostradale. In prospettiva di un aumento dei veicoli elettrici, è necessario dunque che sia installata un'infrastruttura di ricarica adeguata.

Il livello di infrastruttura previsto nello scenario TECH di previsione centrale, in linea col Piano Nazionale per le infrastrutture di ricarica, prevede per la fine del 2020 tra 4.500 e 13.000 stazioni pubbliche di ricarica lenta e tra 2.000 e 6.000 di punti pubblici ricarica rapida.
La stima prevede inoltre che fino al 2030 saranno necessari 3 miliardi di euro per gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica per i mezzi elettrici, di cui 1, 8 miliardi usati per fornire infrastrutture di ricarica accessibili al pubblico in autostrada. (Fig.5.1)(Cambridge Econometrics, 2018)

Come abbiamo visto l'assenza di un'infrastruttura adeguata per i veicoli ad alimentazione alternativa identifica un notevole ostacolo per la diffusione e per l'accettazione da parte dei consumatori. In Italia una soluzione apportata fu l'introduzione dell'art. 17 del Piano Nazionale di Ricarica che prevede agevolazioni a favore dei titolari e gestori degli impianti di distribuzione del carburante che intendono ammodernare per realizzare dei punti di ricarica per veicoli a batteria.

Il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, infatti co-finanzia le spese sostenute con un massimo del 50%, tenendo conto della seguente suddivisione:
• il 60% delle risorse dovrà essere destinato alle aree Metropolitane per la creazione di infrastrutture di ricarica;
• l'altra parte per le aree non metropolitane.

Le risorse dovranno essere ripartite inoltre secondo le seguenti percentuali:
• il 15% per i privati;
• il 40% per le infrastrutture pubbliche;
• il 30% per gli impianti di distribuzione di carburante;
• il 15% per le reti di ricarica privata accessibili anche dal pubblico.

Il Piano integra anche la promozione della ricerca tecnologica rivolta alla realizzazione di reti infrastrutturali facendo valere le risorse del Fondo rotativo (legge 30 dicembre 2004, n. 311) modificato. Con l'attivazione di una linea di finanziamento apposita per studi finalizzati alla progettazione di dati e sistemi interconnessi a supporto delle reti locali dei punti di ricarica collegati alla rete elettrica. Per la creazione inoltre di un'unità di bordo che comunica con la stazione per la ricarica automatica. (Piano Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2016)

Nel 2019 entrata in vigore di un ulteriore provvedimento facilitò la distribuzione di punti di ricarica elettrica: l'ecobonus. L'Ecobonus prevede una detrazione fiscale del 50% per le spese in infrastrutture di ricarica elettriche sostenute dal primo marzo 2019 al 31 dicembre 2021.

L'infrastruttura può inoltre rappresentare un collo di bottiglia per il mercato delle auto elettriche, nel caso in cui la diffusione dei punti di ricarica non sia armonizzata. Ciò impedisce la realizzazione di economie di scala dal lato dell'offerta e la diffusione della mobilità elettrica dal lato della domanda. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Veicoli Elettrici: Potenzialità o collo di bottiglia?

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Lucchese
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Udine
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Antonio Massarutto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 77

FAQ

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