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Discalculia evolutiva: panoramica sulle modalità di riabilitazione

La Memoria di lavoro: costrutto e relazione con la matematica

La memoria di lavoro è una delle FE più studiate e più spesso bersaglio di trattamenti volti anche ad alleviare le difficoltà o il franco disturbo del calcolo, poiché si ritiene che abbia un ruolo cruciale per le prime attività di conteggio, per il recupero dei fatti aritmetici e per la risoluzione di problemi (Mariani et al., 2012).

Esistono innanzitutto evidenze scientifiche a supporto di due costrutti di memoria di lavoro fra di loro contrastanti: da alcuni (Baddeley), infatti, essa viene concepita come un’abilità dominio-generale, per cui risulta indifferente il tipo di materiale con il quale viene sollecitata, secondo altri (Ericsson e Kintsch), invece, integra competenze e procedure dominio-specifiche, per cui quella verbale avrebbe una relazione più forte con il calcolo mentre quella visuo-spaziale con la geometria.

È oggetto di dibattito, infatti, anche il suo coinvolgimento nei vari ambiti della matematica; ci si chiede, cioè, in che grado esso possa essere ravvisato e se sussistano differenze fra i tipi di memoria di lavoro (ammessa la loro esistenza) in relazione ai campi della matematica.

Dalla metanalisi condotta da Peng e colleghi (Peng et al., 2016)35 non emergono differenze significative fra i vari tipi di memoria di lavoro (verbale, visuo-spaziale, numerica)36 rispetto alla loro relazione con la matematica.

La stessa metanalisi prende in esame il ruolo della memoria di lavoro con i singoli domini che compongono la matematica. Per quanto riguarda la cognizione numerica di base, infatti, alcuni studi ammettono che la memoria di lavoro entri in gioco, altri lo escludono; per le quattro operazioni non è chiaro se il ruolo della memoria di lavoro cambi a seconda che si tratti di operazioni a 1 o a 2 cifre (in quest’ultimo caso, ad esempio, per tenere a mente i risultati intermedi e per poter effettuare i raggruppamenti), a seconda dei tipi di memoria di lavoro o dell’età dei bambini (nei più piccoli sarebbe infatti maggiore il coinvolgimento di quella visuo-spaziale, nei più grandi ad essa si aggiungerebbe quella verbale); per quanto riguarda la risoluzione dei problemi con testo il ruolo della memoria di lavoro è ampiamente riconosciuto ma non è ancora chiaro quanto esso sia influenzato dai tipi di memoria.

Sul rapporto fra memoria di lavoro e frazioni, geometria e algebra, infine, gli studi ancora scarseggiano. Nel caso delle frazioni si ipotizza una sua incidenza, poiché nel confronto fra di esse o nella loro collocazione sulla linea dei numeri si devono tenere a mente allo stesso tempo le grandezze rappresentate sia dal numeratore che dal denominatore. Nel caso della geometria, invece, finora viene riconosciuta una relazione debole, che non sarebbe influenzata dai tipi di memoria di lavoro; identici a questi ultimi sono poi i risultati riguardanti l’algebra. La correlazione più forte ad essere riscontrata è quella fra memoria di lavoro e operazioni e fra memoria di lavoro e problemi con testo, la più debole quella con la geometria. Nel caso del rapporto ML-operazioni ed ML-geometria esso appare influenzato dall’età, ipotizzando che questo sia dovuto al fatto che i più piccoli non avrebbero ancora sedimentato le procedure nella memoria a lungo termine e quindi dovrebbero ricorrere di più a sforzi di ragionamento, mobilitando anche le loro risorse di ML. Gli autori auspicano, comunque, ulteriori studi che indaghino la correlazione fra ML e ambiti della matematica in campioni con età diverse.

In sintesi, non emerge l’evidenza di un legame particolare fra un certo tipo di memoria di lavoro e un determinato ambito della matematica, tranne nel caso della relazione fra memoria di lavoro mista e cognizione numerica di base.

Considerando campioni costituiti da bambini sia solo discalculici sia con discalculia in comorbilità (insieme ad Adhd, Ritardo cognitivo, Sindrome di Turner, Paralisi cerebrale, Sindrome velo-cardio-facciale, Disprassia, Sindrome fetale alcolica), la relazione fra ML e abilità matematiche risulta più forte nel caso di comorbilità.

Per quanto riguarda il trattamento, dalla metanalisi emerge una correlazione più forte con la matematica per i task che coinvolgono più domini della ML anziché un unico ambito, ma il trattamento mirato alla sola ML non appare finora sufficiente per migliorare la performance in matematica, per cui si richiama la necessità di ulteriori studi che verifichino l’efficacia di interventi capaci di combinare task sulla ML mista e istruzioni matematiche.

Altre metanalisi mettono anch’esse in dubbio la trasferibilità degli effetti dei training incentrati sulla ML ad altre FE, come il controllo inibitorio, e alla stessa matematica, che richiederebbe, invece, un uso coordinato di varie FE, ad esempio anche di inibizione e shifting oltre che della ML (Melby-Lervåg e Hulme, 2013; Schwaighofer et al., 2017).

È bene, tuttavia, riportare alcune ragioni per cui i training sulla memoria di lavoro possono non avere effetto (Layes et al., 2018): la differenza di età fra i bambini che compongono il campione, per cui i più piccoli farebbero maggiore affidamento sulla memoria di lavoro rispetto ai più grandi; la differenza fra i task centrati sulla memoria di lavoro e le caratteristiche del campione, come ad esempio la presenza di soggetti con comorbidità; la presenza all’interno del campione di bambini con background linguistico differente che può rendere più difficile l’elaborazione dei numeri (ad esempio, nel caso di bambini arabi il fatto che i numeri si leggano da destra a sinistra). E ancora (Peng et al., 2016): la variabilità dei materiali usati nei training a seconda del tipo di memoria di lavoro indagata (visuo-spaziale, verbale, numerica); la variabilità delle competenze considerate per valutare la trasferibilità degli effetti; e ancora, la variabilità della popolazione sulla quale i training vengono effettuati (ad esempio, se soggetti con difficoltà in matematica o con sviluppo tipico).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Discalculia evolutiva: panoramica sulle modalità di riabilitazione

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Informazioni tesi

  Autore: Azzurra Frattegiani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Corso di logopedia
  Relatore: Gloria Valeria Torlone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 96

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Parole chiave

matematica
riabilitazione
logopedia
memoria di lavoro
funzioni esecutive
discalculia evolutiva
disturbi di apprendimento
disturbo del calcolo

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