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L'Italia degli anni Settanta: ''Luci e Ombre''. Dai moti del 1968 al rapimento di Aldo Moro.

La strategia della tensione

Nel 1969 l'Italia entrò in una stagione durissima che perdurò fino al 1980, erano gli anni della «strategia della tensione». Quest'espressione venne coniata dal settimanale inglese The Observer, dopo la strage di Piazza Fontana, e viene definita dall'Enciclopedia Treccani come una strategia eversiva basata principalmente su una serie preordinata e ben congeniata di atti terroristici, volti a creare in Italia uno stato di tensione e una paura diffusa nella popolazione, tali da far giustificare o addirittura auspicare svolte di tipo autoritario.

Questa definizione, per quanto corretta, non riesce comunque a far emergere il significato e il valore di «strategia della tensione», per tanto è necessario inserire il termine in un contesto storico-politico che supera i confini italiani; procedendo per tappe sarebbe opportuno partire dal secondo dopoguerra, argomento già trattato nel capitolo 1, focalizzando la nostra attenzione sulla strategia del contenimento applicata dagli Stati Uniti per arginare la minaccia comunista.

La politica del «containment» nacque per mezzo di alcune direttive, attuate tra il 1948 e il 1955, con lo scopo di contrastare il pericolo rosso attraverso misure di guerra non ortodossa quali attentati a persone fisiche, sequestri e assassini di personaggi pubblici, nonché stragi. Queste metodologie vennero approvate dal National Security Council presieduto dalle più alte cariche politiche e militari USA e della Cia, con quest'ultima che ebbe il compito di porre in essere operazioni sotto copertura gestite da un organo specializzato, l'Office of Special Projects, e mantenere la più assoluta segretezza attraverso l'occultamento di ogni fatto per evitare che le responsabilità ricadessero sul governo statunitense.

I sistemi con i quali i Servizi americani realizzarono il contenimento si basarono anche sull'appoggio finanziario alle forze politiche che si dichiaravano ostili alla sinistra: tra il 1948 e il 1968, la Cia spese in Italia circa 65 milioni di dollari per finanziare e supportare campagne elettorali e iniziative dei partiti, soprattutto della DC, per indebolire l'area rossa e scoraggiare un inserimento di questa nel governo. Ogni organizzazione ostile al comunismo poteva essere inserita nel libro paga dei Servizi americani, nel 1972 circa 10 milioni di dollari finirono nelle tasche di schieramenti politici, Servizi segreti italiani e gruppi neofascisti, con questi ultimi che ricevettero 800000 dollari - consegnatigli dal Capo del Sid - per svolgere azioni di propaganda anticomunista sul territorio.

Oltre alle operazioni di finanziamento, la politica del «containment» venne portata avanti con la creazione di organizzazioni come Gladio, già trattata nel paragrafo 1.2, concepita come mezzo di difesa contro un'ipotetica invasione comunista. Un'altra organizzazione venne istituita con il piano «Demagnetize», al contrario questa mostrava una natura offensiva, con l'obiettivo di contrastare e ridurre la forza del partito comunista in Italia con ogni mezzo. Questa, per le sue caratteristiche offensive, si rese responsabile delle schedature di massa (i famosi 157 mila fascicoli citati nel paragrafo 1.2) e dell'ideazione del Piano Solo, operazioni sotto copertura realizzate d'intesa con la Cia.

In base a tutte queste operazioni di contrasto al comunismo elencate precedentemente, risulta evidente come l'Italia sia stata colpita in pieno dalle dinamiche della Guerra Fredda e come risultasse importante per gli americani contenere il pericolo rosso, soprattutto perché nella penisola era presente il partito comunista più forte dell'occidente. Rilevante, pertanto, era il bisogno di rafforzare l'organizzazione operante all'interno del Sifar.

Dal 3 al 5 maggio 1965, all'hotel Parco dei Principi in Roma, si svolse un convegno che aveva l'obiettivo di approfondire quei canoni di guerra non ortodossa (dalla propaganda al sabotaggio e al terrorismo) che sembravano maggiormente idonei a contrastare l'avanzata del comunismo in Italia e che ricalcavano sostanzialmente le direttrici di fondo della politica estera statunitense. Al congresso presero parte figure professionali di tutti i tipi, dagli esponenti del mondo politico ostili all'apertura a sinistra, a rappresentanti dei gruppi di estrema destra, del mondo economico e militare, e naturalmente non mancava la presenza di uomini dei Servizi italiani.

Tutti questi personaggi approvarono un manifesto programmatico, preparato dal colonnello di artiglieria Adriano Magi Braschi, che segnava una collaborazione nel segno dell'anticomunismo e stabiliva la linea ufficiale dell'organizzazione clandestina che dentro al Sifar si era assunta il compito della guerra totale al comunismo. Tutto ciò rappresentò il momento più avanzato nella costruzione di una strategia del contenimento adattata al contesto italiano da italiani, i quali, seguendo le linee guida tracciate dagli USA in precedenza, diedero vita nel 1966 ai «Nuclei di difesa dello Stato». [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'Italia degli anni Settanta: ''Luci e Ombre''. Dai moti del 1968 al rapimento di Aldo Moro.

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Informazioni tesi

  Autore: Mattia Pani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Cecilia Novelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 100

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