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Jaak Panksepp e le neuroscienze

Le 7 emozioni di base viste da Jaak Panksepp

Dopo aver affrontato, anche se in maniera sommaria il cervello, darò una breve descrizione di ciascuno dei sette stati emotivi che Jaak Panksepp ha individuato. Prima di intraprendere la descrizione degli stati emotivi è doveroso menzionare i comportamenti animali, che saranno meglio illustrati nelle pagine che seguiranno. Gli animali è dentro ogni uno di noi, come su di una superficie tridimensionale è impressa una superficie bidimensionale, o ancora come le colonne di una chiesa pagana che si impongono al futuro e alla successiva nascita di un culto cristiano. Ogni uno di noi dovrebbe abbandonare quella propulsione di schizzinosità dell'idea che qualcosa, o più di qualcosa, ci accomuni al mondo animale, e se ciò accade dobbiamo essere consapevoli che la risposta a questo evento è da ricercare in noi stessi alla nostra interpretazione. Gli animali godono di una coscienza limpida, sicuramente più limpida di quella che possediamo noi umani, e ciò da cui cerchiamo di allontanarci pensando agli animali e molto verosimilmente una brutta esperienza dell'uomo.

La nostra spiritualità va intesa come in grado di ricevere e fondere in unità una moltitudine di contributi tutti diversi fra loro. Gli esempi sugli animali, non sono per niente riduzionistici, anzi sono contributi che devono condurre a una unitaria sintesi. Qualcosa di molto simile possiamo affermare anche di tutte le osservazioni più esatte e tecniche, come quelle anatomiche, chimiche o quelle che riguardano il comportamento. Queste non sono affatto le verità più supreme su cui condizionarsi, ma dei punti di riferimento a cui delegare il nostro resoconto più completo. Senza dubbio, sono anch'essi dei contributi che vanno portati ad unità, voci che devono farsi sentire tra le moltissime altre voci, oppure essere la bacchetta del direttore d'orchestra. Il primo stato emotivo è la ricerca, o la voglia di fare. Allo scoccare degli anni cinquanta dello scorso secolo, alcuni scienziati si resero conto che tutti gli animali che loro avevano testato erano tremendamente affascinati dalla stimolazione elettrica di una parte del cervello precisa, tanto da lavorare fino allo sfinimento per ottenere la stimolazione elettrica.

Questo tipo di esperimento lo si può osservare anche in animali la cui neocorteccia è stata asportata. Si parla del fascio mediale del proencefalo-ipotalamo laterale, la cui sigla in inglese è: MFB-LH, questa zona del cervello rientra in quello che Panksepp chiama sistema di aspettativa o di ricerca, proprio perché conduce ad uno stato euforico e di aspettativa intensa, che inizialmente non aveva un obiettivo ben preciso. Questi due concetti, di aspettativa e di euforia, pare che caratterizzino questo sistema emotivo in modo più esaustivo rispetto al sistema di ricompensa che inizialmente gli studiosi utilizzavano.

Nel discorso di Panksepp le altre emozioni sono indicate con termini che possiamo facilmente riscontrare nel linguaggio comune, che possono immediatamente sostenere un'intuizione, invece la parola ricerca, seeking in inglese, non sembra darci lo stesso sostegno.

Perché nel linguaggio comune e quotidiano questo termine non viene pronunciato ed utilizzato con lo stesso senso che Panksepp gli attribuisce, e quindi questo può condurre ad un rallentamento nella fase di comprensione. L'espressione che si indica con il termine voglia di fare, è comunemente usato nel linguaggio quotidiano. Un paio di opzioni potrebbero essere le espressioni come livello di attività oppure l'espressione grado di coinvolgimento nel mondo, ma se analizziamo bene l'espressione voglia di fare ci accorgiamo presto che questa si posiziona ad un gradino superiore della scala della casualità interna o interiore, accostandosi al riposizionamento dei sistemi emotivi di base nelle zone più antiche dell'esperienza personale.

Un punto a sfavore dell'espressione voglia di fare è sicuramente quello della laboriosità della sua applicazione al mondo animale, specialmente a quelli più primitivi. Questo impedimento può essere superato attraverso una tendenza all'azione più generale, che nel caso dell'uomo è direttamente collegata alla percezione della voglia di fare. Altri studiosi hanno esposto anche il termine wanting, che secondo Panksepp è estremamente cognitivo, perché si riferisce al modo in cui guardiamo il mondo, invece con il termine seeking è annoverato un'idea di azione. Secondo Panksepp il cervello che posseggono i mammiferi non è precisamente un sistema fatto per apprendere ma piuttosto un sistema che ci esorta, che stimola ad agire nel mondo. [. . . ]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Jaak Panksepp e le neuroscienze

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Santabarbara
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Gloria Di Filippo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 120

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