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Gli scandali sessuali del 2009 in Italia: Berlusconi e Marrazzo

La macchina del fango: una nuova fattispecie?

Il popolare giornalista Roberto Saviano, personaggio controverso non solo per il contenuto dei suoi scritti ma anche per quello che suscitano negli altri media e nell’opinione pubblica, ha definito più volte come macchina del fango l’uso improprio di fatti strettamente privati, del tutto pubblicamente irrilevanti, raccontati in modo da metterne in cattiva luce il protagonista. Mentre l’inchiesta, strumento assolutamente legittimo per indagare su un fatto notiziabile, necessita di una enorme mole d’informazioni, a quella che è vera e propria diffamazione basta un solo, piccolo elemento per costruire una vera e propria realtà parallela. Parti della stampa e della politica hanno fatto propria questa tecnica di diffamazione, utilizzandola contro gli avversari politici, e non sempre questi fanno parte dello schieramento opposto.

Un caso emblematico è quello che riguarda il governatore della Campania Stefano Caldoro. Cinquantenne esponente del PdL dalla faccia pulita, è stato la carta giocata dal partito in sostituzione di Nicola Cosentino, sottosegretario all’economia e coordinatore regionale, indagato per associazione camorristica e considerato dalla Procura di Napoli “socialmente pericoloso”. Ormai troppo esposto per potersi proporre come prima scelta, Cosentino ha cercato di aggirare l’ostacolo con l’aiuto di Flavio Carboni, Pasquale Lombardi, Arcangelo Martino ma soprattutto con quello di Ernesto Sica, vero e proprio esecutore materiale della “missione”, che avrebbe provveduto in prima persona alla collazione di gran parte del dossier di fandonie sul conto di Caldoro. Sica, sindaco di Pontecagnano, secondo i magistrati avrebbe voluto creare un doppio fronte nella battaglia per la leadership campana; da un lato, la collaborazione con la camorra, dall’altro imbarazzanti frequentazioni con dei transessuali. Tutto creato ad arte per distruggere l’immagine pubblica di Caldoro e permettere a Cosentino di riprendersi il posto che probabilmente riteneva essere suo di diritto. Il tentativo però fallì: il partito ha comunque scommesso su Caldoro.

Chi sceglie di servirsi della macchina del fango non va per il sottile: banalizza il quotidiano del soggetto che intende distruggere, sovradimensiona minuzie senza valore per gettare ombra sulla sua vita e non esita nei comportamenti al limite della legalità o ben oltre, quando serve.
Il programma televisivo Mattino 5, contenitore quotidiano dell’ammiraglia di Mediaset, poco dopo l’uscita della pesantissima sentenza Cir-Fininvest-Lodo Mondadori, il 15 ottobre 2009 attaccò frontalmente il giudice Raimondo Mesiano. “Reo” del pronunciamento di dieci giorni prima, aveva ottenuto anche una promozione dal Consiglio Superiore della Magistratura la cui presunta natura politica veniva indicata più o meno tra le righe dai presenti. Il filmato è così innocuo da non concedere alcun appiglio neppure al più schierato dei conduttori, eppure Claudio Brachino annunciava «immagini esclusive». Il tono di Annalisa Spinoso, autrice del servizio, è sarcastico. «Alle sue stranezze siamo ormai abituati», dice, come se l’uomo che attende il suo turno dal barbiere tenesse un comportamento assurdo passeggiando con una sigaretta tra le dita. «Guardatelo», termina, «seduto su una panchina, camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese, di quelli che in tribunale non è proprio il caso di sfoggiare.» Anche Brachino, una volta tornati in studio, mette altra carne al fuoco nell’introdurre il direttore del Giornale Alessandro Sallusti: «Tra la stravaganza del personaggio e la promozione del CSM c’è qualcosa che non funziona.» Nessun altro riesce a notare la fantomatica stravaganza di Mesiano, tanto che lo spionaggio di bassa lega e le feroci polemiche scatenate in risposta dall’Opposizione e dall’Associazione Nazionale Magistrati costarono a Brachino due mesi di sospensione dall’Ordine dei Giornalisti. Non si può fare a meno di domandarsi cosa avrebbero potuto causare immagini di contenuto in apparenza equivoco ma altrettanto innocenti nella realtà: in che cosa si sarebbe trasformato, grazie alla macchina del fango, un abbraccio ad un vecchio amico, un caffè con una collega o un altro semplice gesto quotidiano?

Questo brano è tratto dalla tesi:

Gli scandali sessuali del 2009 in Italia: Berlusconi e Marrazzo

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Papasergi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo
  Relatore: Cristopher Cepernich
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 151

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