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Organizzazione e tecnica del processo del credito. Il caso CentroMarca Banca

Le principali forme di Credito Bancario

L’attività bancaria nel campo del credito è stata per secoli orientata esclusivamente verso un solo settore, quello della concessione di credito ad imprese produttive (industriali o commerciali) poiché erano i soggetti principali dell’attività economica. L’evoluzione del settore bancario, che si è posto nuovi traguardi e nuovi modelli operativi, ha portato nell’ottica degli istituti di credito anche i privati, o meglio “la famiglia”. È stata una profonda trasformazione che ha comportato l’adozione di diversi modelli operativi e un processo di ampliamento del campo operativo delle banche da quello tipico del credito a breve termine a quello del medio termine e del credito speciale (o meglio finalizzato).
I finanziamenti bancari possono essere classificati secondo diversi profili. Essi possono essere distinti tra credito ordinario alle imprese in valuta di conto (per cassa e per firma) , credito al consumo alle famiglie, crediti speciali e credito agevolato. Nell’ambito del credito ordinario alle imprese “per cassa” si distingue tra forme tecniche di finanziamento del capitale circolante e forme tecniche di finanziamento degli investimenti. La scelta della forma tecnica rappresenta una decisione che la banca assume nell’ambito dell’istruttoria di fido, sulla base delle richieste del cliente, delle caratteristiche del fabbisogno di impresa da finanziare e del tipo di attività svolta dalla controparte.

L’analisi delle caratteristiche del fabbisogno consente di definire il profilo dei flussi finanziari dell’impresa affidata e la natura e il timing di eventuali squilibri di cassa. L’esame dell’attività svolta dall’impresa offre alla banca elementi utili per precisare le probabili modalità di utilizzo del credito bancario definendone il fido complessivamente accordabile al cliente sulla base della capacità di rimborso stimata e delle eventuali garanzie prodotte e a formalizzare limiti interni di affidamento che definiscono le modalità secondo le quali l’affidato può utilizzare il credito nelle principali forme tecniche.

La fissazione di limiti all’utilizzo delle forme tecniche implica che qualora l’impresa affidata intenda utilizzare la linea di credito in una specifica struttura tecnica oltre l’importo deliberato sia necessaria una revisione formale del fido; in realtà, la banca riconosce al cliente un margine di flessibilità che consente utilizzi del credito oltre il limite interno. Esiste una relazione tra caratteristiche del fabbisogno finanziario, consapevolezza della sua evoluzione nel tempo e struttura dei prestiti. Di particolare rilievo appare definirne:
a) La Ciclicità: ampiezza temporale delle fasi nelle quali l’impresa si configura come prenditrice e di quelle nelle quali essa è in surplus e procede ad un parziale rientro;
b) L’Entità;
c) Il Grado di prevedibilità: fabbisogno concreto rispetto al fabbisogno atteso;
d) La Genesi: incremento di fatturato, delle scorte, dei debiti. A tal fine si distingue tra forme tecniche che risultano in qualche misura autoliquidanti (l’operazione di finanziamento dovrebbe estinguersi alla fine dello specifico ciclo produttivo) e forme tecniche che non si possono qualificare come tali.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Organizzazione e tecnica del processo del credito. Il caso CentroMarca Banca

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Informazioni tesi

  Autore: Monica Dal Bò
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Massimiliano Guido Mantovani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 123

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