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La questione manageriale - Analisi retrospettive e sfide future

La nascita del Management

Fino ad ora si è parlato di quali sono i modi nelle quali è possibile dare un interpretazione – o meglio leggere – un’organizzazione, ma analizzare le struttura organizzativa significa scoprire soprattutto in che modo questa viene gestita. Sebbene la necessità di gestire l’attività umana risalga probabilmente alla notte dei tempi, dal punto di vista accademico il termine management e lo studio della sua specifica funzione nasce probabilmente agli inizi del secolo, coniato da Frederick Winslow Taylor.

Lo studioso, basandosi sulle teorie dell’epoca che proclamavano l’assoluta razionalità dell’uomo in ambito economico, aveva affermato che esisteva un sistema di gestione infallibile – la famosa one best way – che permetteva all’azienda e quindi all’imprenditore di ottenere la migliore performance possibile. Una tale rivoluzione all’epoca segnò una profonda frattura all’interno delle aziende. Fino ad allora l’intera gestione della produzione era di fatto lasciata nella mani degli operai stessi e il controllo era limitato alla verifica delle quantità prodotte: non esisteva una disciplina del management, la fabbrica era il regno dell’empiria. La gestione ancora semi-artigianale del lavoro non era più sufficiente poiché la situazione economica dell’epoca aveva condotto le aziende ad una rapidissima crescita. Il vecchio sistema non era più sostenibile.

La proposta di Taylor si basava su un semplice principio: uno studio scientifico dell’organizzazione del lavoro e, di conseguenza, una gestione razionale di tale organizzazione possono portare ad una proficua cooperazione tra lavoratore e dirigenza. Il metodo attraverso cui l’americano si proponeva di ottenere questi strabilianti risultati era il sistema “premi-punizioni”: buone prestazioni permettevano al lavoratore di ottenere premi-produzione che si aggiungevano al salario base. Tutto costretto in uno schema molto rigido e razionale che cercava di ottimizzare i fattori a disposizione dell’azienda.

La più famosa applicazione dello Scientific Management tayloriano è la catena di montaggio di Henry Ford che fu usata per la prima volta per costruire la Ford “Model T”. Fu un successo senza precedenti, per la prima volta un prodotto di lusso come l’automobile poteva essere acquistata anche dagli operai stessi che l’avevano costruita. Nel giro di pochi anni il management divenne uno degli argomenti di studio più caldi non solo per le aziende ma anche per la pubblica amministrazione e nacque così la figura del manager come persona dotata di quelle competenze e conoscenze che gli permettevano di organizzare e coordinare il lavoro dei dipendenti.

Il momento più duro per la disciplina ci fu negli anni ‘30 quando, a seguito della Grande Depressione, il termine stesso management era diventato un marchio infamante e il manager da pioniere del progresso si era trasformato nel crudele artefice della voragine economica che aveva inghiottito tutti i risparmi del ceto medio. Ci volle un ventennio prima che il “marchio infamante” (Drucker, 1999, p. 19) del management scomparisse del tutto. Ma nel secondo dopoguerra si verificarono una serie di fatti per i quali la disciplina ritornò in auge. Le nuove teorie sociologiche e psicologiche e le nuove proposte manageriali coadiuvate dagli ottimi risultati che l’economia americana aveva ottenuto in quel periodo causarono una proliferazione di business school e corsi di management in tutte le nazioni industrializzate: una proliferazione che prosegue tutt’oggi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La questione manageriale - Analisi retrospettive e sfide future

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Informazioni tesi

  Autore: Federica Farace
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Organizzazione e Marketing per la Comunicazione d'Impresa
  Relatore: Francesco Perrone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 309

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