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Invecchiamento e Neurodegenerazione. Strategie di prevenzione e cura basate sulla PNEI

La neuroinfiammazione

Il sistema nervoso e il sistema immunitario, come messo in evidenza più volte, sono in stretta correlazione tra di loro: comunicano attivamente e sono in un rapporto di dipendenza bidirezionale e di causalità reciproca di eventuali alterazioni.

Nel paragrafo dedicato al sistema immunitario del precedente capitolo, è stato trattato il fenomeno dell'immunosenescenza, processo a cui possiamo potenzialmente attribuire la gran parte dei sintomi che vengono sperimentati nel corso della vecchiaia, alla base di una condizione infiammatoria sistemica, l'inflamm-aging, che può modulare l'attività e la reattività delle cellule immunitarie neuronali e che comporta un'infiammazione cronica di basso grado nel Sistema Nervoso Centrale (SNC), chiamata neuroinfiammazione.

La neuroinfiammazione può essere dovuta a diversi fattori. Tra i più comuni troviamo:
• agenti patogeni;
• esposizione a fattori e/o episodi di vita percepiti come altamente stressanti;
• inflamm-aging;
• scarsa biodiversità del microbiota intestinale.

Questi fattori sono attualmente oggetto di numerose ricerche, che mirano proprio ad individuare il modo per regolare tale processo infiammatorio e rallentare quanto più possibile il processo di invecchiamento.

L'immunosenescenza e la neuroinfiammazione giocano, quindi, un ruolo chiave nell'esordio di patologie neurodegenerative. Prevedono, infatti, un'attivazione patologica della microglia, da parte delle citochine, che genera una condizione proinfiammatoria, che contribuisce attivamente alla neurodegenerazione ed è significativamente coinvolta nel declino cognitivo. Ciò suggerisce che una corretta funzionalità della microglia è fondamentale per garantire le funzioni cerebrali alla base dell'allostasi dell'organismo, poiché modula l'omeostasi e la salute dei neuroni.

Per fornire maggiori elementi, è importante sottolineare che l'azione delle cellule gliali, oltre ad essere fondamentale in quanto svolge la funzione immunitaria prevalente all'interno del cervello, è fondamentale per il corretto adattamento allostatico dell'organismo. È proprio questa attività, infatti, a supportare e modellare i circuiti cerebrali, ad esempio mettendo in atto una vera e propria potatura delle sinapsi, che permette l'apprendimento e lo sviluppo dei modelli della realtà interni e gli schemi di comportamento più adeguati a muoversi nel contesto in cui viviamo, in ottica di allostasi.

La microglia, in particolare, si comporta in maniera analoga ai macrofagi e, muovendosi costantemente all'interno dei circuiti cerebrali, governa e modula la salute neuronale. Mediante il linguaggio comune del network PNEI, fatto di citochine, neuropeptidi e neurotrasmettitori, la microglia monitora l'eventuale presenza di segnali di pericolo, come possono essere gli agenti patogeni o i neuroni non più vitali.

Nel SNC, quindi, le cellule gliali mostrano risposte immunologiche a stimoli patologici e fisiologici mediante l'azione di citochine pro e antinfiammatorie e, grazie alla segnalazione ad opera delle chemochine, la presentazione dell'antigene comporta l'eliminazione dei detriti cellulari attraverso la fagocitosi. Solitamente, questa segnalazione neuroinfiammatoria può agire per ridurre il danno neuronale. Ma nel caso di un'infiammazione persistente o di immunoreattività, mediata da auto-antigeni, può accadere che si induca un ciclo di feedback positivo per la neuroinfiammazione, che si traduce in necrosi di glia e neuroni. Per questo, la neuroinfiammazione persistente è riconosciuta come una delle principali componenti patologiche in quasi tutte le malattie neurodegenerative ed è anche al centro della ricerca per quanto riguarda lo studio dei disturbi psichiatrici.

La microglia, però, non rappresenta l'unica sentinella a difesa del nostro cervello. Infatti, all'interno del tessuto cerebrale altre cellule gliali giocano un ruolo chiave nei processi della neuroinfiammazione, come gli astrociti. Inoltre, poiché abbiamo sfatato il mito secondo cui il cervello fosse un organo privilegiato, sappiamo che è possibile ritracciare la presenza di altre cellule proprie del sistema immunitario, come le NK, i mastociti, i macrofagi, così come del sistema del complemento e di linfociti T. In particolare, quest'ultime, oltre a svolgere la classica funzione di controllo e difesa, comunicano con la microglia in modo da permettere il rilascio di citochine a basse quantità che, in particolare nell'ippocampo, sarebbero in grado di promuovere la neurogenesi, oltre a coadiuvare la formazione dei ricordi.

Quanto esposto fin qui rende chiaro che l'attività del sistema immunitario all'interno del cervello è fondamentale per il suo corretto funzionamento, in quanto si fa garante di un sistema adattativo fondamentale, di tipo allostatico. Poiché è dal corretto funzionamento del sistema immunitario che dipende l'attivazione e la regolazione dell'infiammazione, la causa plausibile della neuroinfiammazione nell'invecchiamento dipende dall'accumularsi, inevitabile, di un carico allostatico che, alla lunga, può sovraccaricare questo sistema e portare al manifestarsi di un'eccessiva neuroinfiammazione che si ritiene contribuisca in maniera determinante all'esordio e al decorso dei processi di neurodegenerazione

Questo brano è tratto dalla tesi:

Invecchiamento e Neurodegenerazione. Strategie di prevenzione e cura basate sulla PNEI

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Informazioni tesi

  Autore: Flavia Zampa
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master di II livello in Pswiconeuroendocrinoimmunologia e scienza della cura integrata
Anno: 2020
Docente/Relatore: Francesco Bottaccioli
Istituito da: Università degli Studi dell'Aquila
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 80

FAQ

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Parole chiave

prevenzione
psicologia
salute
benessere
neuroscienze
psiconeuroendocrinoimmunologia
pnei
carico allostatico
neurodegenerazione
neuroinfiammazione

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