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“BOTTINARE a KM 0” Progetto di un Giardino Botanico di specie autoctone di interesse apistico

La raccolta del nettare e il miele

Il miele è stata definito la sostanza zuccherina prodotta dalle api a partire dal nettare o da altre sostanze zuccherine che queste raccolgono su vegetali viventi, arricchiscono con sostanze provenienti dal loro corpo, trasformano, depongono nei favi e fanno maturare. Le api, ovviamente, prediligono le specie che offrono maggior quantità di nettare, ma se le stesse hanno conformazioni poco accessibili e quindi difficili da bottinare vengono scartate. Il raggio di azione della bottinatrice di nettare è molto più elevato rispetto alla bottinatrice di polline, infatti può estendersi fino ad oltre 3 km. Il nettare raccolto viene stoccare all’interno della borsa melaria definita come una dilatazione sacciforme dell’esofago, separata dal resto del canale alimentare da una valvola formata da quattro lobi, chiamata “proventricolo”.
Al momento del passaggio del nettare nella borsa melaria questa valvola si chiude per non far fuoriuscire il prodotto inoltre, questa ha una seconda attitudine, ovvero quella di andare a filtrare tutto ciò che può essere contaminante per il futuro miele quindi spore di nosema, peste e granuli pollinici.
Tutta l’operazione viene fatta durante il volo, quindi più lo stesso sarà lungo più i granuli pollinici verranno eliminati.
I vari passaggi che subisce il nettare, dal prelievo del polline dal fiore fino alla deposizione in alveare è caratterizzata da una serie di passaggi da un’ape all’altra fornendo al nettare un arricchimento di enzimi che permettono la trasformazione in miele.
Prima di essere immagazzinato il miele subisce un processo detto di “maturazione” il quale implica una serie di trasformazioni tra cui la perdita di acqua, infatti il miele ha bisogno che il suo contenuto in acqua non superi il 20% per non andare incontro a fermentazioni.
Nel nettare prelevato la quantità di acqua supera di gran lunga il 20 %. Il processo di perdita di acqua è suddiviso in due fasi:
⁃ la prima fase consiste nel prendere il nettare depositato in alveare con la proboscide formandone una goccia che si raccoglie alla base della proboscide, e quindi lo risucchia, ripetendolo più volte nel giro di 15-20 minuti esponendo così la goccia all’aria secca dell’alveare questa perderà circa il 40-50 % di umidità;
⁃ la seconda fase invece consiste nel deporre il nettare nelle cellette dove una parte di evaporazione avverrà automaticamente, favorita poi dal movimento d’aria dovuto all’attività delle api ventilatrici.
Quando la maturazione è quasi completata viene aggiunto altro miele e ancora lavorato, infine il contenuto d’acqua scenderà fino al di sotto del 20% e le cellette verranno opercolate con uno strato impermeabile.

Questo brano è tratto dalla tesi:

“BOTTINARE a KM 0” Progetto di un Giardino Botanico di specie autoctone di interesse apistico

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Informazioni tesi

  Autore: Beatrice Cialfi
  Tipo: Tesi di Master
Master in Apicoltura: Gestione Sanitaria ed Ambientale
Anno: 2022
Docente/Relatore: Michele Amorena
Istituito da: Università degli Studi di Teramo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 57

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