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Gli affreschi del chiostro di S. Agnese a Montepulciano Pittori e committenti

L'iconografia e la commitenza

In questo capitolo si evidenziano tutti quei casi in cui è stato possibile intravedere una influenza della committenza sul programma del ciclo o sulle scene narrate nelle lunette. Supporto fondamentale per questa analisi è la Tavola comparativa delle fonti, grazie alla quale, presupponendo come fonte letteraria del ciclo la Vita del Sordini Mariani, si può confrontare la successione delle lunette del chiostro con la collocazione all’interno della fonte letteraria degli episodi rappresentati.
Il Sordini Mariani è colui che fece il programma della prima parte degli affreschi ed è anche la fonte principale per individuare la committenza delle lunette affrescate nel 1603 da Ulisse Giocchi. Le nove lunette della prima ala, quella ovest a ridosso della chiesa, furono pagate dal cardinale Francesco Maria Tarugi, le lunette 1-3, dal cardinale Roberto Bellarmino, le lunette 4-6 e dall’allora vescovo di Montepulciano Sallustio Tarugi, le lunette 7-9.
Francesco Maria Tarugi, esponente di spicco di questa nobile famiglia poliziana, nacque a Montepulciano nel 1525, nipote di Giulio III e consanguineo di Marcello II. Arcivescovo di Avignone, fu insignito della porpora cardinalizia nel 1596 da papa Clemente VIII e trasferito nel 1597 nella sede di Siena, dove si trovava al tempo della decorazione del chiostro di S. Agnese. Fu intimo di san Filippo Neri, nel 1606 rinunciò alla cattedra di Siena per ritirarsi alla Vallicella a Roma, dove morì nel 1608 all’età di 82 anni.
Il cardinale Roberto Bellarmino nacque a Montepulciano nel 1542, figlio della sorella di papa Marcello II. Fu fatto cardinale da Clemente VIII nel 1599 e nel 1602 divenne arcivescovo di Capua. Come gesuita ebbe un ruolo di primaria importanza nei processi contro Giordano Bruno e Galileo Galilei. E’ stato canonizzato nel 1930.
Questi due cardinali non poco devono aver influito sulla decisione di Clemente VIII di estendere a tutto l’Ordine domenicano l’ufficio e la messa di Agnese da Montepulciano. Ai tempi della decorazione del chiostro si trovavano il primo a Siena, ormai quasi ottantenne e l’altro diviso fra Roma e la sua sede arcivescovile di Capua. Il loro intervento di committenti non deve aver influenzato in alcun modo le decisioni del priore Sordini Mariani. Diverso sembra invece essere il caso del vescovo Sallustio Tarugi.
Sallustio Tarugi fu vescovo di Montepulciano dal 1600 al 1607 e apparteneva ad un ramo diverso della famiglia di Francesco Maria Tarugi. «Sallustio di Antonio Tarugi fu vicario dell’Arcivescovado di Monreale molti anni, fu segretario della Congregazione dei Vescovi in Roma, fu Vescovo di Montepulciano, fu ambasciatore del granduca in Spagna al Re Cattolico, fu Arcivescovo di Pisa. Studiò in Perugia nella Sapienza nell’anno 1566».
Sallustio Tarugi, essendo vescovo di Montepulciano e quindi presente in loco, dimostrò di essere più esigente nella scelta degli episodi da affrescare nel chiostro, in considerazione anche della promessa che aveva già fatto al Sordini Mariani di donare 25 lire per l’edificazione delle altre due ali del chiostro. Infatti la lunetta 7, la prima ad essere pagata dal vescovo, in realtà, secondo la successione cronologica nella Vita del Sordini Mariani e come è evidente dal confronto con la Tavola comparativa delle fonti, si sarebbe dovuta trovare dopo la lunetta 5. La successione cronologica del programma delle lunette è coerente con la Vita fino alla lunetta 5. Qui il Sordini Mariani “anticipa” il miracolo della lunetta 6, Un angelo reca ad Agnese reliquie dei luoghi santi, per riservare al vescovo Tarugi la lunetta 7, che rappresenta la consacrazione del monastero di Proceno da parte del vescovo di Sovana. L’iconografia di questa lunetta è piuttosto singolare: la scena è incentrata sulla figura del vescovo intento a fare l’elemosina ai poveri; sant’Agnese è relegata in alto a destra, inginocchiata davanti a un altare, raccolta in preghiera.
L’intenzione del vescovo Sallustio Tarugi deve essere stata quella di farsi ritrarre nei panni del vescovo di Sovana che consacrò il monastero di Proceno. Sebbene il volto del vescovo della lunetta 7 sia molto deteriorato, sembra plausibile veder una somiglianza con quello del ritratto del vescovo Sallustio Tarugi conservato nella sala capitolare del palazzo vescovile di Montepulciano.

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Gli affreschi del chiostro di S. Agnese a Montepulciano Pittori e committenti

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Informazioni tesi

  Autore: Luciano Garosi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Fabio  Bisogni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 118

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