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Le Sonate del rosario di Biber e la prassi esecutiva barocca con particolare riferimento alla scordatura

Le sonate del rosario di Biber

Questa raccolta di Sonate di Biber rappresenta uno dei grandi capolavori pervenutici dall’epoca barocca. E’ formata da 15 Sonate per violino e basso continuo, ciascuna dedicata ad un misero del Santo Rosario, ed una passacaglia finale per violino solo, dedicata all’Angelo Custode.
Furono casualmente ritrovate nel 1890 nella Bayerische Staatbibliothek di Monaco, durante un inventario, all’interno di un’antologia interamente manoscritta e estremamente curata graficamente di musiche di Biber, probabilmente redatta direttamente dal compositore, in cui vi erano opere di vario genere. Rientrano pienamente nella tradizione barocca della musica a programma, in cui l’affetto che si vuole smuovere nell’ascoltatore è descritto da un titolo, come dichiarato dallo studioso Davitt Moroney1 che a riguardo scrive: “le sonate alludevano a un programma letterario e simbolico preciso e talora didascalico”.

Biber non volle mai pubblicarle, a differenza di come fece con molte altre sue opere. I musicologi sono propensi a sostenere che Biber le tenne per suo uso personale, per donarle poi in un secondo tempo all’Arcivescovo salisburghese Maximilian Gandolph von Khuenburg, presso cui lavorava. L’Arcivescovo, membro dal 1674 della Confraternita del Rosario e promotore della diffusione della recita dei misteri mariani, sicuramente incoraggiò la stesura di queste Sonate, che Biber terminò nel 1678, come lo stesso compositore scrive nella dedica in latino introduttiva all’opera:
Ho consacrato tutte queste cose in onore dei quindici Misteri Sacri, i quali Voi promuovete con tanto ardore”.

Il rito del Cristianesimo ha sempre dato grande importanza alla devozione al Santo Rosario, soprattutto presso il popolo e nel 1600 era frequente la commemorazione solenne dei Misteri del Rosario nei giorni di ricorrenza, con processioni accompagnate da piccoli gruppi strumentali. L’esecuzione di queste sonate comunque rimase probabilmente sempre in forma privata anche all’interno dei palazzi ecclesiastici. I vari movimenti delle sonate, da un minimo di uno a un massimo di quattro, sono costruiti da Preludi, Allemande, Correnti, Sarabande, Arie, Canzoni, Ciaccone, Fughe e Variazioni, con uno schema molto libero, seguendo sempre la struttura della sonata da camera o della Suite, ma mai quella della sonata da chiesa, fatta dal susseguirsi di quattro tempi: lento-vivace-lento-vivace, che sarebbe stata la forma consona alle sonate sacre. Anche per questo motivo forse Biber non ne volle mai la pubblicazione.
Inoltre sono contrassegnate dal carattere sperimentale del compositore, infatti non rientrano in nessuna classificazione: né all'Italiana (Veloce-Lento- Veloce), né alla Francese (Lento-Veloce-Lento), né nella quadripartizione alla Corelli (Lento-Veloce-Lento-Veloce).

Le RosenKranzsonaten sono uniche nella letteratura violinistica in quanto formano un ciclo in cui si utilizzano 14 diverse accordature dello strumento oltre a quella canonica, le cosiddette ‘scordature’.
Prima dell’indicazione della chiave musicale e del tempo di battuta è presente in ogni sonata il quadricordo che indica l’accordatura da dare al violino, con le note che devono avere le rispettive quattro corde vuote.
Variare l’accordatura dello strumento non modifica solo la posizione delle note sulla corda, ma trasforma interamente il suono del violino, in quanto cambiano le risonanze che si creano fra le corde e fra le varie parti dello strumento, e gli armonici che si sviluppano quando si emette una nota. Così Biber riuscì a dare un senso meditativo alle prime cinque sonate dedicate ai Misteri Gaudiosi, per creare poi un senso di tragedia mistica con i Misteri Dolorosi, e infine raggiungere l’eterea radiosità con le ultime cinque sonate dedicate ai Misteri Gloriosi. La scordatura trasforma in modo così evidente il suono che anche l’ascoltatore non esperto si accorge della differenza, percependo le differenti atmosfere che si vengono a creare nelle quindici sonate. La teoria barocca degli affetti barocca si basava anche su queste tecniche musicali per descrivere situazioni, comunicare messaggi e generare stati d’animo particolari nel pubblico. Durante il 1600 la scordatura era una pratica abbastanza diffusa in ambito virtuosistico, spesso necessaria per poter eseguire con un certo strumento parti in origine scritte per un altro, senza trascriverle o arrangiarle.
La scelta delle diverse accordature fu dunque principalmente espressiva per Biber, ma trasmette anche un significato nascosto ed ermetico a queste sonate dei Misteri, non solo inteso in senso religioso. Infatti la parte suonata con le reali note scritte in partitura non avrebbe significato né melodico né armonico se non si accorda correttamente lo strumento:
Se si suonassero con un violino in normale accordatura, i suoni iscritti in partitura non avrebbero alcun senso armonico e melodico, basta invece accordarlo come richiesto ed il “mistero” si svela corretto alle nostre orecchie2.

L’esecutore doveva fare un atto di fede, confidando che quello che leggeva sulla parte, senza significato musicale, in realtà si sarebbe poi rivelato corretto e gradevole all’orecchio. Anche le alterazioni in chiave non seguono le convenzioni di scrittura, in quanto non definiscono la tonalità della composizione e soprattutto valgono solo per la nota esatta per la quale sono segnate, non per le ottave più basse o più alte della stessa nota.

Le sonate sono accompagnate da piccole rappresentazioni iconografiche che raffigurano scene della vita di Gesù e della Madonna nei momenti centrali contemplati nel Santo Rosario, ogni Sonata ha una immagine che richiama il Mistero a cui è dedicata. La scena presentata deriva dalle Sacre Scritture che al tempo, nei territori di religione cattolica, erano conosciute e lette, essendo in latino, solo dai membri del clero. Infatti per il Cattolicesimo era vietato ai laici l’accesso diretto ai testi sacri, che dovevano essere sempre interpretati e spiegati da un sacerdote della Chiesa, divieto che durò fino agli inizi del 1900. I fedeli, tra cui anche il compositore, potevano avvalersi solo delle prediche degli officianti, dei testi esegetici su scritti della Patristica, delle apologie dei Santi oppure di racconti edificanti provenienti dai quattro Vangeli approvati dalla Chiesa di Roma.
Il fatto che Biber conoscesse così bene le Sacre Scritture ha portato a una serie di illazioni e di leggende, legate a movimenti ermetici dell’epoca, come i Rosacroce, nell'ambito della Confraternita del Rosario, vista come associazione di cattolici-liberali o luterani con scopi illuminati che operavano in territorio romano.







[1] Clavicembalista, organista e musicologo britannico, è tra i maggiori studiosi ed interpreti della musica antica inglese e francese per il clavicembalo.
[2] Citazione da https://www.latinacittaaperta.info/2019/12/20/biber-i-segreti-delle-sonate-del-rosario/

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Le Sonate del rosario di Biber e la prassi esecutiva barocca con particolare riferimento alla scordatura

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Viglietti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2022-23
  Università: Istituto Superiore di Studi Musicali Conservatorio di Musica "G.F. Ghedini"
  Facoltà: Conservatorio di Musica "G.F. Ghedini" - Cuneo
  Corso: Violino
  Relatore: Silvia Colli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 214

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