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Il leader di oggi: una celebrità sul palcoscenico dell'arena politica. Salvini dall'agorà pubblica a Facebook

Lo stile per i leader del futuro

Si è parlato, in questi paragrafi, dello stile della leadership. Ma quanto conta quest’ultimo quando gli elettori vanno a votare? Campus scrive che lo stile è importante, ha un inevitabile impatto sull’azione politica in quanto il modo di comunicare influenza l’esito delle decisioni politiche e permette ai leader di costruire e mantenere un consenso più o meno ampio e duraturo. C’è da dire però che il packaging, ossia il modo in cui il leader appare, utile a costruire un’immagine il più attraente possibile agli occhi dei cittadini, non può prescindere dalla natura del soggetto a cui viene applicato. Ciò vuol dire che non si può inventare di sana pianta un personaggio, ma solo valorizzarne i pregi e minimizzarne i difetti (Campus, 2016).
Ma qual è il campo all’interno del quale il leader deve mostrarsi? Televisione o rete? L’evoluzione tecnologica e il sempre maggior utilizzo dei social ci porta a pensare che lo stile per i leader del futuro possa essere quello dei leader in rete e che la tv sia uno strumento ormai superato. In realtà non è proprio così. È vero che la rete, soprattutto con i social network, sta sempre di più assumendo un ruolo centrale anche nella comunicazione politica ma la televisione ha ancora un ruolo importante. È evidente dunque un’integrazione tra internet e televisione. Ci si sta dirigendo verso “un sistema in evoluzione che prefigura interconnessione e interdipendenza delle logiche dei nuovi e vecchi media” (Campus, 2016). Ovvio è che la tv non è più quella di una volta, i vari studi in merito sottolineano l’avvento della diversificazione dei generi e della popolarizzazione. Berlusconi per esempio, a partire dalla campagna del 2006, ha investito molto sull’infotainment, passando da un programma televisivo all’altro. Così come fanno oggi Renzi e Salvini. Campus dice che la nuova televisione politica non diffonde più una contaminazione tra informazione politica e intrattenimento, ma sta diventando un connubio tra politica e fiction. Oggi, è proprio la politica che vorrebbe farsi fiction, in quanto quest’ultima appare molto più interessante e popolare della politica stessa. Si verifica una sorta di immedesimazione nel programma televisivo: i leader si travestono da personaggi famosi. Un esempio può essere la partecipazione di Renzi al talent show Amici, rispetto al quale ha affermato: “Penso sia giusto arrivare a tutti. I ragazzi che guardano Amici non sono di serie B rispetto ad altri. […] Io voglio parlare ai giovani e agli anziani e, per fare questo, devo essere capace di adoperare il loro linguaggio […]”. Ecco che si diffonde la cosiddetta politica pop, il cui obiettivo è quello di semplificare la politica per avvicinarsi a fasce di popolazione che rimarrebbero altrimenti emarginate (Campus, 2016).
Un altro obiettivo dei leader odierni sta proprio nel fatto che essi vogliano arrivare ai cittadini in maniera diretta e senza la mediazione dei media tradizionali, i quali confezionano le informazioni a proprio piacimento. Paolo Mancini, sempre ripreso in Campus (2016), afferma che “il going public implica il going popular”, cioè il parlare al popolo con il suo stesso linguaggio. Con il going public, il leader cerca di aggirare i media. È come se si creasse una competizione tra il leader e questi, nella quale il primo cerca di far arrivare il suo messaggio direttamente ai cittadini, mentre i secondi si mettono in mezzo, dando una propria copertura e offrendo le proprie interpretazioni. Oggi è molto più semplice per il leader inviare un messaggio diretto ai propri cittadini per esempio grazie a Twitter e agli altri social network. In internet, è diffuso anche il fenomeno degli influencers, cioè quei soggetti che in virtù di una propria notorietà o autorevolezza, fanno da mediatori sia sul piano della selezione, sia sul piano della diffusione dei messaggi. Se il leader vuole ricevere davvero attenzione, non può sottrarsi alla media logic, quelle regole della mediatizzazione che impongono alla politica di essere semplice, veloce, spettacolare e notiziabile (Campus, 2016).
Esistono leader sempre più presenti in scena, trattati come celebrità e dei quali ci sembra di sapere tutto: esperienze, stati d’animo, preferenze, passioni, in quanto tutto ciò è diventato materia di dibattito pubblico. Tutto questo è importante per accrescere la loro popolarità e costruirsi attorno consenso, ma se si eccede nello stare sul palcoscenico, a parere di Campus, è possibile che il pubblico si stanchi, in quanto pian piano quel leader perderà il suo fascino e la sua credibilità, soprattutto se fa tante promesse che poi non riesce a mantenere. All’opposto il cittadino diventa un fan che simpatizza per un leader piuttosto che per un altro. Ciò spiega quanto la leadership contemporanea sia vulnerabile e questo sarà tanto più vero quanto più prevarranno spettacolarizzazione e popolarizzazione della leadership.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il leader di oggi: una celebrità sul palcoscenico dell'arena politica. Salvini dall'agorà pubblica a Facebook

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Chiara Cricco
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Marco Mazzoni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 39

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