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Evoluzione e psicoanalisi

L'evoluzione dell'altruismo

La teoria della selezione naturale postula che gli obiettivi primari dell’individuo siano la sopravvivenza e la riproduzione: parlando meccanicamente, l’individuo nasce, compete con altri individui per accaparrarsi le risorse per sopravvivere ed i partner per riprodursi, e, se ha successo, i suoi geni saranno trasmessi alla generazione successiva.
La competizione, con l’ambiente, con le altre specie, e con gli altri individui della propria specie, assicura che ad ogni generazione successiva vengano passati in maniera prevalente i geni degli individui più forti e meglio adattati all’ambiente, in un ciclo continuo che garantisce le maggiori possibilità, a lungo termine, di sopravvivenza per la specie.
In questo quadro, non c’è posto per l’altruismo. Perché un individuo dovrebbe sacrificarsi per un altro, se ciò limita le sue possibilità di sopravvivere e di passare i suoi geni alla generazione seguente? E ancora, perché talune specie formano delle società in cui alcuni individui sono in una posizione di evidente svantaggio, sia dal punto di vista della sopravvivenza, che da quello della riproduzione?
Una particolare risposta a queste domande è cominciata ad apparire sin dalla fine degli anni ‘60, ma è stata resa popolare dal celebre libro di Richard Dawkins del 1976, “Il gene egoista” (The Selfish Gene).
L’ipotesi sostenuta da Dawkins è che l’evoluzione e la selezione naturale possano essere meglio comprese e studiate se si prendono come riferimento non gli individui, ma i loro geni. La sua proposta, provocatoriamente, suggerisce di vedere gli individui come semplici “veicoli” per i geni, ovvero, la “vera” forma vivente sarebbe l’acido nucleico, che si riproduce e protrae la sua esistenza nel tempo attraverso gli individui.
Questa visione, per quanto spiazzante, nondimeno permette di spiegare in modo convincente quei comportamenti incompatibili con la visione classica.
L’altruismo, in particolare, può essere facilmente interpretato in quest’ottica.
In un determinato gruppo di individui, ci sarà una ridondanza di determinati geni, cioè, uno stesso gene sarà presente in più individui, specialmente se questi sono imparentati tra di loro. Dal punto di vista dell’individuo, sacrificarsi per un altro membro del gruppo è svantaggioso, ma, dal punto di vista dei geni, si tratta di un sacrificio vantaggioso, perché il sacrificio di un individuo aumenterà le chance di sopravvivenza e riproduttive di altri individui, portatori di copie degli stessi geni dell’individuo che si sacrifica.
Vale la pena ricordare a questo proposito che, come intuibile dai paragrafi precedenti, alla grande varietà fenotipica interindividuale non corrisponde altrettanta variabilità genotipica. Ovvero, i singoli geni si trasmettono in modalità “tutto o nulla”; dalla loro combinazione, e dalle influenze ambientali, nascono le caratteristiche uniche dell’individuo. Ovviamente, una coppia di gemelli omozigoti sarà formata da due individui estremamente simili, a dispetto di qualsiasi influenza ambientale, ma ciò che qui si vuole sottolineare è che un singolo gene, o una data combinazione di geni, possono essere presenti in maniera identica anche in individui apparentemente diversi tra di loro (ad es., specialmente se si prendono in considerazione i geni recessivi).
Riassumendo, quindi, sarebbero i geni, e non gli individui, l’unità di base della selezione naturale. I geni “usano” gli individui come veicolo per sopravvivere e riprodursi. In quest’ottica dunque, il sacrificio di un individuo a favore di altri individui portatori di un patrimonio genetico più o meno simile è una strategia di sopravvivenza, ma anche di riproduzione, in quanto l’individuo che si sacrifica aumenterà le chance riproduttive di altri individui portatori di un corredo genetico simile (e quindi, dal punto di vista dei geni, si aumentano, seppur indirettamente, le chance che alcuni dei geni dell’individuo continuino comunque ad esistere nelle generazioni successive).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Evoluzione e psicoanalisi

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Informazioni tesi

  Autore: Bruno Barbera
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Bruno Baldaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

FAQ

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Parole chiave

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dinamiche di gruppo
evoluzionismo
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psicologia evoluzionistica
wilfred bion
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