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Morte o lesioni come conseguenza di altro delitto

La "morte o lesione di una persona" quale "conseguenza non voluta"

Morte o lesioni devono costituire una conseguenza non voluta, e pertanto non devono essere sorrette da alcun coefficiente di volontà, nemmeno nel grado minimo del dolo eventuale.
La rubrica dell'art. 586 intitolata "altro delitto" e il rapporto di specialità con l'art. 83, norma che si occupa della causazione di un evento diverso da quello voluto, inducono a ritenere applicabile la norma in esame solo quando morte o lesioni costituiscano una conseguenza intrinsecamente diversa rispetto a quella voluta.
In particolare, la giurisprudenza di legittimità e una parte della dottrina ritiene assente il presupposto della intrinseca diversità tra conseguenza voluta e conseguenza non voluta nell'ipotesi in cui l'agente, volendo soltanto percuotere, cagioni lesioni personali: percosse e lesioni rappresenterebbero, infatti, solo un grado diverso di offesa allo stesso bene. Conseguentemente, tale orientamento non applica in queste ipotesi l'art. 586, bensì tout court l'art. 582 che disciplina le lesioni dolose.
Per contro, la giurisprudenza di merito e la dottrina prevalente, partendo dalla opposta premessa della diversità, sia in punto di fatto che di dolo, tra lesioni e percosse, obietta che l'applicazione dell'art. 582 in questi casi concernenti lesioni cagionate da chi voleva solo percuotere, risponderebbe solo ad una logica di dolus
indeterminatus, determinato dal risultato cioè dall'insorgenza o meno di una malattia, e l'imputato verrebbe chiamato a rispondere oggettivamente, ma con le pene previste dall'art. 582 per le lesioni, né previste, né volute. In caso, quindi, di causazione di lesioni non volute da parte di chi voleva solo percuotere, appare più corretto applicare l'art. 586, qualificando il fatto come lesioni colpose ex art. 590, conseguenza non voluta del delitto di percosse ex art. 581. Non osta a questa soluzione né la soppressione delle lesioni preterintenzionali reato che era previsto dall’art. 374 ora abrogato, né la formula "se dal fatto non deriva una malattia", di cui all'art. 581, la quale è posta a chiarimento dei rapporti del delitto di percosse con la confinante figura delle lesioni, e non già per sbarazzare la rilevanza del percuotere nel contesto dell'autonoma incriminazione di cui all'art. 586.
Per ciò che concerne il nesso causale tra delitto-base doloso e morte o lesioni non volute, il delitto-base, o anche solo la condotta esecutiva di esso, deve costituire condicio sine qua non, ai sensi degli artt. 40 e 41, degli eventi di morte o di lesione.

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Morte o lesioni come conseguenza di altro delitto

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Informazioni tesi

  Autore: Paola Mordà
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Reggio Calabria
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Vincenzo  D'Ascola
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 123

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aberractio delicti
aberractio delicti plurilesiva
beni della vita e dell'incolumità individuale
colpa
concorso di persone
condotta dell'agente
delitti aggravati dall'evento
delitto doloso base
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morte o lesioni
nesso di causalità
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