Skip to content

Katechon. Forza frenante e processo di disgregazione territoriale: il caso della ex-Jugoslavia.

La nuova politica titoista degli sessanta e settanta

Gli anni sessanta furono caratterizzati da una serie di eventi fondamentali che mutarono profondamente l’aspetto della Jugoslavia titoista. Si trattò di un periodo ricco di novità e di contraddizioni: la riforma economica, il risorgere dei vecchi nazionalismi, la contestazione giovanile… furono solo alcuni dei fattori che contribuirono alla trasformazione sociale del Paese.

Nel 1963 fu data una nuova Costituzione, la quale, proclamava la Jugoslavia una repubblica socialista e non più popolare. La figura del presidente del consiglio fu scissa da quella del presidente della Repubblica e Tito tenne per sé solo quest’ultima carica. In quello stesso anno venne varato un provvedimento economico decisivo, per quella che sarebbe stata poi la riforma del ’65: la soppressione dei fondi sociali d’investimento. Gli investimenti potevano realizzarsi solo attraverso le banche, mentre la federazione poteva occuparsi esclusivamente dei fondi speciali. A partire dalla messa in atto di questo provvedimento, le banche cominciarono ad acquistare maggiore libertà. Nel 1965 si diede avvio a una riforma economica estremamente innovativa. La riforma nasceva da un dibattito durato diversi anni, si articolava in 35 leggi e mirava a un’apertura del sistema economico jugoslavo verso il mercato internazionale. Le tasse diminuirono e il sistema bancario fu completamente trasformato. Le banche potevano essere fondate dalle imprese e dalle comunità socio-politiche e i consigli operai non avevano più alcun diritto di influenzarne le decisioni. Le conseguenze della riforma si propagarono in molti ambiti, e non solo, in quello propriamente economico. I prezzi aumentarono e la moneta fu svalutata. Le tariffe doganali diminuirono e i capitali stranieri poterono fare il loro ingresso nella finanza jugoslava.

A partire dal 1967 fu anche permessa la costituzione di joints-ventures con un socio locale al 51%. Si è parlato spesso di questo momento definendolo un “salto in avanti” nello sviluppo jugoslavo. E’ anche vero, però, che se da una parte le condizioni di vita migliorarono notevolmente, dall’altra, aumentarono le discrepanze tra le varie regioni. La Jugoslavia presentava, nel complesso, le sembianze tipiche di un’economia in via di sviluppo. L’acquisto di elettrodomestici e automobili aumentò; il livello di istruzione, così come il reddito nazionale crebbero notevolmente; nuove vie di comunicazione furono costruite e il turismo, anche grazie all’apertura delle frontiere e all’abolizione dei visti, si sviluppò. Sia l’industria sia il settore terziario conobbero, quindi, una fase di notevole crescita. Come tutte le economie in via di sviluppo anche la Jugoslavia presentava, però, dei forti squilibri. La disoccupazione era in crescita così come l’emigrazione. Si calcola che nel ventennio che va dal 1960 al 1980 emigrarono quasi un milione di jugoslavi, soprattutto giovani. L’economia comunista della Jugoslavia aveva spesso fatto ricorso ai lavoratori volontari, ma i giovani desideravano avere le loro retribuzioni.

Durante gli anni sessanta, si verificarono anche un gran numero di scioperi. Gli scioperi si erano svolti, soprattutto, nelle industrie e nelle miniere delle zone più sviluppate del Paese (Slovenia e Croazia) e avevano avuto sempre breve durata. Di fatto, le agitazioni sindacali si concludevano, spesso, con il soddisfacimento di tutte le richieste poste dagli operai; in questo senso l’autogestione era un potente fattore inflattivo. Non a caso, a seguito della riforma, si assistette a un forte aumento dell’inflazione e del debito estero. Inoltre, nonostante il numero dei lavoratori impiegati nel settore secondario fosse aumentato in maniera consistente, non era mai avvenuta una reale separazione tra il mondo rurale e quello industriale. Gli operai avevano il diritto di praticare un secondo lavoro e molti di essi continuarono a coltivare i propri appezzamenti, ricavando da questi ultimi la maggior parte dei propri guadagni. Ciò era causa di un forte assenteismo presso le fabbriche jugoslave ma anche di un’impossibilità di delineare i confini tra il popolo urbano e quello agricolo.

Come se non bastasse esisteva una profonda differenza tra le diverse regioni della Federazione; in Kosovo e nella Repubblica di Macedonia la situazione era davvero preoccupante. In Kosovo il reddito pro-capite era molto inferiore a quello delle altre repubbliche, mentre nella Repubblica di Macedonia il tasso di analfabetismo era ancora molto alto. Le disuguaglianze economiche che allontanavano le repubbliche della Federazione furono solo una delle cause che risvegliò i nazionalismi a lungo sopiti. Il periodo che va dal dopoguerra al 1965 fu segnato da una relativa serenità nei rapporti tra le varie etnie jugoslave, grazie soprattutto alla forza aggregante del comunismo di Tito. “Si trattava, è vero, di una calma forzata nell’ambito di un regime dai metodi staliniani, ma l’attenuazione della pressione si sarebbe tradotta meccanicamente nel risveglio dei conflitti tra le nazionalità”.
In Kosovo la situazione era sempre stata complicata; in questa piccola provincia serba il 70% della popolazione era albanese, ma nonostante la superiorità numerica esisteva una forte discriminazione. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Katechon. Forza frenante e processo di disgregazione territoriale: il caso della ex-Jugoslavia.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Chiara Cimini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Gennaro Carillo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 131

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

jugoslavia
serbia
dittatura
balcani
milosevic
bosnia erzegovina
balcanizzazione
croazia
slovenia
tito
stato totale
stato totalitario
carl shmitt
politica titoista
disgregazione territoriale
filosofia
schmitt

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi