La moneta

Parallelamente alla moneta-merce, si sviluppò anche la moneta-debito per ovviare al problema della scarsità del mezzo monetario, e perché si presentava come uno strumento monetario più comodo.
La prima moneta debito di cui si abbia conoscenza sono le tavolette di argilla della Mesopotamia che sembra venissero usate come ricevute di deposito del grano presso grandi silos governativi, ma che ben presto divennero esse stesse moneta di scambio tra i commercianti, perché erano molto più pratiche da utilizzare rispetto al grano a fronte del deposito del quale venivano rilasciate. Erano utilizzate come mezzo di scambio alla stregua di moneta e solo raramente riconsegnate per essere cambiate nel bene di cui erano la ricevuta di deposito.
Strumenti monetari analoghi furono le fedi di deposito dei cavalieri templari. I vari regnanti d'Occidente che si recavano in Terrasanta per unirsi alle crociate avevano l'obbligo di depositare le loro ricchezze nei forzieri dell'ordine cavalleresco e, una volta effettuato il deposito, veniva rilasciato loro un certificato di proprietà chiamato fede di deposito, il quale attestava i beni preziosi affidati al tempio. Questo fenomeno costituisce una delle prime forme bancarie.
Nella Palestina del I millennio a.C., il popolo di Israele utilizza uno strumento monetario innovativo, il Mamrè, che trova fondamento nel comandamento creditizio di Mosè, contenuto nel Deuteronomio.
La dottrina sociale monetaria di Mosè prevedeva che tutti i credenti in Dio dovessero farsi reciprocamente prestiti senza interesse nella misura delle loro necessità, e che il debito, ogni sette anni, venisse eliminato anche se non pagato (anno sabbatico).
Si trattava di ricevute di credito rilasciate dai debitori, la cui emissione era affidata alla responsabilità dei singoli credenti.
La ricevuta di credito era garantita solidalmente da tutto il popolo ebraico, di conseguenza il titolo di credito era un titolo sicuro, molto più sicuro che portare con sé merci preziose. [...]