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Componenti negative del reddito d'impresa. Principi generali in ordine alla loro deducibilità.

Le variazioni fiscali. La ratio

Abbiamo detto che il legislatore tributario non ha sposato la tecnica della dipendenza assoluta del risultato fiscale da quello civilistico, optando invece per la dipendenza parziale. Il reddito di impresa quindi non collimerà perfettamente con il risultato di bilancio, essendo il frutto dell’applicazione di una serie di variazioni previste dalle norme tributarie, variazioni necessarie a consentire il soddisfacimento di una serie di interessi di natura fiscale ed extrafiscale.

Tra questi interessi, viene innanzitutto in rilievo quello della certezza del rapporto tributario, che risponde tanto all’esigenza dei contribuenti a non restare esposti all’accertamento dell’Amministrazione, quanto a quello della collettività all’agevole e sollecita riscossione dei tributi.

A tal fine le norme tributarie, prevedono una serie di variazioni tese a determinare con certezza il valore di quelle voci di bilancio che la normativa civilistica affida all’individuazione dei redattori di bilancio (si pensi agli ammortamenti, accantonamenti e alle rimanenze).

Mentre il codice civile si limita in queste ipotesi a definire l’oggetto su cui deve insistere l’accertamento, lasciando discrezionalità agli amministratori, l’esigenza della certezza del rapporto tributario suggerisce al legislatore del Tuir di seguire un criterio completamente diverso, e cioè quello di affidare la determinazione del valore di queste componenti a parametri certi che “filtrano” la loro acquisizione ai fini fiscali.

Per dirla con Zizzo quindi “ Al cospetto di norme tributarie del tipo considerato, l’osservanza dei criteri civilistico-economici in sede di determinazione dell’importo delle voci esposte nel bilancio di esercizio diventa, sul piano tributario del tutto priva di significato, contando su di esso unicamente il rispetto dei parametri stabiliti dalle norme tributarie”.

Rimanendo sempre nella sfera degli interessi cui ottemperano le variazioni, accanto all’esigenza di certezza del rapporto tributario, vi è anche quella di contrastare i comportamenti elusivi ed evasivi, che il legislatore soddisfa predisponendo norme che vietano in tutto o in parte la deduzione di determinati componenti (es. spese di rappresentanza), o che li rimandano al loro valore normale (es. sopravvenienze attive generate dalla cessione di contratti di leasing).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Componenti negative del reddito d'impresa. Principi generali in ordine alla loro deducibilità.

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Zammarelli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Seconda Università degli Studi di Napoli
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: angela maria proto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 113

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Parole chiave

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tuir
sopravvenienze
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deducibilità
rimanenze di magazzino
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inerenza
plusvalenza
minusvalenza
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variazioni fiscali
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opere di durata ultrannuale
spese di pubblicità e rappresentanza
previa imputazione a conto economico
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impresa ai fini fiscali
ires irpef art. 55 tuir
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derivazione da bilancio
participation exemption pex
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