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Un risveglio spirituale

La secolarizzazione riflessa

Leggevo e mi informavo su cosa avevano da dire a proposito di religione e spiritualità gli uomini di Chiesa, vedevo che i principi che applicavamo ai gruppi non erano in contrasto con quanto essi suggerivano, anzi non erano in contrasto con i cristiani ma neanche con i musulmani e neppure con i buddisti, e ancora meno con i riformisti, i luterani, i pentecostali e così via. Insomma mi sembrava di far parte di un progetto di vita migliore senza radicalizzazioni pericolose; non ho mai avuto l'impressione di essere dentro una setta, mi sentivo molto libero e padrone del mio destino e la mia frequenza al gruppo era dettata da un amore per la vita ritrovata e per le persone.
È nei gruppi che è nata in me l'idea di riprendere gli studi, il mio amico Benny si era finalmente laureato, l'alcol prima gliela aveva impedito. Certo per me era diverso perché dovevo prima diplomarmi, però le nuove sfide che mi proponevo mi intrigavano, e poi era anche un modo di pensare ad altro, di ritornare da dove ero scappato.
Ho avuto modo di farmi un'idea sul concetto di "secolarizzazione" che mi ha permesso di aprirmi ad ulteriori orizzonti spirituali. Ho letto e studiato anche perché volevo conoscere quanto e come servisse la religione o spiritualità nel mondo, ero curioso di capire se anche altri, fuori dai gruppi, sentissero ciò che giornalmente sentivo e vivevo, ero in cerca di conferme che non fossero esclusivamente quelle di Alcolisti Anonimi, credo che sia stato utile. Ad oggi posso sicuramente dire che è stato utile.
Il concetto di "secolarizzazione" nel tempo ha assunto forme e significati diversi fino a confondersi nell'immaginario comune alla "perdita dei valori religiosi", ovvero la sacralità e trascendenza propri della Superiorità a prescindere. La religione, dall'Illuminismo in poi, ha dovuto fare i conti con un concetto di "positività" che piano, piano ha depauperato valori, idee e certezze che sembravano intramontabili, in nome di un Dio fin troppo abusato per giustificare incompetenze ed ideologie.
L'immanenza si fa strada, con la sua asserzione «Dio è morto», Nietzsche dichiara che l'uomo è lasciato a se stesso, che non dobbiamo più sperare né di scoprire una verità trascendente e nascosta, né di inventare la fine della storia costruendo una verità "trascendente" e definitiva. Questa stessa sintesi di indifferenza si ripropone aggiornata in Wittgenstein («Quel che non si può dire, è necessario tacerlo»): egli è convinto di aver definito formalmente un concetto di "verità" universale, "formalmente", cioè indipendentemente da qualsiasi soggetto, da qualsiasi osservatore.
L'idea di immanenza è stata altresì presentata non solo come pura teoria ma anche come "esperienza". Tra i più recenti casi, si può citare qualche parola di Annie Besant, in un contesto più spirituale che filosofico ma non panteista:
"Le tre prime parole, 'Immanenza di Dio', vi sembreranno forse secche, fredde e senza interesse. Bisogna tradurvele? Si intende dire che Dio è dappertutto e in tutto. Ma non basta. Ciò significa che quando seguite il bordo del mare, ammirando le grandi onde dell'oceano agitarsi con un rumor di tuono sulla riva, voi vedete in quelle la Sua potenza. Se percorrete qualche bella foresta e gustate il silenzio, la calma e l'ombra a mezzogiorno, allora voi conoscete questa pace divina, conoscete la serenità che rivela Dio."
La dicotomia filosofica trascendenza – immanenza, apre le porte a un concetto più ampio e culturalmente, nel senso antropologico, secondo me più vicino alla realtà umana ovvero il concetto di "spiritualità". Andando oltre religiosità e o spiritualità si fondono in un unico "modo d'essere" del soggetto interessato alla ricerca della "felicità" intesa come "gioia di vivere".
Il "disincantamento del mondo" di Max Weber e "l'ambiente facilitante" di Mohandas Karamchand Gandhi ci introducono a una evoluzione dell'uomo nella spiritualità, un rapporto tra pratica religiosa e potenzialità umane, dimensione spirituale del vivere.
Disincantamento del mondo, processo secolare, il profetismo ebraico (Dio unico) che assorbe il politeismo e nel tempo stesso crea la dimensione morale della società, il Dio dei profeti richiede agli uomini di essere giusti.
Una risposta meramente materialistica non dà soddisfazione all'essere umano, per Ghandi l'India è lì come una madre che apre le braccia al suo figlio, è l'ambiente facilitante ovvero il nutrimento spirituale. Nella contemporaneità la risposta, il "nutrimento spirituale", non è più lì a disposizione, va cercata, la religiosità interiore deve essere supportata da pratiche che avvicinano a un comportamento conforme alle aspettative della propria spiritualità.
In altre parole cuore-mente e parole dovrebbero essere supportate da un'azione equivalente.
Dag Hammarskjold, segretario generale delle Nazioni Unite 1953-1961, ha dedicato nel palazzo dell'ONU "la stanza della quiete". "L'obiettivo è stato creare in questa saletta un luogo le cui porte possono essere aperte ai terreni infiniti del pensiero e della preghiera." [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Un risveglio spirituale

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Informazioni tesi

  Autore: Maurizio Squillante
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Sociali
  Corso: Sociologia
  Relatore: Michele Colafato
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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