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Dalle casse rurali ed artigiane alle banche di credito cooperativo (con particolare riferimento alla Toscana)

La Federazione delle Casse rurali toscane

La riconversione e la rinascita democratica delle Casse Rurali trovano, dopo gli anni bui del fascismo e i due conflitti mondiali, un loro primo punto di approdo normativo con la nuova legge del 4 agosto 1955 che, migliora il precedente testo Unico, e restituisce alle Casse rurali la fondamentale funzione della concessione del credito agrario e riconosce il ruolo dell’Ente Nazionale delle Casse Rurali Agrarie ed Enti Ausiliari. Rilevante è anche l’azione svolta dalla Banca d’Italia, sempre pronta a richiamare le Casse perché armonizzassero gli investimenti ai mezzi di cui potevano disporre.
[...]
Partendo da tali presupposti e dal fatto che le Casse potevano e dovevano diventare o meglio consolidarsi, come motore dello sviluppo locale basandosi su principi quali solidarietà, imprenditorialità, organizzazione e innovazione, Pietro Fabbri, definito il pioniere del credito cooperativo, “partorì” un'idea che precorreva i tempi.

Egli capì che le Casse da sole non sarebbero mai state in grado di fornire ai soci e ai loro clienti un servizio all’altezza delle banche più moderne. L’unica soluzione per loro era quella di organizzarsi e associarsi: per dare una mano alle Casse più deboli e per garantire a tutte la strumentazione che autonomamente non potevano nemmeno immaginare.
La realizzazione di queste idee si ebbe il 13 luglio 1959 con la fondazione della Federazione toscana delle Casse Rurali ed Artigiane, la prima in assoluto in Italia, la quale divenne un modello per l’intero movimento nazionale di credito cooperativo. Fu un vero e proprio salto di qualità, un’idea rivoluzionaria per quei tempi, sia per le finalità che per le modalità della Federazione.
L’obiettivo della Federazione era quello di fornire servizi di alta qualità alle Casse della regione per stimolarne la vocazione di banche del territorio votate alla promozione e allo sviluppo della comunità di riferimento.
[...]
Il cammino per la costituzione della Federazione fu pieno di ostacoli da superare. Sicuramente il maggiore era rappresentato dall’ostracismo della Banca d’Italia, che si mostrò contraria all’idea di un organismo regionale autofinanziato e scrisse una circolare a tutte le Casse della Toscana contestando i finanziamenti fatti e dicendo che in tal modo le Casse sarebbero andate contro la legge perché sottraevano una parte degli utili ai soci con un'operazione che nei bilanci sociali non trovava giustificazione. Per tale obiezione formale Pietro Fabbri riuscì a trovare uno stratagemma contabile, che fu quello di far figurare le erogazioni alla Federazione come destinazione degli utili fatta dall’assemblea della singola Cassa per scopi di beneficenza e di solidarietà.

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Dalle casse rurali ed artigiane alle banche di credito cooperativo (con particolare riferimento alla Toscana)

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Cioni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia bancaria
  Relatore: Franco Belli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 63

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