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Memorial e la lotta per la preservazione della memoria in Russia

La memoria al servizio del potere. Il caso Russia-Ucraina

La memoria ucraina è particolarmente forte a Sandormoch. Nel convoglio delle Solovki, infatti, erano presenti circa 300 detenuti che, per motivazioni politiche, culturali o sociali, possedevano un legame con l'Ucraina: per questo motivo, e in generale per le repressioni subite dalla sua intelligencija negli anni Trenta, l'Ucraina della fine degli anni Novanta e dei primi anni Duemila percepiva Sandormoch esclusivamente come luogo della memoria ucraina.163
Questo sentimento di profondo attaccamento al proprio passato e di profondo rispetto nei confronti della memoria delle proprie vittime era particolarmente riscontrabile nella massiccia partecipazione delle delegazioni ucraine alle celebrazioni della Giornata della Memoria: esse comprendevano non solamente familiari o amici delle vittime, ma anche politici, attivisti per la difesa dei diritti civili, storici e giornalisti.

Si trattava di una memoria spiccatamente nazionale: la colonna in marcia vestita con i costumi nazionali, i sacerdoti e i suonatori di bandura, le bandiere gialloblu, l'inno nazionale, la lingua ucraina, il rifiuto plateale di parlare in russo… […] Poco dopo la scoperta delle fosse comuni a Sandormoch, in Ucraina si formò la comunità Fratellanza delle Solovki, composta più che da parenti e amici delle vittime, da storici, letterati, figure pubbliche e semplici appassionati.164

La partecipazione delle delegazioni ucraine era caratterizzata da rituali ben precisi: in aggiunta alle celebrazioni religiose e agli interventi pubblici, nel 2006 venne introdotta la "lettura dei nomi", che non riguardava esclusivamente i detenuti ucraini delle isole Solovki, ma tutti gli ucraini giustiziati a Sandormoch, tra cui anche i detenuti ucraini del BelBaltLag, i coloni del lavoro e tutti coloro che abitavano in Carelia: la cerimonia prevedeva, in totale, la lettura di 685 nomi.165

Tuttavia, già in precedenza l'Ucraina aveva dimostrato un'attenzione particolare nei confronti della memoria nazionale. Già nel 1997, infatti, a Kyïv erano iniziate le pubblicazioni dei primi volumi di Ultimo indirizzo, una raccolta contenente i documenti riguardanti i detenuti ucraini del "convoglio perduto" che furono giustiziati nella radura di Sandormoch; il terzo volume, invece, riguardava i detenuti ucraini internati nel Carcere a destinazione speciale delle Solovki, fucilati poi nei mesi di dicembre e febbraio del 1938. In seguito, nel 2003, è stata pubblicata una nuova edizione dell'opera, che presenta due volumi aggiuntivi.166

La celebrazione della memoria ucraina a Sandormoch, tuttavia, subì un forte arresto nel 2014, a causa dell'inasprimento delle tensioni internazionali. Tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014, la Piazza dell'Indipendenza di Kyïv (Majdan Nezaležnosti) accolse numerose manifestazioni filoeuropee, conosciute con il nome di Euromaidan o Maidan Revolution.167

Nel novembre del 2013, infatti, l'Ucraina avrebbe dovuto firmare un accordo di collaborazione con l'Unione Europea, il quale venne invece sospeso dal governo e sostituito da un patto di unione doganale con la Russia, che portò alla riduzione del prezzo del gas, all'abolizione delle barriere doganali e ad un prestito di 15 miliardi di dollari. La decisione del governo ucraino provocò numerose proteste e portò all'inizio della "Rivoluzione della dignità", che fino alla prima metà di febbraio del 2014 fu prettamente pacifica; la situazione precipitò quando, tra il 19 e il 20 febbraio, la polizia aprì il fuoco sui manifestanti a Kyïv, provocando la morte di circa 100 persone. In seguito, il parlamento ucraino votò per la rimozione del presidente Janukovič e nominò un nuovo presidente ad interim, il quale considerò l'associazione con l'Unione Europea una priorità assoluta. Questo cambio di rotta fu percepito dal presidente Putin come un tentativo di rovesciare il precedente patto stipulato con la Russia, e portò ad una annessione della Crimea considerata da numerose organizzazioni internazionali una violazione del diritto internazionale e dell'integrità nazionale dell'Ucraina. I soldati russi presenti sul territorio – inizialmente considerati separatisti locali ma, in realtà, vere e proprie truppe militari russe – occuparono la Crimea.168

L'annessione fu preceduta da un referendum, non riconosciuto da Kiev, in cui si chiedeva ai cittadini ucraini residenti nella penisola e a quelli russi con permesso di soggiorno di decidere sul ricongiungimento della Crimea alla Federazione Russa in quanto soggetto federale. Secondo i criticati risultati del referendum, che si tenne il 16 marzo, il 96,77% dei voti furono a favore dell'annessione alla Russia e vi partecipò l'83,1% degli aventi diritto al voto, nonostante diversi componenti della minoranza tatara avessero annunciato il boicottaggio del seggio. Secondo il censimento della Crimea ad opera del governo russo, nel 2014 gli abitanti della Crimea erano per il 67% russi, per il 15,7% ucraini e per il 12,6% tatari d'Ucraina.169

Nell'aprile del 2014, l'occupazione si estese nella regione del Donbass e portò ad insurrezioni filorusse sostenute e armate dalla Russia stessa, nonostante la Federazione Russa non si dichiarasse coinvolta ufficialmente nel conflitto. Le rivolte portarono, l'11 maggio 2014, alla proclamazione dell'indipendenza delle repubbliche filorusse di Donec'k e Luhans'k, a seguito di un referendum istituito dalle autorità separatiste. Tra il 2014 e il 2015, attraverso la mediazione di Francia e Germania cominciarono le trattative per gli accordi internazionali di Minsk, nel tentativo di porre fine al conflitto. [...]


163 I. Flige, op. cit., p. 143.
164 Ivi, p. 146.
165 Ivi, p. 150
166 Ivi, p. 146.
167 J. Evangelista, "Da Euromaidan all'invasione russa: l'Ucraina dal 2014 a oggi", Gariwo, 2022, 15 marzo, .

Questo brano è tratto dalla tesi:

Memorial e la lotta per la preservazione della memoria in Russia

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandra Di Nunno
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Traduzione specialistica
  Relatore: Simone Guagnelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 124

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sandormoch
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