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Il Mediatore europeo

Le fasi di attività del Mediatore e i poteri di indagine

Nel momento in cui il Mediatore valuta le denunce come procedibili, compie un’ulteriore valutazione circa la opportunità o meno di iniziare le indagini: si pensi al caso in cui vi sia un procedimento giurisdizionale in corso relativo ad una questione “pregiudiziale” per il merito della questione, oppure quando il problema sia già oggetto di esame da parte della Commissione per le petizioni del Parlamento. Tale valutazione consente di escludere, in media il 30% delle denunce in quanto ritenute troppo generiche o non supportate da prove sufficienti.

Superata anche tale valutazione, il Mediatore trasmette una copia della denuncia all’Istituzione interessata, invitandola a formulare un parere entro i tre mesi successivi: il parere verrà poi inviato anche al cittadino, il quale potrà esprimere le proprie valutazioni.
Il Mediatore europeo, nella sua relazione del 1998, ha spiegato che tale fase, per quanto occupi un certo periodo di tempo, in realtà è molto importante in quanto rappresenta un fondamentale strumento di garanzia, non potendo egli prendere in considerazione il punto di vista e le valutazioni di una parte senza poi valutare la posizione della controparte. Tale “scambio di valutazioni” assume un’importanza ancora maggiore se si considera che in molti casi non vi è più la necessità di procedere con le indagini: il chiarimento delle rispettive posizioni porta spesso l’istituzione o a venire incontro alle esigenze del cittadino o ad indurlo a desistere.

A questo punto, il Mediatore inizia le sue attività di indagine al fine di verificare se, effettivamente, si sia verificato un caso di cattiva amministrazione: nel caso in cui ciò non venga riscontrato, vi sarà l’archiviazione del caso con una decisione motivata, che viene comunicata ad entrambe le parti.
Al contrario, nel caso in cui venga accertata l’esistenza di un caso di cattiva amministrazione, il Mediatore tenta, in primis, una composizione amichevole della controversia, soluzione che – tuttavia – ha un esito positivo in un numero molto esiguo di casi.

L’art. 3 dello Statuto del Mediatore europeo, inoltre, sancisce che – ai fini dell’accertamento di eventuali casi di cattiva amministrazione – il Mediatore ha la possibilità di svolgere le indagini ritenute necessarie “di propria iniziativa”, informandone l’istituzione o l’organo interessato il quale, a sua volta, può fargli pervenire qualsiasi osservazione utile.
Si stima che, al 2001, il Mediatore abbia avviato circa tredici indagini di propria iniziativa, in materia di accesso del pubblico a documenti delle istituzioni, di procedure di concorso e di limiti di età per l’assunzione del personale, di trattamento delle denunce presentate alla Commissione per le presunte violazioni del diritto dell’Unione da parte degli Stati membri, nonché di ritardi nei pagamenti da parte della Commissione in favore di privati.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Mediatore europeo

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Informazioni tesi

  Autore: Annunziata Tatiana Acquaviva
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Emilia Maria Magrone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 48

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Parole chiave

mediatore europeo
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