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Applicazioni informatiche nel processo civile in diritto comparato

La risoluzione alternativa delle controversie sui domain names

I conflitti che interessano il principale strumento di identificazione su Internet devono essere risolti attraverso uno strumento capace di soddisfare le esigenze di uniformità e rapidità delle soluzioni, l’abbattimento dei costi della procedura e la garanzia dell’impiego di competenze altamente specializzate. Detti bisogni non possono essere soddisfatti con i mezzi giudiziari tradizionali poiché troppo lenti e costosi, e il cui giudizio risulta incerto a causa della natura “multigiurisdizionale” delle controversie relative ai nomi di dominio.
La procedura “amministrativa” di risoluzione delle controversie aventi ad oggetto un nome di dominio, al fine di contrastare la pratica del cybersquatting, prevede un meccanismo veloce ed efficiente per la soluzione dei conflitti relativi alla registrazione abusiva dei nomi a dominio: la Uniform Domain Name Dispute Resolution Policy (UDR Policy).
Queste Rules sono obbligatorie per tutti gli enti di registrazione accreditati presso l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), essendo l’accettazione e l’introduzione di tale normativa condizione necessaria per l’accredito al Registration Agreement. Tuttavia va ricordato che una volta esaurita la procedura amministrativa prevista dall’ICANN, è possibile per le parti ricorrere agli ordinari mezzi giudiziari. Ciò va sottolineato in quanto la procedura prevista dall’UDR policy è alternativa e non preclusiva. È interessante vedere come funziona la procedura di risoluzione delle controversie su di un nome di dominio. Schematicamente se ne riassumono le regole. Innanzitutto la Policy distingue due tipi di controversie: quelle che possono essere devolute al panel di arbitri nominati fra quelli inseriti nella lista che ciascun Dispute Resolution Provider accreditato deve predisporre, ai sensi dell’art. 4 lett. a) della Policy, mentre tutte le altre devono essere devolute alla competenza degli organi giudiziari. Viene immediatamente in evidenza una competenza specializzata che si determina “per sottrazione”. Inoltre, l’art 4 lett. a) specifica i casi in cui il panel dell’Icann è competente, ovvero quando il ricorrente lamenta la contraffazione del marchio di prodotto o di servizio, ovvero si tratta di un conflitto tra nomi a dominio e marchi. Tralasciando gli aspetti di diritto sostanziale, che sarebbero molto importanti qualora si trattasse di proprietà intellettuale e non di regole strumentali alla soluzione delle controversie, si può osservare che per aver soddisfazione nella controversia, il ricorrente deve soddisfare tre indispensabili condizioni previste dalla Policy.
Precisamente:
a) che il dominio oggetto della controversia è identico ovvero simile ovvero confondibile a quello su cui il ricorrente a diritto;
b) il registrante non ha alcun diritto ovvero legittimo interesse nei confronti del nome a dominio;
c) il dominio è stato registrato in malafede.
È evidente anche ad una lettura superficiale come la tassatività delle previsioni abbia quale vantaggio la prevedibilità della soluzione della controversia, e quindi la celerità nella soluzione della medesima.
Come si può notare la Policy fornisce una serie di norme uniformi per la risoluzione della controversia ed una serie di norme previste per risolvere i problemi di giurisdizione e interpretazione del diritto in modo omogeneo in materia di nomi a dominio. Quello condotto con le regole dell’ICANN è un procedimento centralizzato, che si svolge interamente on line, attraverso comunicazioni via posta elettronica, e obbligatorio per tutti coloro che abbiano registrato domini tematici. L’esito del procedimento può essere dato solo dalla cancellazione del dominio contestato ed è immediatamente applicabile, stante la natura dell’oggetto della controversia. Si tratta di uno dei vantaggi più importanti se messo in confronto con un normale procedimento ordinario..
Tuttavia la modalità di soluzione di controversie attraverso le rigide regole dell’ICANN ha alcuni limiti, che naturalmente vanno esposti. Il principale e più grave va riferito nella natura unilaterale e privata dell’ICANN. Un altro grave limite riguarda la modalità in cui si sono formate le sue regole di policy, ovvero attraverso un meccanismo di consultazione messo in atto dal WIPO, accusato per questo di essere parziale e strutturalmente a favore dei proprietari dei marchi. Ecco quindi riemergere il principale problema della cosiddetta giustizia alternativa e privata: la mancanza di garanzie riguardo all’indipendenza e libertà di giudizio dei giudicanti.

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Applicazioni informatiche nel processo civile in diritto comparato

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Informazioni tesi

  Autore: Elena Falletti
  Tipo: Tesi di Dottorato
Dottorato in Dottorato in diritto comparato
Anno: 2006
Docente/Relatore: Antonio Gambaro
Istituito da: Università degli Studi di Milano
Dipartimento: Istituto di diritto civile
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 331

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