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Gaetano De Sanctis e la storiografia greca: Ecateo, Erodoto e Tucidide

La composizione della storia di Erodoto

Le Storie di Erodoto possono essere idealmente suddivise nelle due parti corrispondenti agli attuali libri I-IV e VI-IX, a cui fungerebbe da cerniera il V libro. La teoria dei logoi secondo cui le varie parti dell’opera sarebbero state composte da Erodoto separatamente, ubbidendo ad uno stesso schema e solo in un secondo tempo lo storico avrebbe legato fra loro i vari nuclei tematici trattati in modo non sempre coerente: da questa motivazione deriverebbe la disorganicità dell’opera, le sproporzioni fra le parti e le digressioni. La teoria dei logoi risale alla metà del secolo scorso, fu proposta dallo Schoell e formulata dettagliatamente dal Bauer.

La diversità fra i libri I-IV (in cui prevale la storia degli ethne) e V-IX (caratterizzati invece da storie di poleis) deve essere colta nel modo più serrato di trattare gli eventi, nel venir meno della necessità di pagine etnografico-scientifiche dal momento che non era necessaria una etnografia greca, e nella scoperta del concetto unificatore dell’Hellenikòn, che Erodoto individua nell’unità di sangue, di lingua, di religione, di costumi e istituzioni simili fra Greci e che viene difeso ad oltranza proprio in occasione della guerra contro i Persiani: è una visione di tipo antropologico che permette ai Greci di avvertire ciò che li differenzia rispetto ai non Greci. Le due parti delle Storie sono dunque accomunate dall’identica cura nell’affrontare la materia storica, dalla medesima temperie morale e dalla stessa visione della vita e del mondo: Erodoto è sempre presente nella narrazione tanto che “leggerlo è come sentirlo parlare”.

Sulla genesi dell’opera erodotea e sul significato dei logoi e degli excursus va esaminato il contributo di Felix Jacoby scritto per la Realencyclopädie Pauly-Wissowa. In base alla valutazione dei logoi assiri che avrebbero dovuto essere considerati come parte dell’opera quale ci è pervenuta, l’opera dovrebbe intendersi incompleta e sarebbe stata interrotta a causa della morte del suo autore: le Storie sarebbero il risultato di una serie di logoi indipendenti, da Erodoto riuniti insieme solo successivamente quando concepì il piano generale dell’opera attraverso una fusione piuttosto approssimativa tanto che rimarrebbero tuttora le tracce della loro indipendenza originaria. Per lo storico tedesco le due anticipazioni sui logoi Assyrioi senza seguito sarebbero dovute appunto alla morte di Erodoto.

Anche i passi VI, 103 rispetto a VI, 39 e VIII 137 rispetto a V, 22 si limiterebbero ad essere semplici esplicitazioni che avrebbero però necessitato di un ulteriore approfondimento e pertanto non sarebbero il reale compimento delle anticipazioni. Molto spesso all’interno dell’opera si trovano tracce più o meno evidenti della mancanza dell’ultima mano: neppure il logos libico sarebbe, per Jacoby, ultimato e le numerose imprecisioni grammaticali unite a costruzioni sintattiche potrebbero essere considerate note marginali posteriori dimostrando ulteriormente l’incompiutezza dell’opera.

Gaetano De Sanctis, con il suo contributo dal titolo “La composizione delle storie di Erodoto”, si inserisce in questa discussione in corso e sembra convenire con l’opinione di Bauer e Jacoby secondo cui l’opera storica di Erodoto risulterebbe dall’unione di un numero di logoi in origine indipendenti fra loro e riuniti insieme dall’autore quando venne concepito il piano della grande opera ma non senza tracce della loro indipendenza originaria.

Nell’esaminare le considerazioni di Jacoby, De Sanctis afferma che lo studioso tedesco riteneva l’opera erodotea una specie di periodos ghes alla maniera di Ecateo, utilizzando in principio logoi del tutto indipendenti ed inserendo poi questi logoi più o meno rimaneggiati in uno scritto unitario il cui scopo primario (come annunciato nelle righe introduttive dallo stesso Erodoto) era quello di illustrare la guerra fra Greci e Persiani. Jacoby nota comunque che tra gli ipotizzati logoi isolati, molto probabilmente destinati alle pubbliche letture, e l’opera unitaria, ci sia un’evoluzione strutturale e che la redazione finale presupporrebbe un’elaborazione di cui le aporie esaminate prima sarebbero gli indizi più evidenti. [...]  

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Gaetano De Sanctis e la storiografia greca: Ecateo, Erodoto e Tucidide

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Monico
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere Classiche
  Relatore: Anna Maria Biraschi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 212

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Parole chiave

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storia greca
storiografia
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