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La Media Education al tempo della post-verità: le competenze digitali per combattere la disinformazione

La Media Education e le diverse forme di Literacy

Come si è finora asserito quindi la ME rientra tra le soluzioni più prese in considerazione. Essa però si articola in una moltitudine di literacies che divergono tra loro. Come si analizzerà nei paragrafi successivi si incontreranno varie literacies ed ognuna si occuperà più nello specifico di alcune caratteristiche comunicative rispetto ad altre. Nell’elaborato si cercherà di analizzarle il più approfonditamente e con più cura possibile.

Media Literacy
Cos’è quindi la ML? Per prima cosa analizziamo la risposta di Aufderheide (1992), che definisce la formazione, gli obiettivi e i risultati: "Una persona alfabetizzata ai media (e tutti dovrebbero avere l’opportunità di diventarlo) può decodificare, valutare, analizzare e produrre sia i media stampati che quelli elettronici. L'obiettivo fondamentale dell'alfabetizzazione mediatica è un rapporto di autonomia critica con tutti i media. L'enfasi nella formazione all'alfabetizzazione mediatica varia ampiamente, includendo la cittadinanza informata, l'apprezzamento e l'espressione estetica, la difesa sociale, l'autostima e la competenza del consumatore" (Aufderheide, 1992, p1, nostra traduzione).
Nell’infografica proposta dall’organizzazione Eavi (2017), mostrata in Fig. 3, si fa riferimento a ‘’Media Literacy for Citizenship’’. Ciò segnala la rilevanza della Media Literacy nel contrasto alla disinformazione. Vedremo di seguito quanta sensibilizzazione venga fatta dagli studiosi proprio verso l’incremento della ML e delle altre literacies. Per molti, infatti, educare ai media sarà l’effettiva sfida della comunicazione in queste decadi. Nella medesima dicitura, si sarà già notata, la presenza della parola Citizenship. Anch’essa difatti rappresenta, in un certo modo, il fulcro del nostro discorso. ML punta a creare un sistema che dovrebbe essere in grado di educare tutta la cittadinanza fornendo le risorse teoriche necessarie per potersi muovere nel mondo dell’informazione con sicurezza e consapevolezza.
Con Media Literacy intendiamo il risultato, o uno dei possibili risultati della ME. La sua importanza mediatica è giustificata non solo dalla quantità di esposizione ai media. La giustifica anche il ruolo vitale dell'informazione nello sviluppo della democrazia, della partecipazione culturale e della cittadinanza attiva (Koltay 2011).

Tornando su Aufderheide, la studiosa segnala cinque caratteristiche dei media:
"I media sono costruiti e costruiscono la realtà;
• I media hanno implicazioni commerciali;
• I media hanno implicazioni ideologiche e politiche;
• Forma e contenuto sono correlati in ogni mezzo, ognuno dei quali ha un'estetica unica, codici e convenzioni;
• I ricevitori negoziano il significato nei media>". (Aufderheide, 1992, p2, nostra traduzione)

Si può ben notare l’importanza dei media e di conseguenza l’importanza di un’adeguata gestione di essi. In questi cinque punti emerge la forza dei media.
Concentrando l’attenzione sull’ultima caratteristica, anche la definizione proposta dalla Commissione Europea riconosce sia l’importanza della ricezione che quella della produzione dei media:
"L’alfabetizzazione mediatica è generalmente definita come la capacità di accedere ai media, di comprendere e valutare criticamente i diversi aspetti dei media e del loro contenuto e di creare comunicazioni in una varietà di contesti" (Commissione europea, 2007, p3, nostra traduzione).
L’importanza della produzione dei media è riconosciuta anche dall’Ontario Association for Media Literacy (AML) riconosce:
"L'alfabetizzazione mediatica riguarda lo sviluppo di una comprensione informata e critica della natura dei mass media, delle tecniche da esso utilizzate e dell'impatto di queste. È un'educazione che mira ad aumentare la comprensione e il divertimento degli studenti su come funzionano i media, come producono significato, come sono organizzati e come costruiscono la realtà. L'alfabetizzazione mediatica mira anche a fornire agli studenti la capacità di creare prodotti mediatici". (Duncan, 2006, p31-34, nostra traduzione)
Le ultime due definizioni parlano di produzione dei media. Essa è parte delle chiavi per capire al meglio il mondo dell’informazione. Difficilmente si potrà diventare un media literate studiando solo le parti teoriche, sarà difficile capire la complessità dei meccanismi in gioco solo leggendo qualche libro. Con la produzione attiva di media, invece, ci si può immedesimare nella figura di informatore. Quindi si possono toccare in maniera diretta tutte le valutazioni e gli ostacoli che questa figura affronta normalmente, in modo da capire pienamente il mondo che si sta analizzando.

Information Literacy
Un altro approccio distinto, ma al tempo stesso convergente è quello dell’Information Literacy (IL). La ML concentra il suo campo d’azione nell’analisi dei media audiovisivi. Invece, si parla di IL quando le pratiche di ME sono volte al trovare strategie per valutare la qualità informativa dei messaggi.
Nonostante questa distinzione, i parallelismi tra le definizioni non mancano. Del resto, si parla di ambiti complessi e strettamente correlati.
Così Livingstone, Van Couvering, Thumim (2008, p5, nostra traduzione) analizzano più da vicino le differenze tra ML e IL:
"La Media Literacy vede i media come una lente o una finestra attraverso la quale vedere il mondo ed esprimere sé stessi, mentre l’Information Literacy vede l’informazione come uno strumento con cui agire sul mondo. L’alfabetizzazione mediatica, quindi, mira a correggere i difetti del vetro. L’alfabetizzazione informativa, invece, mira ad aumentare la precisione della mano che maneggia lo strumento".
Entrambe le metafore presentano però delle falle e sono state criticate dalla letteratura scientifica. Per quanto riguarda la ML, è difficile aggiustare perfettamente i danni del vetro. Rischia dunque di essere una visione troppo ottimistica. Per quanto riguarda l’altro esempio, quello della IL, pare che alla domanda ‘’come le persone ottengono informazioni?’’ non venga data risposta. Se la IL garantisce accesso alle informazioni per gli utenti, comunque non garantisce che quel vetro possa avere dei difetti. Ciò svela enormi criticità. Perché capire solo se gli utenti hanno accesso alle informazioni e quanto bene le comprendono non è sufficiente. Il riscontro di questi problemi nella definizione qui di sopra, rappresenta la sfida degli studiosi di comunicazione, trovare le risposte a queste criticità ed andare ancora più a fondo nella qualità degli studi scientifici (Livingstone, Van Couvering, Thumim, 2008).
L’Association for College and Research Libraries (ACRL, 2000) definisce la IL come il quadro intellettuale per comprendere, trovare valutare ed usare le informazioni. Una definizione molto inclusiva che chiarisce gli obbiettivi di questa Literacy.
È se si volesse definire il risultato di questo processo? Chi è un information literate?

Risponde a queste domande Doyle (1992, p17, nostra traduzione), individuando le attività di questa figura:
"• riconosce che un'informazione accurata e completa è la base per un processo decisionale intelligente
• riconosce il bisogno di informazioni
• formula domande basate sui bisogni di informazione
• identifica potenziali fonti di informazione
• sviluppa strategie di ricerca efficaci
• accede alle fonti d'informazione, comprese le tecnologie informatiche e di altro tipo
• valuta le informazioni
• organizza le informazioni per un'applicazione pratica
• integra le nuove informazioni in un corpo di conoscenze esistenti
• usa le informazioni nel pensiero critico e nella risoluzione dei problemi".

Nonostante queste caratteristiche di un information literate siano state scritte nel lontano 1992, sono attuali e adeguate anche alla letteratura odierna. Per quanto l’IL sia tra le literacies che più di tutte guarda al progresso ed abbia subito forti riforme, gli obbiettivi di un Information Literate rimangono pressoché invariati.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La Media Education al tempo della post-verità: le competenze digitali per combattere la disinformazione

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Vigliante
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Comunicazione tecnologie e culture digitali
  Relatore: Elena Valentini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 51

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