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Mutamenti e sviluppi dell’ambientalismo movimentista italiano da Fridays For Future a Ultima Generazione

Le modalità di azione dei nuovi movimenti ambientali

Il Global Climate Strike, lo sciopero sociale chiamato dai Fridays For Future è un esempio di come il movimento riesca a coordinare azioni internazionali di protesta contro l’inazione dei governi nel contrastare la crisi climatica. Lo stesso ragionamento può essere applicato sull’emulazione delle pratiche dimostrative o confrontative dei gruppi meno istituzionalizzati, come l’imbrattamento di opere d’arte e monumenti o blocchi del traffico e l’interruzione di manifestazioni sportive, anche se ad oggi questi gruppi non hanno mostrato la stessa capacità organizzativa con azioni coordinate internazionalmente.
Oltre a far parte di reti internazionali, Extinction Rebellion è un movimento internazionale nato nel Regno Unito e poi diffuso in tutto il mondo, mentre Ultima Generazione è parte di una rete chiamata A22 Network a cui appartengono movimenti che portano avanti pratiche di disobbedienza non violenta. Si può notare che le pratiche vengono sperimentate prima in un Paese, per poi, se efficaci e riproducibili, portate avanti da altri gruppi in Paesi diversi. Un esempio è quello dell’imbrattamento di opere d’arte. La prima azione di questo tipo fu il lancio della torta sulla Gioconda al Louvre a marzo 2022, a cui a catena si assistette, dopo una serie di altri azioni di incollamento su statue o opere, al lancio della salsa di pomodoro sui “Girasoli” di Van Gogh esposto alla National Gallery di Londra da parte di Just Stop Oil a ottobre, e quello della zuppa di piselli su “Il seminatore al tramonto”, sempre di Van Gogh, a Palazzo Bonaparte a Roma compiuto da Ultima Generazione a novembre. Sono seguite azioni simili in tutta Europa. Per citarne alcune: l’imbrattamento delle stanze e delle opere esposte nelle teche del museo egizio di Barcellona con finto sangue e petrolio dagli attivisti di Futuro Vegetal a metà novembre oppure il liquido nero sopra “Vita e morte” di Gustav Klimt al Leopold Museum di Vienna lanciato dal gruppo Letzte Generation qualche giorno dopo (Benzine V, 2022). Non tutte le azioni sono facilmente emulabili, ma dipende dalle possibilità economiche e la disponibilità degli attivisti a correre determinati rischi. L’azione del blocco dei ponti Queen Elizabeth II di Londra e il Dartford Crossing a ottobre 2022, dopo che gli attivisti di Just Stop Oil si sono arrampicati sui piloni, non è stata riprodotta in nessun’altro Paese europeo.

Le azioni dei nuovi movimenti non sono solo di protesta eclatante volte a sensibilizzare l’opinione pubblica. Dato il coinvolgimento dei media internazionali, più o meno alto a seconda del periodo, le COP sono state usate come megafono per trasmettere le preoccupazioni degli attivisti sull’inazione dei governi nel contrastare la crisi climatica e allo stesso tempo spazio privilegiato per i gruppi informali e le associazioni ambientaliste per fare pressione politica sui decisori politici. Le COP diventano eventi a cui gli attivisti partecipano per portare avanti la propria visione, complice la rilevanza mediatica ad esse attribuita.
Le conferenze delle Nazioni Unite sul clima, in un’ottica di allargamento alle realtà della società civile organizzata, lasciano spazio ad attivisti o membri di organizzazioni non provenienti dalla politica di poter prendere parola ed esprimere il loro messaggio, che trova eco nei media internazionali. Avviene già dal Summit della Terra, che rese celebre il discorso di Severn Cullis-Suzuki, una ragazza di 12 anni portavoce del Environmental Children’s Organization:

Voi non sapete come si ripara il buco nell’ozono, non sapete come riportare i salmoni su un fiume inquinato, non sapete come si riporta in vita una specie animale estinta, non potete far ritornare le foreste dove ora c’è un deserto. Se non siete in grado di riparare tutto questo, per favore, smettete di distruggerlo!” […] "Sono solo una bambina, ma capisco che, se tutti i soldi spesi per fare guerre fossero stati spesi nel trovare risposte alle sfide ambientali, nel porre fine alla povertà e nel siglare degli accordi, la Terra sarebbe un posto meraviglioso. Mio padre dice sempre: sei quello che fai, non quello che sei. Beh, ciò che fate voi mi fa piangere di notte. Voi adulti dite sempre di amarci. Ma vi sfido: per favore, fate in modo che le vostre azioni rispecchino le vostre parole”.

Il tono del discorso di Suzuki è di preoccupazione e rabbia. Ricorda quello di Greta Thunberg, 16 anni, al Climate Action Summit di New York nel 2019. In questo caso però le soluzioni per limitare le emissioni di gas serra sono sempre di più e sempre più economiche. L’inazione politica nel contrasto alla crisi climatica è percepita come una scelta politica dei governi e non più una mera impossibilità pratica.

Le persone soffrono. Le persone stanno morendo. Interi ecosistemi stanno crollando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto ciò di cui riuscite a parlare sono i soldi e le favole della crescita economica infinita. Come osate! Per più di 30 anni la scienza è stata di una chiarezza cristallina. Con che coraggio osate continuare a girarvi dall’altra parte e venire qui assicurando che state facendo abbastanza, quando la politica e le soluzioni necessarie non sono ancora nemmeno all’orizzonte” […] “Non ci saranno soluzioni o piani presentati secondo i dati di oggi. Perché questi numeri sono troppo scomodi. E voi non siete ancora abbastanza maturi per dire le cose come stanno. Ci state deludendo e tradendo. Ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi. E se sceglierete di fallire, vi dico che non vi perdoneremo mai. Non vi lasceremo andare via come se nulla fosse. Proprio qui, proprio adesso, è dove tracciamo la linea. Il mondo si sta svegliando. E il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no”.

Le parole pronunciate da Greta Thunberg non sono più quelle di una semplice attivista, ma della leader di un movimento giovanile di protesta, che in poco tempo era riuscito a raccogliere adesioni in tutto il mondo. “How dare you!” (come osate!) è inteso come un monito ai governi. Sempre più giovani stavano capendo che la responsabilità non è tecnologica, ma politica e si sentono traditi.
Gli attivisti per la giustizia climatica sono stati spesso difesi dalla Nazioni Unite, ribaltando i luoghi comuni che li descrive come radicali. “La mia generazione non è riuscita a rispondere in maniera adeguata alla drammatica sfida del cambiamento climatico. Non c’è da stupirsi che i giovani siano arrabbiati” ha pubblicato sul Guardian il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres (2019), in occasione del Climate Strike del 2019. Oppure, a seguito della pubblicazione del terzo gruppo di lavoro del sesto rapporto dell’IPCC ad aprile 2022, aveva dichiarato che: “gli attivisti climatici sono a volte presentati come pericolosi radicali, ma i veri pericolosi radicali sono coloro che stanno aumentando la produzione di combustibili fossili. Investire in nuove infrastrutture per i combustibili fossili è moralmente ed economicamente una follia”.
Ricalcando le parole del segretario generale, i movimenti per la giustizia climatica non attribuiscono l’insuccesso delle conferenze internazionali alla mediazione delle Nazioni Unite, ma agli attori internazionali che scelgono di salvare i profitti a scapito degli interessi nazionali o individuali, nel caso di investitori o proprietari di aziende fossili. Avendo preso in diverse occasioni le difese degli attivisti, le Nazioni Unite non sono più viste come un organo superpartes dal movimento ecologista ma un alleato, e più volte è capitato che estratti dei discorsi del segretario generale si trasformassero in slogan oppure fossero usati nei comunicati e nelle interviste per rafforzare la necessità di compiere determinate azioni. La frase usata per smentire chi “dipinge gli attivisti come pericolosi radicali” si ritrova nel comunicato di Extinction Rebellion (2023b) dopo l’occupazione delle sedi Rai, la Stampa e la Repubblica, in questo caso per accusare gli organi di informazioni di raccontare gli attivisti come dei criminali, mentre i criminali sono le compagnie del fossile. Oppure Miriam Falco (2023), attivista di Ultima Generazione nella trasmissione Tagadà risponde a chi l’accusa di estremismo di andare “dal segretario delle Nazioni Unite che ci dice ‘che siamo con un piede sull’acceleratore verso l’inferno’ e denunciatelo per procurato allarme”, parafrasando l’intervento di António Guterres alla COP27, in cui utilizzava la frase “Siamo su un’autostrada per l’inferno climatico con il piede sull’acceleratore”.
L’altro modo che ha il movimento ecologista per usare le conferenze internazionali è quello di mobilitare eventi di protesta di massa e creare campagne di sensibilizzazioni con azioni spettacolari in modo da far presa sui media. Durante la COP15, si sono tenute numerose manifestazioni in diverse parti del mondo, inclusa Copenaghen, a sostegno dell'azione contro il cambiamento climatico. La manifestazione più grande, chiamata “marcia globale per il clima” si è tenuta il 12 dicembre 2009 nella capitale danese, e ha visto la partecipazione di circa 100.000 persone organizzata dalla Confederazione Europea dei Sindacati insieme a organizzazioni non governative internazionali come Greenpeace, Friends of the Earth, WWF e Oxfam. Durante le giornate della manifestazioni ci sono stati violenti scontri con la polizia che hanno portato all’arresto di 700 attivisti (Van der zee B, 2009). La marcia è stata riproposta per la COP21 di Parigi in maniera dislocata in diverse parti del mondo riuscendo a raccogliere solo la metà dei partecipanti. Anche durante le manifestazioni di Parigi ci furono scontri con la polizia che portarono a 200 arresti circa. (Fieldstadt E, Grimson M, 2015).
L’aumento negli anni della sensibilità ecologista ha portato anche alla crescita dei partecipanti a questi eventi di protesta di massa. Circa 500.000 presero parte alla marcia fuori dalla COP25 di Madrid nel 2019, a cui si unirono Fridays For Future ed Extinction Rebellion (Harvey F, 2019). Il 6 novembre. La COP26 di Glasgow nel 2021 contò circa 100.000 manifestanti, ma la partecipazione fu anche limitata per le restrizioni del COVID. A Glasgow si registrarono una ventina di arresti tra i gruppi di Extinction Rebellion e Scientist Rebellion (Castle S, Specia M, 2021).
Le mobilitazioni ai vertici internazionali per il clima hanno rappresentato un momento di contatto tra i gruppi informali e le organizzazioni maggiormente strutturate e anche il loro ruolo è cambiato nel tempo. Se durante la COP15 e COP21 le organizzazioni sindacali e ambientaliste avevano un ruolo predominante nella riuscita delle manifestazioni, a seguito della nascita di Fridays For Future nel 2018 questo compito fu trasferito ai gruppi informali che svilupparono una maggiore capacità di mobilitazione. Un altro fattore per la riuscita delle manifestazioni è determinato dalla città in cui il vertice viene organizzato. L’Egitto, che ha ospitato nel 2022 la COP27 a Sharm el-Sheikh, reprime il dissenso pubblico per cui, paradossalmente, gli unici spazi nel Paese dove il diritto a manifestare è stato tutelato furono delle aree designate all’interno della conferenza, che non consentirono una presenza maggiore di un centinaio di attivisti (Siher Y, 2022).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Mutamenti e sviluppi dell’ambientalismo movimentista italiano da Fridays For Future a Ultima Generazione

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Informazioni tesi

  Autore: Mattia Viglione
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2023-24
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo
  Relatore: Maria Cristina Antonucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 242

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