Il verbo russo: l'aspetto verbale nella prospettiva didattica
La pragmatica nella didattica dell'aspetto
La pragmatica può essere definita come “lo studio degli aspetti del linguaggio che dipendono dal contesto, come lo studio dei principi d'uso e comprensione della lingua che esulano dalle conoscenze linguistiche puramente strutturali (fonologiche, morfologiche, sintattiche, lessicali), come lo studio delle capacità dei parlanti di usare il linguaggio per comunicare più di quanto essi effettivamente dicono”. Nel caso specifico dell'aspetto verbale, il livello pragmatico del linguaggio è da prendere in considerazione per rendere conto del funzionamento dell'aspetto slavo in maniera adeguata, dal momento che un'analisi attenta e mirata di fattori come la forza illocutiva, il punto di vista o la distribuzione dell'informazione nella frase, può essere determinante nel contribuire alla creazione e definizione dei cosiddetti contesti situazionali, vale a dire quell'insieme di criteri su cui è possibile basare la scelta tra perfettivo e imperfettivo anche nelle situazioni definite “extralinguistiche”. L'importanza del contesto nell'apprendimento e nella realizzazione della concorrenza aspettuale emerge da numerosi studi linguistici, tra cui lo storico articolo di R. Jakobson Shifters, verbal categories and the Russian verb del 1957, dove l'attenzione riservata alla contestualizzazione di ciascun enunciato comincia ad assumere un'importanza sempre maggiore, che guida all'introduzione del concetto di shifters, ovvero quegli elementi linguistici la cui interpretazione è influenzata dal contesto situazionale del discorso. Allo stesso modo, linguisti come A.M. Lomov o K.A. Sokołowska ritengono che il significato specifico di ciascun aspetto si realizzi solamente grazie al contesto e che, di conseguenza, limitarsi a definire il perfettivo e l'imperfettivo nei termini opposti di evento compiuto e evento in corso risulti fin troppo generico, giacché, come sappiamo, la compiutezza dell'azione può esprimersi per mezzo di entrambi gli aspetti.
Nei manuali analizzati nel paragrafo precedente, lo spazio riservato all'acquisizione della competenza comunicativa è praticamente nullo, fatta eccezione per il volume di A.A. Karavanov Vidy russkogo glagola (2003), in cui il riferimento ai modusnye značenja e alla soggettività del loro significato occupa una minima parte. Le difficoltà riscontrate dagli apprendenti nell'utilizzo concreto degli aspetti verbali, perciò, non sono altro che il risultato dell'insufficiente quantità di informazioni fornite a proposito dell'influenza del contesto discorsivo nella scelta aspettuale: l'utilizzo degli imperfettivi per esprimere fatti compiuti (obščefaktičeskoe značenie), ad esempio, costituisce per gli stranieri uno dei problemi più spinosi, dal momento che presuppone “una capacità di capire la complessità del contesto e una competenza narrativa (misurata dalla capacità di collegare gli eventi tra loro)” che è scarsamente esercitata nelle grammatiche e nei manuali delle lingue slave L2. L'influenza del contesto, infatti, è evidente in misura maggiore nella semantica dell'imperfettivo, in quanto il suo impiego ricorre nella descrizione di situazioni così distanti (dagli eventi in corso o abituali a quelli compiuti o incompiuti), che K.A. Sokołowska in uno dei suoi lavori ipotizzò come principale differenza tra i due aspetti proprio il grado di influenza del contesto, affermando che “il significato del perfettivo «varia», mentre quello dell'imperfettivo «si differenzia»”.
In relazione al significato generale-fattivo, Vinnitckaja e Wexler sottolineano come “l'informazione data, presupposta, venga realizzata mediante l'uso degli imperfettivi, mentre l'informazione nuova, asserita, riguardante le azioni compiute, sia veicolata dalle forme perfettive dei verbi”. Per chiarire il concetto, applichiamo questa norma all'esempio che segue:
(50) Ja ne mogu učitsja, golova bolit.
- Tebe dat' aspirin? (P.)
It.: Non riesco a studiare, mi fa male la testa.
- Vuoi un'aspirina?
(51) Ne znaju. Voobše-to ja protiv medikamentov.
- Tak vse-taki: davat' ili ne davat'? (I.)
It.: Non lo so. In genere sono contrario ai medicinali.
- Allora: la vuoi o no?
Il dialogo risulta essere diviso in due parti: in (50), ricorre l'infinito perfettivo del verbo dat' “dare”, mentre in (51) troviamo l'imperfettivo corrispondente, davat'. Il diverso impiego dei due aspetti, secondo quanto sopra riportato, dipende dal grado di notorietà delle informazioni fornite, per cui il perfettivo in (50) introduce una nuova informazione, il rema, mentre l'imperfettivo in (51) riprende un'informazione già nota, il tema: limitandoci a questo, potremmo immediatamente concludere che nelle frasi che costituiscono il rema l'aspetto da utilizzare sia quello perfettivo, mentre in quelle che costituiscono il tema sia obbligatorio l'aspetto opposto. Tuttavia, casi come questo non ammettono l'esistenza di una regola precisa ed universale in quanto, sebbene l'utilizzo dell'imperfettivo nel rema non sia grammaticalmente possibile, l'informazione contenuta in (51) potrebbe essere resa anche per mezzo del perfettivo, nel caso in cui la domanda fosse formulata con più insistenza o in maniera categorica. [...]
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Il verbo russo: l'aspetto verbale nella prospettiva didattica
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Informazioni tesi
Autore: | Giusy Cianciulli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Viktoria Lazareva |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 40 |
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