William Butler Yeats, tra Simbolismo ed Esoterismo

Nel 1893, oltre che consegnare alle stampe The Works of William Blake, Yeats pubblica la sua seconda raccolta di liriche dal titolo The Rose selezionate da The Countess Kathleen, ad eccezione di Who Goes with Fergus? e To Some I Have Talked with by the Fire aggiunte successivamente. Il simbolo della rosa compare nell'opera yeatsiana a partire da The Wandering of Oisin (1889), simbolo adottato anche da molti amici di Yeats, come Lionel Johnson e Ernest Dowson, il primo attribuendogli un significato prettamente dantesco e, quindi, cristiano (la Vergine Maria), mentre il secondo considerandolo il paradigma dell'amore sensuale e profano.
Yeats sembra allacciarsi ad entrambe queste tradizioni, portandole tuttavia alle estreme conseguenze. Lionel Johnson, il dedicatario della raccolta, era un componente di spicco del Rhymers' Club: "Per alcuni anni fu il mio più intimo amico; ciò che mi attirava in lui era una certa eleganza della mente che sembrava corrispondere al suo corpo piccolo e ben fatto e alla distinzione, come di scultura greca, dei suoi lineamenti regolari".
Da lui Yeats riconobbe di aver imparato "certe nobiltà di stile e ad amare della vita tutto quello che, per usare una parola che gli era cara, era 'ieratico'. Il suo pensiero sembrava, per così dire, eternizzare e immortalare l'anima e certamente, nei momenti di massima intensità religiosa, egli arrivò a raffigurare nella sua poesia la condizione estatica".
Evidente è il filo conduttore di tale periodo determinato dalle esperienze esoteriche: esperienze in cui è possibile rintracciare la chiave di volta del suo cammino poetico. Conosciuto il ricco patrimonio archetipo della rosa e l'importanza data ad essa da scrittori a lui precedenti, Yeats non avrebbe potuto scegliere simbolo migliore per rappresentare le cose care al suo cuore durante quel periodo: ma a causa, appunto, dei suoi interessi per l'occulto e per svariate filosofie (tra cui la filosofia indiana che egli studia in questo periodo con un bramino), la rosa non appartiene a un unico livello simbolico ma esprime, invece, alcune delle idee alle quali Yeats, da giovane poeta soggettivo, stava diventando sempre più interessato con sempre maggiore consapevolezza. Come nota Seiden, "the rose stood for and was a beautiful woman, ideal love, the alkahest, the poetic imagination, Ireland as a reborn goddess of the spring, the resolved antinomies, politics as an occult passion, and the spirit of the beauty in nature".
Inoltre, poiché il fiore contiene elementi di ognuno, simboleggia l'unione spirituale e temporale dei mondi. [...]