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Tra integrazione e mantenimento dell'identità: la cultura italiana nel Rio Grande do Sul e il Correio Riograndense

La stampa italiana in Brasile

Da uno studio del progetto ITENETS risulta che, nel periodo compreso tra il 1875 e il 1960, siano nate in Brasile più di cinquecento testate: questo dimostra la straordinaria vitalità del fenomeno della stampa italiana in Brasile, rivelatasi una costante nell’evoluzione del fenomeno dell’immigrazione dei nostri connazionali, che ha visto un’attenuazione solo negli ultimi decenni, in seguito alla fine dei flussi Italia-Brasile.

La storia della stampa italiana in Brasile si può definire come una storia travagliata, segnata da molte preoccupazioni economiche e costituita da pubblicazioni di dimensioni ridotte e di periodicità elastica. Non è un caso che, come si legge nel saggio di Maria Thereza Petrone, la frase più ripetuta da molti redattori italiani a proposito dei loro giornali fosse semplicemente «Esce quando può», ad indicare appunto la difficile situazione in cui versava l’industria della carta stampata.

Questi giornali d’immigrazione avevano, nella maggior parte dei casi, una vita molto breve, spesso non arrivavano al primo anno, ma ciò non toglie che fossero molto letti dalla comunità italiana.
Per quanto riguardava la loro funzione all’interno della società i giornali si occupavano, almeno all’inizio, sostanzialmente di propaganda politica ed erano, come scrivono Silva Maria Pereira de Araújo e Alcina Maria de Lara Cardoso:

scritti nella lingua materna, cronachisti e formativi allo stesso tempo, i periodici italiani presentano spesso, come elemento centrale dell’affermazione di un’identità etnica in terra brasiliana, la nozione di patria, questione che si poneva in maniera imperativa ma non monolitica fra i vari segmenti di immigrati (S.M. Pereira de Araújo, A.M. de Lara Cardoso, « Gli italiani in Brasile o la patria ricreata», in La presenza italiana nella storia e nella cultura del Brasile, op. cit., p. 287.)

Queste due studiose si sono occupate dell’analisi di otto giornali, scritti in lingua italiana e pubblicati in Brasile tra la fine dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento e, attraverso questa analisi, hanno individuato due principali posizioni delle testate: la prima era quella sostanzialmente patriottica, accompagnata da un atteggiamento borghese di difesa della patria, l’altra, invece, era più vicina agli ideali socialisti, ai quali spesso si mischiavano correnti anarchiche, ed era decisamente meno propensa all’esaltazione del concetto di patria.

Questa seconda tipologia di periodici si rivolgeva solitamente alla classe operaia e ai lavoratori urbani, piuttosto che ai coloni in sé, e seguiva la linea di pensiero del movimento operaio, rendendosi portavoce di una forte critica sociale che negava l’esistenza di legami territoriali o sentimentali con la terra d’origine. In sostanza, quello che importava davvero era lottare, indipendentemente dal dove, per eliminare le diseguaglianze sociali ed emanciparsi da quelle classi dominanti che, spesso e volentieri, si servivano proprio dell’esaltazione dei concetti di patria ed istituzioni per imporsi sulle classi sociali economicamente più deboli.

Un punto di vista diametralmente opposto era quello adottato dai giornali patriottici, i quali avevano l’obiettivo di riportare in auge il concetto più classico e tradizionale di patria, investendo gli immigrati del compito di ricostruire questa patria nella nuova realtà. In vista di questo obiettivo si comprende l’importanza attribuita, da questi giornali, alla conservazione della lingua italiana e alla trasmissione di tradizioni e costumi della madrepatria ma, nello stesso tempo, anche al ruolo attivo e partecipativo dei cittadini all’interno della società.

Caratteristica comune ai diversi orientamenti sembrava essere, oltre all’idea del possibile miglioramento delle proprie condizioni di vita attraverso il lavoro e della diffusione di idee in lingua italiana, al fine di far riflettere i connazionali riguardo alla loro condizione, anche il il desiderio di ritrovare sul suolo brasiliano i punti di riferimento fondamentali per la vita del gruppo (…) i giornalisti si propongono come difensori degli interessi degli immigrati e come interpreti dei sentimenti dei coloni. (…) Si delinea così il ruolo sociale della stampa, con forme dialettiche compatibili con il periodo e con il gruppo sociale immigrato (Ibidem, p. 288. )

Al di là di queste diverse posizioni, comunque, è da notare come la necessità di creare e mantenere un’identità nazionale comune nella quale riconoscersi non nacque subito, ma bensì solo in seguito alle fasi di assestamento territoriale e di avvio degli insediamenti coloniali. Fu proprio dopo questi due importanti momenti, più o meno a partire dagli anni dieci del Novecento, che gli immigrati italiani cominciarono a spostare la loro attenzione dalla mera sopravvivenza materiale alla questione dell’identità di gruppo e alla volontà di preservazione culturale

Questo brano è tratto dalla tesi:

Tra integrazione e mantenimento dell'identità: la cultura italiana nel Rio Grande do Sul e il Correio Riograndense

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Informazioni tesi

  Autore: Margherita Betocchi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue per la gestione editoriale
  Relatore: Lorenzo Reggiani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 154

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