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La crisi 2007 e la politica monetaria: analisi e proposte

Liberalizzazioni e innovazioni finanziarie

Sin dagli anni settanta è cominciato un periodo la cui caratteristica principale è stata una deregolamentazione finanziaria e una libera mobilità del capitale, o più semplicemente una liberalizzazione finanziaria. Ciò è stato giustificato da una ipotizzata efficienza dei mercati, ovvero, dal fatto che tutti i mercati, se lasciati liberi, correggano automaticamente gli errori, rendendo così gli squilibri (come per esempio le bolle) altamente improbabili. La liberalizzazione finanziaria è basata sulla premessa che il settore finanziario di un’economia fornisce servizi e strumenti finanziari, con cui i mercati e le istituzioni cercano di mitigare le frizioni del mercato, quali le asimmetrie informative o i costi di transazione. Le precedenti esperienze di alcuni paesi a riguardo, hanno portato alla conclusione che, tipicamente, la liberalizzazione finanziaria finisce con il far aumentare la richiesta di credito da imprese e privati; conseguentemente, i tassi di interesse dei prestiti salgono, facendo così diminuire i risparmi e frenare gli investimenti, e rendendo le economie vulnerabili ad oscillazioni dell’economia internazionale. Inoltre, si è registrato un incremento delle attività speculative a breve termine da parte di alcune imprese, che hanno adottato strategie finanziarie rischiose, causando così crisi bancarie e collassi economici.
Nonostante questi primi problematici tentativi di liberalizzazione finanziaria, coloro che la supportavano hanno continuato a portare avanti la loro tesi, dando la colpa, nei casi di fallimento, ad una inadeguata supervisione bancaria e ad una generalizzata instabilità macroeconomica; pur avendo apportato dei piccoli cambiamenti, hanno continuato a perseguire la liberalizzazione finanziaria, cercando di creare un mercato libero da ogni intervento statale e politico. Secondo l’opinione di P. Arestis ed E. Karakitsos, «è stata fondamentalmente quest’era di liberalizzazione finanziaria che ha portato alla promozione di innovazioni finanziarie che hanno causato l’attuale crisi».
In questo senso, l’abrogazione nel 1999 del Glass-Steagall Act, la legge bancaria del 1933, è stata molto importante, ed ha permesso la fusione di banche commerciali e banche d’investimento, permettendo alle istituzioni finanziarie di tenere nel proprio portafoglio sia prestiti emessi dalla banca stessa, sia prestiti di altre istituzioni, facendo venire meno l’obbligo della detenzione dei propri prestiti in portafoglio. Questa possibilità ha incoraggiato le banche a fornire dei prestiti rischiosi, ed ha portato alla crescita esponenziale del mercato dei subprime, prestiti rischiosi perché erogati a creditori con bassi rating di credito e quindi con una discutibile possibilità di ripagare il debito in caso di condizioni avverse. I mutui subprime hanno avuto un’esplosione in particolar modo dal 2005, anno in cui rappresentavano circa il 30 % del totale del mercato dei mutui, con un’incredibile crescita dell’800 % dal 2000 (anno seguente all’abrogazione della legge) al 2007. Come osservano gli autori: «In periodi di normalità, le innovazioni finanziarie riducono i rischi e convincono le banche centrali che il rischio sistemico di contagio è minimo. Questo è quello che è successo nel primo anno di crisi, quando i banchieri centrali su entrambi i lati dell’Atlantico hanno sottovalutato il rischio sistemico derivante dal collasso del mercato subprime, sostenendo, nella primavera del 2007, che soltanto pochi individui e istituzioni sarebbero state colpite, con un danno minimo all’economia globale. Più recentemente, a metà settembre 2008, quello che era cominciato nell’agosto del 2007 come una semplice agitazione dei mercati attorno al mercato statunitense dei subprime, è divenuta una tempesta finanziaria di proporzioni storiche».

Questo brano è tratto dalla tesi:

La crisi 2007 e la politica monetaria: analisi e proposte

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Mogavero
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Salvatore Modica
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

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