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La demenza di Alzheimer: promuovere il benessere del paziente

La terapia NON farmacologica: dare valore alla persona

La terapia non farmacologica viene intesa come qualsiasi intervento non chimico, mirato e replicabile, basato su una teoria, condotto con il paziente o il caregiver, potenzialmente in grado di fornire qualche risultato rilevante (Olazaràn et al., 2010). Si tratta, difatti, di cure alternative che non prevedono l'utilizzo di farmaci ma capaci di migliorare la qualità di vita del paziente L'utilizzo di interventi non farmacologici inoltre, è stato verificato da studi controllati che provano come essi ricoprono un ruolo di primo piano nel diminuire l'aggravamento dei sintomi. È bene tenere presente che non è auspicabile un recupero delle abilità compromesse, quanto, piuttosto, un mantenimento delle funzioni e un rallentamento della malattia. Per questo è necessario effettuare una valutazione delle capacità residue su cui basare l'intervento, che dovrà essere su misura del paziente, in base al suo funzionamento sociale, storia e preferenze (Takeda et al., 2012). Si può parlare, quindi, di interventi di riabilitazione, definiti come “processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle sue scelte operative […]”(Gazzetta Ufficiale, 1998), e di attivazione cognitiva, il cui obiettivo è un rallentamento nella progressione della patologia e non un vero e proprio recupero delle abilità compromesse (Quattropani & Coppola, 2013).

Gli interventi, maggiormente utilizzati, sono i seguenti:
• interventi cognitivi (sulla memoria sull'orientamento nella realtà sul linguaggio ;
• interventi orientati sulla sfera emotiva;
• interventi di stimolazione, per identificare e aumentare il numero delle attività piacevoli, per un miglioramento dell'umore sia dei pazienti sia di chi li assiste;
• interventi comportamentali;
• interventi orientati all'ambiente che va adeguato alle esigenze del paziente, in base alla gravità dei deficit cognitivi e dei disturbi comportamentali in modo che possa avvertire meno le limitazioni dovute alla malattia.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La demenza di Alzheimer: promuovere il benessere del paziente

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Informazioni tesi

  Autore: Veronica Bentivegna
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
Anno: 2019
Docente/Relatore: Nicola Lo Savio
Istituito da: Istituto Tolman
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 20

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Parole chiave

psicoterapia
alzheimer
demenza
trattamenti
cognitivo comportamentale
cbt

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