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Il ruolo dell'Infermiere nella Profilassi e nella Gestione delle Compilcanze Infettive in corso di Trapianto Autologo di vellule staminale Emopoietiche- protocolli ed Algoritmi di Intervento

La neutropenia e le complicanze infettive batteriche

La chemioterapia ad alte dose che precede la reinfusione di CSE determinando la distruzione delle cellule staminali e progenitrici contenute nel midollo osseo, determina quale prima manifestazione l’insorgenza di neutropenia grave dal momento che l’emivita dei neutrofili è di 6-8 ore, quella delle piastrine è di 5-7 giorni, e quella dei globuli rossi è di 50-65 giorni. L’anemia è l’ultima a comparire.

Il periodo di tempo necessario per raggiungere il nadir (cioè il punto più basso dei valori nel tempo) delle cellule ematiche dopo la somministrazione della chemioterapia dipende dagli agenti specifici:
• per la maggior parte dei farmaci antineoplastici, il nadir si verifica dopo 10 giorni, e il recupero avviene in 3-4 settimane.
• per melfalan, dacarbazina, procarbazina e busulfano il nadir si verifica dopo 2-4 settimane, e il recupero avviene in 6 settimane.
• per le nitrosouree il nadir si verifica in 4-5 settimane, e il recupero avviene in 6-8 settimane.

Il rischio di infezione batterica aumenta con la gravità e con la durata della neutropenia. Un ulteriore fattore aggravante il rischio infettivo è costituito da una concomitante linfocitopenia. Se il medico non interviene prontamente e vigorosamente con una terapia antimicrobica, la comparsa di neutropenia è seguita da infezioni mortali. La mortalità è di circa l’80% nei pazienti in cui i granulociti rimangono inferiori a 100/mm3 durante la prima settimana di infezione. In tali circostanze si possono verificare infezioni da microrganismi opportunistici, spesso endogeni, che colonizzano sedi in cui normalmente non proliferano quali faringe, esofago distale, gengive, seni paranasali, ano, colon, polmoni, tratto urinario, sedi di puntura venosa, accessi venosi vascolari e sedi di biopsia.

Le chiavi per ridurre le gravi complicanze della neutropenia indotta dal trattamento sono rappresentate da attenta valutazione del paziente, utilizzo di strategie preventive, diagnosi tempestiva e terapia immediata con antinfettivi e fattori di crescita granulocitari.

Le infezioni batteriche nell’ospite immunocompromesso rappresentano il modello per eccellenza delle infezioni ospedaliere; infatti è decisivo il ruolo della flora batterica nosocomiale. Il 50% circa delle infezioni è sostenuto da ceppi Gram positivi. Le infezioni sostenute da Gram negativi sono in genere dovute a Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella pneumoniae, Enterobacter. Predominano tra le sindromi cliniche le sepsi e le infezioni delle vie respiratorie, anche se le presentazioni possono essere le più diverse. Tuttavia, dal momento che la neutropenia altera la normale responsività alle infezioni, bisogna tenere presente che i normali segni e sintomi di infezione possono risultarne attenuati o assenti. In questo senso tutti i sintomi eventualmente lamentati dal paziente neutropenico, anche se in forma vaga ed indefinita, richiedono sempre un’attenta valutazione.

I pazienti e i familiari devono essere consapevoli dei possibili segni e sintomi di infezione e dovrebbero essere informati della necessità di consultare l’infermiere o il medico in caso di temperatura corporea >38°C, brividi, eruzioni cutanee e alterazioni del respiro, dolori localizzati, tumefazioni, cefalee, pollachiuria (con o senza dolore), tosse, difficoltà a piegare la testa per rigidità nucale, etc.

Informazioni tesi

  Autore: Luigina Balzano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Infermieristica
  Corso: Scienze Infermieristiche
  Relatore: Giancarlo Cicolini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 68

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Parole chiave

nursind
infermiere
complicanze
infermieristica
nursing
trapianto
midollo osseo
cse

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