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La nave di Teseo. La realtà in Pirandello e Baricco

La realtà in Pirandello

È utile ora introdurre la poetica del drammaturgo siciliano con una delimitazione sempre volta agli obiettivi di questo studio, in questo caso cominciando con una premessa data nuovamente da Corrado Alvaro, il quale afferma che

Pirandello fu per molti anni il tipo dello scrittore italiano che non si sapeva dove né in che tradizione collocare. […] Pirandello non aveva proprio nessun numero apparente per un grande attore della società. Sembrava anzi estraneo a ogni tradizione; i critici che non sapevano dove collocarlo, lo affilarono genericamente alla compagnia dei narratori da salotto, specie umana che in quel tempo esisteva per gran divertimento popolare. […] Non c'era proprio nulla da cavare da un uomo siffatto.

Tuttavia, «Pirandello aveva proposto il suo dilemma tra istinto e ragione, tra sentimento e logica. Questa era la sua novità; rimane nuova ancora». Potrà sembrare superfluo sottolineare tale aspetto, ma c'è in questo argomento un particolare punto nevralgico: il caso di Pirandello offre al pubblico contemporaneo un esempio in cui il passato doveva ancora arrivare.

Per comprendere meglio questo concetto risulta utile un parallelismo per analogia con la tecnologia, sfera entro la quale, come sostiene Roberto Mercadini, più visibilmente «il tempo sembra compiere dei balzi, delle capriole, delle strane contorsioni. […] Vuoi recuperare il passato ma il passato deve ancora venire»; si potrebbero offrire numerosi campioni rappresentativi di tale fenomeno, come quelli citati dallo stesso attore: dall'invenzione del fonografo di Edison al caso più eclatante della Storia, il disco di Festo, ossia ciò che molti studiosi oggi ritengono l'antenato per eccellenza dei caratteri mobili diffusi con la stampa da Gutenberg più di tremila anni dopo, nel 1455.
Mercadini fa esclusivamente riferimento alla tecnologia e alla sua evoluzione, ma questi casi particolari tornano utili per confermare una tesi sostenuta dallo stesso Alvaro:

Che ci stava a fare Pirandello coi suoi personaggi vestiti di nero, sbarcati dalla provincia tra modeste stanze mobiliate e pensioni? Personaggi che portavano lutti ostinati, dolori che scoppiavano improvvisi in un mondo tanto bello e che aveva un solo pensiero: d'essere un giorno grande e di poter soffrire per qualcosa di grande.

Sulla contemporaneità di Pirandello non v'è alcun dubbio. Le sue maschere sono applicabili oggi più di ieri nella società odierna che facilmente si potrebbe dire che vive di apparenze e anzi, ha costruito interi mercati radicati in esse. Ma ciò che in questa sede risulta fondamentale è il «tema tipicamente pirandelliano della realtà e dell'immagine che noi ci facciamo di essa realtà», per il quale si è deciso di riportare integralmente di seguito la poesia Gli occhiali.

Avevo un giorno un pajo
d'occhiali verdi; il mondo
vedevo verde e gajo,
e vivevo giocondo.

M'abbatto a un messer tale
dall'aria astratta e trista.
- «Verdi? - mi dice.
Ti sciuperai la vista.

Sú, prendi invece i miei:
vedrai le cose al vero!» —
Li presi. Gli credei.
E vidi tutto nero.

Ristucco in poco d'ora
d'un mondo cosi fatto,
buttai gli occhiali, e allora
non vidi nulla affatto.

Pirandello generalmente non è noto per la sua produzione poetica, quanto più per quella teatrale e novellistica, ma in questo caso tale breve componimento racchiude il concetto in questione, che si può articolare in due diversi punti: primo, la realtà non è mai univoca e, secondo, le realtà altrui non solo disorientano se imposte ad altri, ma annullano l'esistenza stessa della persona (o del personaggio). Un assunto importante da fissare riguarda il fatto che nessuna realtà è superiore o inferiore alle altre, non v'è gerarchia e quindi, cadono anche le categorie di "giusto" e "sbagliato", scivolando nel relativismo che caratterizzerà il secolo contemporaneo e presente e ciò è dovuto anche alla già citata

direzione di un irreversibile superamento di un romanzo ottocentesco quale quello appariva, inequivocabilmente, anche prima che le successive acquisizioni documentali ristabilissero la verità logica e cronologica: I vecchi e i giovani sono ben antecedenti a L'umorismo, ovverosia all'opera che manifesta non solo la poetica di Pirandello, ma la sua radicalmente nuova antropologia (ed epistemologia) relativistica».

Si tratta di un relativismo che si riflette in uno spettro più ampio nelle

ragioni di alcune peculiarità dei romanzi siciliani a sfondo storico. Essi non sono partecipi fino in fondo di nessuna ideologia, attraverso l'umorismo, l'ironia, il sovvertimento delle strutture date, spingono il lettore a non sapere da che parte tenere.

Il lettore è posto davanti a una vera e propria rivelazione: vi sono tante realtà quante sono le persone e non solo, perché dall'interno una realtà, soprattutto nelle opere pirandelliane, può subire influssi esterni, adattarsi a diversi contesti o, al contrario, destabilizzarsi per lo scontro con schemi che impongono forme troppo rigide, quasi come ci si ritrovi in un letto di Procuste, e crollare su se stessa. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La nave di Teseo. La realtà in Pirandello e Baricco

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Informazioni tesi

  Autore: Claudio Favaro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere
  Relatore: Alberto Zava
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 82

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