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La Libia. Dalla fine della guerra fredda ad oggi

La battaglia per Tripoli e la caduta di Gheddafi

Dopo la battaglia per Misurata, estremamente sanguinaria e durante la quale - secondo alcuni report - Gheddafi utilizzò munizioni vietate dai trattati internazionali e bombe a grappolo, si passò alla battaglia per la liberazione di Tripoli.
 
Secondo quanto riportato da Jibril, la liberazione di Tripoli venne rimandata per tre volte, l’ultima specificatamente dalla NATO in quanto le armi necessarie non sarebbero arrivate per la data prevista della battaglia, ossia il 14 luglio. Nel frattempo si procedeva all’organizzazione della città, che per l’ultimo assalto venne divisa in quartieri e ad ogni vicinato vennero assegnati tre o quattro gruppi di uomini armati. Infine, il 20 agosto fu la data prescelta per l’operazione, data che non rimase segreta ma che venne pubblicizzata sia tramite rete internet che dagli aerei della NATO, che lanciarono volantini in arabo e in inglese per invitare la popolazione a schierarsi contro il regime. La lista iniziale che conteneva gli obiettivi da attaccare comprendeva 87 siti, di cui ne vennero però selezionati 27. In realtà la NATO ne bombardò 12 e fra questi non era compresa la caserma/bunker di Bab al-Aziziyya, che permise a Gheddafi di scappare dall’attacco.

La capitale cadde a fine agosto, senza importanti distruzioni. Gheddafi negli scontri perse il figlio Khamis, temuto capo della 32° brigata. La Libia, a quel punto, era libera a est e a ovest anche se resisteva la città di Sirte, dove si pensava che il colonnello si fosse rifugiato.
Il 1 settembre con la conquista di Tripoli, l’Unione Europea e gli Stati Uniti offrirono al CNT l’ingresso nel partenariato di Deauville, riconsegnandogli la disponibilità di beni esteri del regime che gli erano stati precedentemente congelati.

Il mese dopo, a ottobre, quando anche Sirte passò sotto il controllo dei ribelli, il colonnello fece la sua ultima mossa: chiamò la figlia Ayesha, la quale lo avvertì che i ribelli sarebbero presto arrivati a catturarlo. La telefonata venne intercettata così come il convoglio sul quale Gheddafi salì per scappare da Tripoli. Il 20 ottobre un Mirage francese bombardò il convoglio, distruggendo una o due macchine su almeno una dozzina; Gheddafi riuscì ad uscire dalla macchina nonostante le ferite, per cercare riparo in una rete fognaria. Fu proprio lì che i ribelli lo trovarono e lo uccisero.

Per circa una settimana il corpo del dittatore libico venne esposto in un negozio di macelleria a Misurata, mentre il Presidente Obama si complimentava con il popolo libico che aveva vinto la sua rivoluzione.

Il corpo di Gheddafi venne poi sepolto nel deserto, in luogo segreto e alla fine di ottobre la NATO dichiarò ufficialmente la fine della missione Unified Protector.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La Libia. Dalla fine della guerra fredda ad oggi

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Informazioni tesi

  Autore: Marta Bacci
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Leopoldo  Nuti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 142

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