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Concorrenza Fiscale e ''Nuova Geografia Economica'': un'analisi empirica nei paesi dell'U.E.

La creazione di vincoli di credibilità

Alcuni autori (Janeba 1998, Wilson 1999) sottolineano invece come i governi debbano fronteggiare un problema di credibilità nei confronti delle imprese, quando stabiliscono la loro politica fiscale. Le imprese, infatti, investono nei territori a bassa fiscalità la loro capacità produttiva, contando su un patto fiscale più o meno esplicito con gli enti che governano i territori stessi. Se non vi fosse concorrenza fiscale, gli amministratori potrebbero essere indotti, una volta attratto l’investimento, ad aumentare l’aliquota confidando nell’assenza di alternative competitive. L’impresa, a sua volta, potrebbe decidere di non investire nella regione. Si crea quindi un problema di perdita di benessere totale. Una questione sicuramente non secondaria, presente nella maggioranza dei modelli che abbiamo preso in rassegna. La concorrenza fiscale è sicuramente uno strumento adatto per permettere che l’investimento abbia luogo. Il meccanismo concorrenziale rafforza il patto fiscale tra le imprese e gli enti di governo. Questi ultimi devono mantenere il loro impegno, pena la riallocazione dei capitali da parte delle imprese se il differenziale di aliquote compensa i costi della migrazione dell’attività produttiva.
Janeba (1998) dimostra che la concorrenza fiscale potrebbe essere indotta dalla strategia di pianificazione industriale delle imprese. L’autore presenta un modello nel quale due regioni si contendono l’investimento di un’impresa, e in cui le strategie vengono messe in atto in tre momenti successivi. Nel primo stadio, l’impresa intraprende un singolo progetto che prevede l’investimento nei due paesi per costruire degli impianti con una determinata capacità. Nel secondo stadio ognuno dei due governi sceglie quanto tassare l’output prodotto entro i propri confini. Nel terzo ed ultimo stadio l’impresa sceglie il suo livello di produzione in base all’aliquota cui essa è soggetta. Nel modello si crea un problema di vincolo posto dall’impresa ai due governi, poiché essi scelgono l’aliquota fiscale conoscendo la capacità produttiva degli impianti. Se l’impresa ha un eccesso di capacità produttiva, essa può decidere quanto e dove produrre in base al differenziale tra le aliquote stabilite dai governi. Questa, posto che i costi di investimento siano sufficientemente bassi, rappresenta la strategia ottimale per l’impresa, che costringe i governi a competere fiscalmente, ed ad esempio, a non colludere.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Concorrenza Fiscale e ''Nuova Geografia Economica'': un'analisi empirica nei paesi dell'U.E.

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Ruffino
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Analisi Economica delle Istituzioni Internazionali (lm 56)
  Relatore: Emma Galli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 109

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