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Famiglie arcobaleno e servizi educativi per la prima infanzia. Il ruolo dell'educazione di genere per promuovere l'inclusione

La crescita e il vissuto sub-judice dei figli Arcobaleno

La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo del 1989, art.3, riconosce il the best interest of the child, (interesse superiore del fanciullo), come "una considerazione preminente" in cui "il minore gode del diritto ad avere una famiglia" (Saporiti, 2014, p. 263), essere adottato oppure affidato ad altre persone, se privo di cure: l'articolo non fa alcun riferimento all'orientamento sessuale dei genitori. il Best interest è utilizzato per sostenere anche tesi opposte, poiché si perseguirebbe soltanto quando i genitori sono di sesso opposto e possibilmente sposati (Saporiti, 2014) secondo le tesi avverse in cui le ricerche sostengono il danno psicologico e sociale dei figli dovuto all'orientamento sessuale dei genitori (Dettore, Parretta, 2013); le tesi favorevoli affermano che l'orientamento sessuale dei genitori non impatta sulla crescita dei figli (Dettore, Parretta, 2013).

Gli studi effettuati per la maggioranza negli Stati Uniti hanno confrontato un campione di figli di genitori omosessuali (spesso due madri), con figli di eterosessuali, considerando quattro variabili:
1. Genere dei figli e dei genitori
2. Comportamento e preferenze di genere/sessuali dei figli
3. Processi relazionali e comportamento dei genitori
4. Benessere psicologico dei figli e dei genitori
Dai risultati delle ricerche svolte da Golombok e Mccallum risulta che l'assenza della figura materna o paterna influenza la crescita dei figli, ma non negativamente: specialmente nel caso di figlie cresciute da due madri, non risulta una lacuna. La presenza di due madri o due padri ha permesso ai figli di sviluppare una mentalità elastica riguardo il genere e sessualità, mostrando una probabilità alta di pronunciarsi aperti a relazioni omosessuali, non data da una omosessualità contagiosa, ma da un'educazione non improntata su stereotipi di genere. Spesso la tesi dell'interesse del bambino non rispettato dall'egoismo dei genitori omosessuali è servita solamente per giustificare la visione tradizionale della famiglia: è collegata alla tesi secondo cui i figli potrebbero sviluppare un'"identità di genere difettosa ed instabile" (Dettore, Parretta, 2013 p.131), che conferma la tesi dell'inadeguatezza dei genitori dello stesso sesso.

Questa richiede implicitamente di rinunciare a diventare genitori, sostenendo che i figli saranno vittime di omofobia, aumentando così la visione eteronormativa e in cui figli diventano individui fragili e da proteggere. I bambini subiscono bullismo omofobico nel caso in cui rivelino ai coetanei di appartenere ad una famiglia omogenitoriale, ma è collegato ai livelli di accettazione nel paese in cui vivono. L'assenza della figura del sesso opposto non comporta danni, così come le abilità genitoriali sono slegate dall'orientamento sessuale: le preoccupazioni riguardo l'adattamento sociale e l'attaccamento dei figli nei confronti dei genitori omosessuali gravitano intorno a credenze stereotipate, senza evidenze scientifiche (Dettore, Parretta, 2013).

La specificità della famiglia omogenitoriale non dev'essere negata, proprio per evitare di aumentare tali pregiudizi, ma non dev'essere neanche un deficit o un limite per la genitorialità omosessuale: soprattutto in caso di problematiche presenti nella famiglia, come una conflittualità tra i genitori, non devono essere omesse, dato che possono caratterizzare sia le famiglie omogenitoriali sia quelle eterogenitoriali. I figli arcobaleno in realtà crescono ritenendosi soddisfatti della loro identità sessuale, con una mentalità sdoganata da stereotipi, resilienti agli attacchi omofobici, accompagnati da genitori che risultano disponibili e presenti. La motivazione che ha incentivato i genitori a concepire un figlio/a, spesso in età matura, superando la burocrazia legata alla FMA o GPA, ha portato maggiore consapevolezza nei genitori riguardo al loro ruolo e alle attività di cura dei figli.

Questo è estremamente positivo per i figli, trasmette cura e un attaccamento sicuro: infatti non si presentano più vulnerabili sotto il profilo psicologico rispetto ai figli nati e cresciuti in famiglie eterosessuali; non ci sono differenze rispetto a eventuali disturbi psichici, problemi comportamentali, adattamento scolastico. Tali dati affermano che i figli arcobaleno presentano caratteristiche simili rispetto a quelle di figli nati in famiglie tradizionali: soprattutto l'Italia ha una rappresentazione stereotipata, basata su principi diffusi che la società pretende che siano condivisi da tutti (Saporiti, 2014); il nucleo familiare composto da due madri, o due padri, non è previsto secondo la concenzione eterosessuale di famiglia, in cui figli dovrebbero essere cresciuti da un padre e una madre (Bottino, Danna, 2005).

Ma la domanda che sorge è, qual è l'interesse del bambino? Le prove evidenziano che le peculiarità di tali famiglie non sono considerate difetti o fattori dannosi verso i figli, ma anzi sono vantaggiose per lo sviluppo dell'identità di genere, rispetto alla rigidità proposta spesso da figure soprattutto maschili eterosessuali. L'orientamento sessuale dei genitori non è rilevante riguardo il benessere dei figli, perché questi percepiscono la loro famiglia come la loro normalità a differenza della società che dovranno affrontare, che non necessariamente, sarà causa di bullismo o isolamento. Il problema sono l'indifferenza legislativa e lo stigma che impattano sul loro vissuto, a causa di pregiudizi senza prove che portano a giudicare genitori e figli, causando stress psicologico, e problematiche con la propria identità. Occorrerebbe decostruire il concetto di famiglia e genitorialità, prescindendo dall'orientamento sessuale dei genitori, comprendere che alla base di un pregiudizio non vi è mai una base empirica. Sarebbe basilare riconoscere giuridicamente tali famiglie e sensibilizzare dall'infanzia i bambini.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Famiglie arcobaleno e servizi educativi per la prima infanzia. Il ruolo dell'educazione di genere per promuovere l'inclusione

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Informazioni tesi

  Autore: Margherita Tulli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Francesca Dello Preite
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 62

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