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Progettazione nautica con Catia v5: Rennor 62'

Lo scafo come guscio - approcci e problematiche

Lo scafo di una imbarcazione è un elemento non pieno ma fatto "a guscio": per modellarlo in Catia si possono utilizzare differenti metodi, ma ci sono sostanzialmente due strategie:

- modellazione solida/volumetrica: si assemblano le diverse superfici di base a formare un solido pieno, che possiamo lavorare con gli strumenti dell'ambiente Part Design (modifiche sul solido, booleane con altri solidi), e successivamente svuotare (guscio). Vantaggi: gli strumenti di Part Design, se ben miscelati, consentono modifiche forti e molto rapide, e un ottimo raffinamento stilistico del solido. Svantaggi: si realizza un solido di spessore uniforme (non realistico nel caso di uno scafo, dove chiglia, fondo, coperta e murate hanno spessori differenti), e fallisce in alcune aree di forte curvatura.

- modellazione per pannelli: si modificano le superfici di base (incavi, tagli, smussi, raccordi, estensioni, ...) fino ad ottenere le forme volute, dalle quali si creano i pannelli finali (superficie con spessore) da unire tagliando le eccedenze. Vantaggi: il solido risulta più conforme al prodotto reale, gli spessori sono differenziati per pannello. Svantaggi: la gestione indipendente dei singoli pannelli (rispetto allo scafo come un solido unico) rallenta le operazioni di modifica.

Nel progetto in esame è stato utilizzato il primo metodo, con notevoli difficoltà nella realizzazione del guscio causate da inesperienza. Nello styling dello scafo e delle sovrastrutture ho utilizzato più volte raccordi con parametro conico a causa della loro versatilità espressiva, per accorgermi solo in seguito dei problemi che questi raccordi creano durante la realizzazione del guscio, suppongo in parte legati dal raggio di curvatura variabile che in alcuni punti è molto piccolo. E' stato quindi aggiunto un part in cui realizzare il guscio, cambiando alcune sequenze di operazioni e realizzando parti del guscio della tuga in modo lievemente approssimato, in modo da mantenere le forme precedentemente disegnate e non dover ricostruire in diverso modo la tuga.

Probabilmente un metodo migliore (che non ho ancora approfondito) risulterà dalla fusione tra i due approcci: nella fase di styling preliminare si lavora con modifiche globali il solido pieno, dal quale estrarre le superfici finali con cui generare i pannelli di spessore corretto.

Si ricorda infine l'ambiente IMA, con strumenti di modellazione per subdivision surfaces: non ho avuto modo di approfondirne l'uso, ma per quel poco che ho sperimentato (e da quel che si legge/vede in rete) le potenzialità nello shaping/styling sono elevatissime, in particolare se si legano alcune porzioni a geometrie parametriche per un maggiore controllo in zone "tecniche" (carena, ...).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Progettazione nautica con Catia v5: Rennor 62'

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Informazioni tesi

  Autore: Lorenzo Carrara
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Interfacoltà: Architettura + Ingegneria
  Corso: Design Navale e Nautico
  Relatore: Mario Ivan Zignego
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

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