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La situazione editoriale della letteratura per l'infanzia in lingua araba

La nascita e l’evoluzione della letteratura per l’infanzia nel mondo arabo

Dell’origine di questo genere letterario e settore editoriale troviamo traccia in due documenti principali: il reportage di Mohieddine Ellabad sulla rivista francese “Takam Tikou”; l’opera di Amy Ayalon del 1994, nonché la pubblicazione di B. Millet sui primordi della stampa egiziana per l’infanzia. Da qui partiamo, dunque, per ricostruire un breve excursus storico sugli albori delle pubblicazioni per l’infanzia nel mondo arabo.
Alla fine del XIX secolo, fu a partire dal Cairo, culla delle prime stamperie del mondo arabo, che si diffusero le prime riviste e, successivamente, anche i primi libri, in lingua araba e dedicati specificamente ai bambini.
La prima pubblicazione in assoluto risale al 1870: una rivista dal titolo Rawat al-madaris al-miriyya (Il giardino delle scuole egiziane) compare nel periodo in cui la stampa egiziana cominciava a pubblicare già diversi titoli di giornali. La rivista, come molte altre riviste successive, era ancora senza immagini, caratterizzata da un tono fortemente didattico e moralizzatore.
A partire dal 1912, nacquero i primi libri illustrati, che, in seguito, a partire dal Cairo furono diffusi in tutto il mondo arabo ed anche oltre, arrivando a raggiungere il giovane pubblico della Malesia, dell’Indonesia e addirittura dell’America Latina, terre verso cui si rivolgevano i flussi migratori della regione.
Per lungo tempo, questo genere letterario fu ideato e percepito come uno strumento formativo, un complemento dell’insegnamento scolastico utile al perfezionamento dell’educazione morale dei giovani e, di conseguenza, si presentava come un universo lontano dalle necessità ludiche dei bambini. Per molto tempo, infatti, hanno dominato nei libri per l’infanzia del mondo arabo i racconti tradizionali del patrimonio storico e culturale, le biografie dei grandi scienziati o dei grandi uomini politici o militari, i testi divulgativi sul funzionamento di macchinari e sulla storia naturale. I racconti o le fiabe avevano una forte caratterizzazione moralizzatrice: i protagonisti, che fossero bambini, animali o personaggi storici, si presentavano fortemente caratterizzati da valori positivi e venivano evidentemente proposti come modello d’identificazione. Anche le illustrazioni avevano una funzione semplicemente esplicativa e di supporto al testo e, spesso, i nomi degli illustratori non apparivano nemmeno sulle copertine. Inoltre, nel caso delle traduzioni o delle importazioni, gli editori arabi si limitavano a fornire la traduzione dei testi, così che il contributo da parte di artisti arabi risultava pressoché nullo.
In ogni caso, la letteratura per l’infanzia è rimasta a lungo un genere minore, persino nella cura della realizzazione materiale dei libri. Infatti, per una buona parte dei volumi pubblicati prima ed intorno agli anni 2000, molte indicazioni bibliografiche sono del tutto assenti: moltissimi libri non presentano la data di pubblicazione; la maggior parte non possiede un codice ISBN, e nei casi in cui ci sia un codice a barre, esso risulta prodotto da standard differenti e quindi non leggibili dai lettori attuali; su alcuni volumi non è indicato il nome dell’illustratore, in altri manca persino il nome dell’autore (specie per i libri di cui venivano acquistati i diritti d’autore da case editrici straniere).

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La situazione editoriale della letteratura per l'infanzia in lingua araba

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Informazioni tesi

  Autore: Antonella Saracino
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Lecce
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue straniere per la comunicazione internazionale
  Relatore: Gloria Samuela Pagani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 171

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