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La gravidanza: fattori protettivi, di rischio nella relazione mamma bambino. Dati preliminari su uno studio longitudinale.

La teoria dell’attaccamento (1969)

Nonostante che la prima formulazione della teoria dell’attaccamento (1958) abbia permesso l’integrazione delle idee psicoanalitiche con la prospettiva etologica, si possono riscontrare dei limiti. Uno di questi è inerente allo studio esclusivo del legame madre-bambino e alla generalizzazione di dati tratti da osservazioni cliniche di soggetti problematici che sono stati estesi a bambini cresciuti in famiglie non a rischio. Bowlby sostiene che i bambini tendono a indirizzare le risposte istintuali esclusivamente verso la madre, parlando quindi di monotropismo, e persiste nella convinzione che la figura materna è la principale responsabile dell’integrazione del bambino nel mondo sociale. In secondo luogo, le osservazioni di Bowlby vengono criticate in ambito psicoanalitico.Bowlby, consapevole di questi limiti della prima formulazione della teoria dell’attaccamento, decide di revisionare la sua opera. Scrive la trilogia Attaccamento e Perdita (1969, 1973, 1980), nella quale vi è un’esposizione più completa della dinamiche comportamentali dell’attaccamento.
L’attaccamento è la: “Propensione innata a cercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie quando si è vulnerabili ai pericoli ambientali per fatica, dolore,impotenza o malattia” (Bowlby, 1969). Nel primo volume L’attaccamento alla madre (1969), il legame madre-bambino viene considerato come un sistema indipendente, basato sulla predisposizione genetica presente nei primati, al fine di garantire la sopravvivenza della specie. Infatti, il bambino e la madre sono strutturati per cercare e mantenere la vicinanza, che permette al piccolo la sopravvivenza. Bowlby asserisce che il comportamento istintivo è guidato da sistemi integrati di controllo, che operano in relazione con le variabili ambientali. Questo comportamento istintivo è continuamente corretto, tramite regolazioni, secondo lo scopo. Per cui risulta importante ai fini della relazione di attaccamento, la qualità del legame instaurato dal bambino col caregiver. Infatti, se la figura di accudimento è disponibile e responsiva, allora il bambino acquisirà fiducia in sé e nel mondo circostante. Al contrario, se il caregiver è anaffettivo o incoerente, il bambino sarà predisposto ad essere insicuro e ansioso nei rapporti affettivi. Pertanto, le prime relazioni di attaccamento saranno il modello sul quale si struttureranno le successive relazioni sociali del bambino. Nel secondo volume La separazione dalla madre (1973), Bowlby affronta diverse tematiche: l’ansia come risposta ad una figura di attaccamento poco disponibile, il ruolo dell’esperienza infantile come fattore che determina diversi gradi di sicurezza o di ansia, la formazione della personalità collegata con il grado di fiducia in se stessi.L’ansia nel bambino non è patologica, è una reazione emotiva che si genera a partire dalla separazione dalla figura di attaccamento; essa ha una funzione adattativa, perché il bambino, in questo modo, è intenzionato a suscitare una reazione di vicinanza alla figura di attaccamento.
Dal primo anno di vita il bambino è in grado di sviluppare dei modelli operativi interni del sé e della realtà. Se il bambino ha instaurato una relazione positiva col caregiver, egli avrà interiorizzato un modello di sé e degli altri degno e sensibile ai suoi bisogni. Invece, il bambino che ha esperito una figura di attaccamento discontinua o distante, svilupperà modelli operativi inadeguati o ostili. Bowlby afferma che i modelli operativi interni svolgono un ruolo importante nella trasmissione intergenerazionale dei pattern di attaccamento.
Nel terzo volume La perdita della madre (1980), Bowlby sostiene che il dolore conseguente ad un lutto è una reazione naturale alla perdita di una persona cara. La perdita del caregiver implica manifestazioni di pianto e di disperazione, le quali diventano più intense se la scomparsa è definitiva. Dopo un periodo in cui si prova dolore, il soggetto sarà capace di instaurare nuovi legami affettivi e di approfondire le relazioni già esistenti.

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La gravidanza: fattori protettivi, di rischio nella relazione mamma bambino. Dati preliminari su uno studio longitudinale.

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Bacco
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia clinica e di comunità
  Relatore: FABIO VEGLIA
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 177

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