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Le problematiche traduttive nella pratica del doppiaggio: il caso Manhattan (Woody Allen, 1979)

Le fasi del doppiaggio

Il doppiaggio di un film avviene attraverso più fasi. Per prima cosa le società di doppiaggio scelgono il dialoghista, che ha il compito di tradurre la lista di dialoghi originale in italiano, e il direttore di doppiaggio a cui spetta il compito di scegliere gli attori doppiatori "sulla base dell'aderenza vocale, "fisica" o recitativa del doppiatore al personaggio" L'assistente di doppiaggio dopo aver controllato che il filmato sia in buone condizioni, lo "divide in porzioni, i cosiddetti anelli, rilevando il time code di inizio e fine di ogni anello, che in sala vengono poi impostati sul banco di regia dal fonico del doppiaggio, e distribuisce i personaggi nei vari turni di registrazione." Le registrazioni delle voci vengono effettuate su più piste audio per poter intervenire in seguito nel caso di scene in ambienti esterni a distanze diverse, personaggi che parlano contemporaneamente oppure "per la presenza di dialoghi "effettati"(radio e televisione ecc.) in cui la voce deve subire una distorsione".
La sala di registrazione è composta da due stanze insonorizzate, divise tra loro da un doppio cristallo. Da una parte c'è il direttore di doppiaggio e il fonico di sala, mentre dall'altra ci sono gli attori doppiatori e l'assistente che ha il compito di controllare i sincronismi del labiale.
I doppiatori hanno sottomano il copione in italiano e il microfono mentre di fronte hanno lo schermo che proietta le scene da doppiare. Prima d'incidere eseguono delle prove vedendo più volte l'anello e ascoltando con delle cuffie le battute in originale. "Le voci italiane registrate sono poi lavorate dal sincronizzatore, che le fa coincidere con la massima precisione possibile con il movimento labiale originale, intervenendo sulle partenze e sulle pause". Il tutto poi viene mixato dal fonico con la colonna sonora internazionale e le musiche equilibrando i vari livelli.7 Tuttavia la fase più complessa di tutto il procedimento è quella iniziale che spetta al dialoghista, cioè la traduzione del testo audiovisivo.
"Il testo audiovisivo è una costruzione complessa in cui più canali e più codici agiscono simultaneamente e, interagendo, producono un significato che lo spettatore percepisce e comprende globalmente".
"Quello che l'adattatore si trova di fronte non è una semplice sceneggiatura o una lista di dialoghi, ma un filmato, cioè un sistema costituito da immagini, suoni e rumori, attori che recitano battute".
Tutto ciò rende il testo multimediale articolato e ricco di problematiche di cui l'adattatore dovrà tener conto. "Pur riconoscendo il ruolo costitutivo nel film dell'universo non verbale, è ovviamente sul dialogo che si concentra l'attenzione nella traduzione filmica" essendo anche l'unico elemento modificabile all'interno del film. Nella vita reale la conversazione gioca un ruolo centrale nelle relazioni sociali e nelle identità individuali, così anche nel cinema il dialogo è importante per lo sviluppo della trama e nella definizione caratteriale dei personaggi.
Il dialogo filmico prende spunto dalla realtà ma si tratta di "un dialogo riprodotto in cui lo sceneggiatore prima e gli attori dopo pianificano con attenzione una produzione che tipicamente non è pianificata;" ciò che ne esce è "un costrutto che si giustifica solo sulla base delle loro capacità di osservazione e riproduzione" allo scopo di rendere la comunicazione più spontanea possibile. L'adattatore prima di procedere con la traduzione dovrà porsi la domanda: "Come sembrerebbe quel tale personaggio in quella situazione se parlasse la mia lingua?"
Il suo obiettivo è quello di "far credere che la recitazione dell'attore sia svolta direttamente nella lingua ricevente, senza che lo spettatore abbia il minimo dubbio circa la provenienza linguistica e culturale del prodotto che sta guardando". Per raggiungere il suo scopo dovrà porre particolare attenzione ai diversi livelli comunicativi: quello interno al film, "in cui l'espressione verbale può portare all'identificazione etnica, sociale e geografica, e quello esterno, tra i vari locutori e il pubblico che chiama in causa fattori come la competenza linguistica degli spettatori."
Visto che il lavoro di traduzione avviene su battute già recitate dovrà anche tener conto della lunghezza della battuta, i movimenti del corpo dell'attore, e il sincronismo labiale. "Sarà necessario, quindi, aggiungere o sottrarre, facendo attenzione a recuperare altrove quello che si è costretti a sacrificare da una parte, tenendo sempre presente che l'equilibrio generale deve alla fine essere rispettato."

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Le problematiche traduttive nella pratica del doppiaggio: il caso Manhattan (Woody Allen, 1979)

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Fattore
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Ferrara
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Alberto Boschi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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