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La ferrovia Roma-Viterbo nel sistema della mobilità romana

Le divisioni dello spazio urbano negli anni Venti

Negli anni venti la città presenta una struttura socio-economica fondata sulla distribuzione delle funzioni e sulla differenziazione sociale della popolazione residente che si accentuerà nel corso del successivo sviluppo.
La zona compresa tra l'antico centro e i quartieri contigui a nord costituisce il centro amministrativo, degli affari, delle attività di relazione e commerciale della città.
In questa zona, che è quella verso cui convergono le principali arterie di comunicazione, si concentra la popolazione di ceto sociale agiato e medio: politici, commercianti, albergatori, artigiani-bottegai, dipendenti delle amministrazioni nazionali e comunali soprattutto nel centro; dirigenti e impiegati di banca o di azienda soprattutto nei quartieri a nord e a nord-est.
Alcune zone del centro storico mantengono comunque una forte connotazione popolare, dovuta al precedente sviluppo: i borghetti abusivi costruiti dagli immigrati a Porta San Giovanni, a Porta Maggiore e a Porta Cavalleggeri con materiali di recupero dei cantieri, il rione Monti con la Suburra, il rione Esquilino con gli isolati di Santa Croce in Gerusalemme abitati dai ferrovieri, i rioni Ponte, Regola e Trastevere con un'elevato numero di laboratori artigianali di tipo tradizionale.
I cantieri edili e gli altri stabilimenti industriali, e le altre attività non direttamente legate alla funzione direzionale, si distribuiscono invece prevalentemente nelle zone più periferiche a sud , a est e a ovest, zone in cui si concentra, quindi, la popolazione di ceto sociale meno agiato (operai, dipendenti dell'industria, piccoli commercianti e impiegati).
Fino all'avvento del fascismo comunque non si può ancora parlare di una netta spaccatura del territorio urbano, “perché in più rioni centrali esiste un forte degrado abitativo e perché poche zone periferiche sono delimitate topograficamente e connotate socialmente in modo omogeneo”.
Con il fascismo si ha un'espansione per aree monofunzionali incentrate sulla residenza e lo spazio edificato si allarga notevolmente oltre i confini della città compatta. Le attività più rappresentative continuano a localizzarsi al centro (salvo i grandi complessi, come il Foro italico, Cinecittà e gli ospedali, che per ragioni di spazio vanno oltre l'aggregato urbano) e la città si scinde per la prima volta tra centro e periferia.
Il forte accentramento dei servizi determina anche una tendenza negli spostamenti casa-lavoro dei romani che diventerà molto forte nei periodi successivi e cioè quella di “abitare in periferia e lavorare al centro”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La ferrovia Roma-Viterbo nel sistema della mobilità romana

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Informazioni tesi

  Autore: Pierfrancesco Dugoni
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Claudio Cerreti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 133

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