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La melanconia nella post-modernità: attualità e ricerca clinica

Le sintomatologie neo-melanconiche

Andando più nello specifico, per quanto riguarda la sintomatologia correlata a tutti questi vissuti, vi sono sicuramente anoressia e bulimia. In queste due psicopatologie, facenti parte della più ampia categoria dei disturbi alimentari, il corpo e i vissuti riguardo la corporeità assumono un ruolo centrale. Qui, il corpo subisce un abuso psichico e successivamente fisico: ad esso vengono additate tutte le colpe, tutti i fallimenti, tutti gli abbandoni, tutta la tristezza; esso diviene colpevole del malessere per intero che affligge il soggetto anoressico-bulimico. La punizione è la dieta, come purificazione, catarsi somatizzata del senso di sporco e impurità percepito nell’anima. Anoressia e bulimia rappresentano una modalità attraverso cui il malessere si può esprimere: qui il sintomo vuole permettere al soggetto di esperire la sensazione di controllo. Il controllo sperimentato dal soggetto anoressico, in particolare, è un controllo di potere: il soggetto anoressico può resistere all’impulso, alla pulsione più frequente, più quotidiana e più vitale, quella della spinta all’alimentarsi. Il soggetto anoressico tiene in mano l’illusione di detenere il controllo, che riguarda soprattutto gli aspetti più profondi del suo inconscio: il desiderio di controllo non è solo sul cibo, solo sulle situazioni e gli aspetti pratici; esso è anche sui lati fondamentali dell’esistenza. L’illusione di controllo è anche sul valore della propria persona, che nella logica anoressica dovrebbe aumentare al raggiungimento di un corpo valido e meritevole. Il desiderio di controllo è anche sulle tematiche della colpa e della redenzione: attraverso l’odio verso il corpo si manifesta il senso di colpa, il senso di essere errati, e se ne assume la responsabilità, redimendosi, attraverso la ‘dieta’. Invece, il potere nel soggetto bulimico è più di tipo onnipotente: i peccati vengono continuamente commessi e perpetrati, tramite le abbuffate, ma ciclicamente espiati attraverso il vomito. Le emozioni, in anoressia e bulimia, vengono vissute come minacciose: ogni movimento emotivo intenso, sia esso positivo o negativo, risulta essere una fonte d’angoscia. Il controllo più ultimo è quello sulle emozioni e in particolare sul dolore: essere in grado di non soffrire, poiché si crede di essere in grado di decidere il peso delle cose e di fare da guardiano per quanto riguarda ciò che entra ed esce dalla persona, metaforicamente, nel corpo.

Un’ulteriore manifestazione di sofferenza moderna è la tossicomania: se nell’anoressia il soggetto si sente più forte astenendosi dalla sostanza (cibo), e nella bulimia questo avviene attraverso il controllo della sostanza tramite la sua spasmodica ingestione e successiva espulsione forzata, nel tossicodipendente la sostanza assume un ruolo curativo. La forza, il sentimento di indipendenza e auto-affermazione viene raggiunto attraverso l’oscura e segreta relazione con la sostanza: quest’ultima diviene un Amante segreto, odiato e amato dal tossicomane, il quale ne trae un mai ultimo, segreto piacere. Recalcati distingue due tipologie di giovani tossicomani, affrontando le due modalità da essi messe in atto nei confronti della sostanza (Recalcati M., 2022). Da un lato, vi è il tossicomane (giovane) che utilizza la sostanza al fine di migliorare le proprie prestazioni (Recalcati M., 2022). È più che opportuno a tal proposito citare la cocaina. Essa è definita da Recalcati non come una droga dell’inconscio, ma una droga dell’Io83, in quanto lo rafforza (Recalcati M., 2022). Il tossicomane di cocaina trae una frenetica e smaniosa energia dalla relazione ‘segreta’ con la sostanza. La bramosia verso la sostanza, l’agitazione in situazioni di impossibilità di assunzione, le ingegnose strategie per ottenerla e utilizzarla, il sempre maggiore utilizzo diffuso sempre in maggiori ambiti della propria vita: tali caratteristiche possono essere messe in analogia con il legame che il bulimico crea con l’atto del vomito e il pre-atto dell’abbuffata. E analogamente all’anoressico che trae un’energia maligna dall’astensione alla sostanza più essenziale (il nutrimento), diventando dipendente dalla ‘non-sostanza’, dal vuoto nello stomaco e bramando tale sostanza, così il tossicomane necessita della cocaina sempre di più, poiché stringe con lei, inconsapevolmente, un legame molto stretto. Dall’altro lato, vi è il soggetto che opta per sostanze differenti, che agiscono come oggetto separatore84, che concede l’allontanamento temporaneo dalla realtà (Recalcati M., 2022). Un esempio è l’eroina, che porta il soggetto verso un godimento distruttivo, e alla deriva85 (Recalcati M., 2022). Il tentativo di fuga, di intraprendere una deriva verso lo sconosciuto, poiché l’importante è fuggire da ciò che vi è di conosciuto, ossia la realtà, si esprime anche nelle forme di isolamento sociale.

In tale disagio, soprattutto giovanile, scompare, quasi o completamente, il fascino della relazione con l’altro e inizia una fuga verso il non umano86 (Ardizzone I., 2022). Nelle sindromi di isolamento sociale si manifesta un’angoscia generalizzata riguardo alle situazioni sociali e all’Altro, ma che assume poi la forma del rifiuto della società, che è quasi disprezzata; il soggetto ne prova repulsione. Anche qui, l’esterno è percepito come minaccioso e ingovernabile: così il soggetto si ritira nella propria stanza, chiudendo la porta, non solo fisica, ma anche esistenziale: tutto ciò che è Altro viene volutamente lasciato fuori. Dunque, il soggetto anoressico-bulimico tenta di tenere al di fuori di sé la sostanza cibo; il tossicomane attraverso l’assimilazione della sostanza cerca di estraniarsi dalla realtà, separandosi da un fuori; il soggetto Hikikomori si ripara fisicamente chiudendosi in una stanza. In tutti questi casi osserviamo un timore e una diffidenza verso l’Altro.
Come ultima espressione delle nuove melanconie possiamo infine parlare della nuova depressione. Nel soggetto depresso il desiderio non assume nessuna forma: avviene un digiuno della stessa vita, un’astinenza alla partecipazione della propria esistenza, poiché manca il sentimento della vita. Il nuovo soggetto depresso abita in un corpo spento87, dove la fiamma del desiderio di vita, costituito quest’ultimo da tutte le pulsioni che dovrebbero animare un’Anima, smette lentamente di ardere. Qui non c’è nessuna sostanza, se non una non-sostanza. La relazione predominante che vive il depresso è quella tra Sé e la propria non-sostanza, il proprio vuoto interiore, incolmabile, che pare sempre più profondo. Il vortice del vuoto depresso intrappola ogni elemento della persona, finché non vi è quasi un annullamento della stessa. Passato, presente e futuro si mischiano, in un tempo invischiato e invischiante, che ovatta il senso della propria collocazione: il proprio spazio, il proprio essere, pare minuscolo e anonimo in un grande Altro, ma, allo stesso tempo, la sua piccolezza è tale nella misura dell’espansione, ma non dell’intensità. Infatti, essa, è un punto che, assorbe tutto il resto: il depresso percepisce solo se stesso e percepisce se stesso solo. Questo sentimento è alla base delle neomelanconie.




83 Recalcati M., Elogio del fallimento: Conversazioni su anoressie e disagio della giovinezza, Il Margine, 2022, (p. 161)
84 Recalcati M., Elogio del fallimento: Conversazioni su anoressie e disagio della giovinezza, Il Margine, 2022, (p. 161)
85 Recalcati M., Elogio del fallimento: Conversazioni su anoressie e disagio della giovinezza, Il Margine, 2022, (p. 161)
86 Ardizzone I., Ragazzi e ragazze in fuga verso il non umano, Psicobiettivo • volume XLII • 2-2022, Franco Angeli, (p41)
87 Recalcati M., Le nuove melanconie, destini del desiderio nel tempo ipermoderno, Raffaello Cortina Editore, 2019, (p.35)

Questo brano è tratto dalla tesi:

La melanconia nella post-modernità: attualità e ricerca clinica

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Informazioni tesi

  Autore: Sofia Danzi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Benedetta Rinaldi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 163

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Parole chiave

adolescenti
psicologia sociale
esistenzialismo
disturbi alimentari
melanconia
attualità
transgenerazionale
recalcati
neomelanconie
forclusione etica

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