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Origini dell'istruzione superiore nel Marocco nord orientale: la città di Fès e l'università di Al-Qarawiyyin (secoli IX-XIV)

La Moschea e l'università di Al-Qarawiyyin

A seguito della morte senza eredi nell'848 dell'emiro Aly ben Mohammed ben Idris, successo al padre Muḥammad Ibn Idris, venne proclamato il fratello Yhya ben Mohammed ben Idris. L'emiro Yhya Mohammed riorganizzò l'assetto urbanistico promuovendo la realizzazione di alcune opere pubbliche all'interno della città, come la costruzione di nuovi bagni, osterie per le carovane di mercanti e la costruzione della celebre moschea di Al-Qarawiyyin (857) nell'omonimo quartiere. Il nome della moschea significa proprio "degli abitanti di Qayrawan", in riferimento all'odierna città tunisina di al-Qayrawan, la quale prese questo nome dopo la conquista da parte degli Arabi musulmani nel 670. Essa rivestì un ruolo centrale come capitale del governatorato ereditario dell'Ifriqiya sotto la dinastia degli Aghlabiti (800-909).

Durante il regno di Yhya ben Mohammed la popolazione di Fès aumentò considerevolmente a causa dei migranti provenienti dall'Ifriqiya (Tunisia), dall'Andalusia e da tutte le parti del Maghreb. Questo rese lo spazio della città insufficiente e i migranti furono obbligati a stabilirsi nei quartieri vicini ai giardini esterni, circondati dalle antiche mura della città146.

Gli stranieri risiedevano in quartieri che presero il nome dai loro luoghi di origine: l''adwat al-Andalous a est del fiume Fās (Fig. 6), che ancora oggi attraversa la città, dove è presente la moschea al-Andalous; dall'altra parte del fiume l''adwat al-Qarawiyyin (degli abitanti di Kairouan), distretto occidentale della città (Fig. 7). Quest'ultimo, abitato da una percentuale maggiore di arabi, si distinse dal quartiere andaluso-berbero per il carattere raffinato dei costumi e degli edifici, nonché per l'astuzia commerciale e il livello intellettuale147.

Molte famiglie importanti provenienti dall'Ifriqiya si stabilirono a metà del IX secolo a Fès. Tra gli esponenti delle famiglie più in vista vi era il giurista Mohammed el-Fehery el-Kairouany che, secondo la versione riportata da Abou el-Kassem ben Djenoun nei Commentari sulla storia di Fès, vi si sarebbe trasferito insieme a sua moglie, sua sorella e sua figlia; quest'ultima, di nome Fathma e soprannominata oumm el-benin ('umm: madre), viene ricordata come una donna "virtuosa e santa"148. All'impegno di Fatima e all'eredità ricevuta alla morte del padre, del marito e – secondo quanto riportato negli annales – anche del fratello, dobbiamo la fondazione dell'università di Al-Qarawiyyin (859).

Provenienti da famiglia benestante, Fatima e la sorella Maryam avevano ricevuto un'alta formazione nel campo religioso e nella tradizione islamica; la posizione sociale e l'istruzione furono i principali motivi per cui Fatima dedicò la sua vita alla costruzione della moschea e dell'università di Al-Qarawiyyin (Fig. 8), primo centro di istruzione superiore in Marocco, ad oggi considerata la più antica istituzione educativa di alta istruzione esistente al mondo149.
Bisogna precisare che a partire dal 1936 la critica storiografica si trovò divisa in merito, fra i sostenitori della tradizione legati al ruolo di Al-Qarawiyyin come perno culturale della città, e gli intellettuali che posticiparono al XIII secolo la vera e propria attività "scolastica" dell'istituzione.

Questi storici ipotizzano l'inizio della vita universitaria di Fès a partire dall'istituzione delle madrase di epoca merinide; in quest'ottica guardano alla moschea Al-Qarawiyyin come all'esempio più antico d'istruzione in loco, senza separare l'aspetto religioso da quello culturale150. Tuttavia, entrambi gli aspetti sono la manifestazione del carattere tipico dell'insegnamento musulmano. A questo proposito bisogna dire che l'istruzione di livello superiore era accessibile presso le moschee, solo a coloro i quali avessero completato un ciclo di apprendimento elementare sotto la guida del maestro (kuttab) in spazi dedicati fuori dalla moschea, e che avessero intenzione di approfondire gli studi151.

La figura di Fatima venne tratteggiata dagli storici del XIV secolo e ricordata fino ad oggi come donna ispirata, madre universale dei suoi figli. A questo proposito è significativo il ruolo che occupano le madri nei primi anni di sviluppo della corrente spirituale del sufismo, in riferimento alla moralità religiosa. In questo caso la figura di Fatima, donna ispirata alla pari di un pensatore sufi, può richiamare i valori e il principio musulmano della «vita cooperativa nella comunità»152. Questa definizione non è casuale se si guarda al contesto sacro della moschea di Al-Qarawiyyin, che poco dopo diventerà sede di studi sul versante religioso, scientifico e giuridico. La moschea di Al- Qarawiyyin si configura così a metà fra un edificio di culto, come le grandi moschee dell'Africa nord-occidentale – e in generale del mondo islamico – e un luogo di trasmissione di cultura e conoscenze scientifiche al centro fra l'Oriente e la Penisola iberica. [...]

146 Beaumier, Roudh El-Kartas, pp. 65-68.
147 J. Berque, Ville et Université: Apercu sur l’histoire de l’Ecole de Fès, in Revue historique de droit francais et étranger, Vol. 26 (1949), pp. 64-117: p. 65.
148 Beaumier, Roudh El-Kartas, p. 66.
149 UNESCO: Organisation des Nations Unies pour l’éducation la science et la culture – Convention du
patrimoine mondial, Description: Médina de Fès, in La liste du Patrimoine Mondial,
https://whc.unesco.org/fr/list/170 (ULR consultato il 27 dicembre 2020).
150 Berque, Ville et Université, p. 67.
151 W. Kadi, Istruzione nell’Islam: miti e verità, in Revisione comparativa dell’educazione, Vol. 50, n. 3
(2006), pp. 311-324: p. 313.
152 A. Shawkat Salamah-Qudsi et alii, A Lightning Trigger or a Stumbling Block: Mother Images and
Roles in Classical Sufism, in Oriens, Vol. 39 (2011), pp. 199-226: pp. 221-223.

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Rubino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Beni culturali
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Pierluigi Terenzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 113

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Parole chiave

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sufismo
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